1. l'esempio che citi è estremo ma si potrebbe mangiare brodo e gelato oppure (generalizzando), gelato al brodo, intendo dire arrivare ad una mediazione, durante la sessione ci saranno alterni cali e riprese di attenzione (che credo tutti abbiamo sperimentato), ma penso sia preferibile che azzerare del tutto l'aspettativa. Come si argina altrimenti il problema di giocatori con inclinazioni diverse allo stesso tavolo? Cambiando giocatori? sacrificando il desiderio?
Giocando con giocatori non psicopatici?

Mi spiego meglio. Non è che i giocatori sono psicopatici. FANNO gli psicopatici, per
tenere alta la bandiera del vero gdr o per aggrapparsi con le unghie e con i denti ai 5 minuti di divertimento in una sera.
Controesempio: io una sera vado al cinema a vedermi
Pacific Rim. Un altra volta ci vado a vedere un film di Woody Allen. A nessuno verrebbe in mente di dirmi "ma come fai a ridere con Woody Allen se ti piacciono i robottoni?" perchè sarebbe come dirmi che ho un solo neurone e non sono capace di tenere due pensieri in testa, e pensa che arrivo alla cassa del cinema a bocca aperta tipo zombie gemendo "robottoni... robottoni o niente... film solo con robottoni...."
Idem con il cibo. Sei io offro un dolce e l'altro rifiuta, poi rifiuta una minestra, poi rifiuta una bistecca, e insomma, alla fine mi dice "io mangio solo Cachi. Mi piacciono un sacco i cachi. Visto che nessun cibo è buono come i cachi, io mi rifiuto di mangiare altro", non penso sia una persona normale, no?
Io gioco con persone normali. Non con zombie e psicopatici. Quindi con persone con cui posso dire "vi va la settimana prossima di giocare a Cuori di Mostro?" e un altra volta dire "vi va la settimana prossima di giocare al Gusto del Delitto?" senza avere la gente che sbarella, va in preda al panico, sviene, o fugge saltando dalla finestra gridando "nooooo!! Aiuto!! vogliono farmi giocare a giochi diversi!!!!!!!"
Guarda invece il tipico gruppo "ossessivo" di giocatori di lunga data dello stesso gioco. Ciascuno aggrappato ai suoi "15 minuti di divertimento in 4 ore di gioco" (la frase non è mia, è una descrizione di D&D da parte del curatore della linea editoriale della terza edizione di D&D. E l'ha detto prima di pubblicare la 3.0, non dopo che se n'era andato). Aspettano ore mentre si annoiano convinti che gli altri giocano "male" e non sanno giocare, nella speranza che il GM gli tiri un osso, una scena qualunque, per giocare "bene". Così da settimane, mesi, anni, tipo un tossico ad attendere la sua dose.
Se gli parli di cambiare gioco (non dico parlargli di teoria, ma proprio cambiare gioco), va nel panico. E se i suoi preziosissimi 5 minuti scompaiono? Se non ci sono più? Da qui crisi isteriche, minacce di abbandoni, sabotaggi, amicizie infrante, un sacco di drammi... e se qualcuno poi fa l'errore di parlargli di teoria, prendono una parola con cui identificarsi (ce ne sono diverse, a seconda dei gusti, ma va bene una qualunque) e inizia a sventolarla come una bandiera, come se fosse l'ultimo dei patrioti, il difensore della sua Sacra Rottura di Palle.
Tutto sommato sono le vittime, sono persone traumatizzate, magari andrebbero capiti, aiutati. Ma solo quando faccio volontariato, servizio civile, quando voglio salvare un poveretto da sè stesso.
Ma quando gioco no, se gioco voglio gente normale, che non trasforma "oggi giochiamo a Coloni di Catan, la settimana prossima a Diplomacy" in una tragedia greca
2. io vedo livelli di soddisfazione diversi, ogni sessione mi ha procurato un diiverso grado di divertimento. Sicuramente non esiste che sia "divertente e pallosa allo stesso tempo" ma esiste che "questa sia più divertente di quell'altra".
Ovvio. Non esiste un "divertimetrometro".
Ma se parliamo di una teoria sensata e di persone sane di mente...
1) ... una persona sana di mente accetta che ci sono partite più riuscite o meno riuscite anche allo stesso gioco con le stesse persone, e si sentirebbe ridicola a dire (come fanno alcuni sventolatori di bandiere) che basta "un bravo GM" e "un gioco che fa tutto" per "divertirsi al massimo" (cos'è il massimo? Esiste una velocità massima assoluta del divertimento, tipo velocità della luce?)
2) se si parla di partite funzionali e disfunzionali, non stiamo a misurare i millimetridivertimetri. Stiamo parlando della differenza fra gente che gente che si diverte a giocare e gente che si spacca i maroni e fra un po' smette. (non è strano come i massimi nemici della teoria siano praticamente tutti ex-giocatoni, come se nessuno di loro con le loro idee riuscisse a tenere insieme un gruppo? Ma che strano...).
Insomma, "visto che non è detto che mi diverto esattamente come la settimana scorsa, dai, tieni questo martello e inizia a darmi botte sui testicoli" non mi pare un gran discorso....
3. No certo sarebbe assurdo detto così. l'idea non è quella di archiviare le opinioni dell'universo di riferimento per determinare i canoni valutativi assoluti da applicare al singolo gioco. Non pensavo ad un database ma un processo mentale (un algoritmo se vuoi) da applicare ai singoli giochi, ammettendo anche la discrezionalità del singolo ma cercando di limitarla il più possibile attraverso una metodologia di analisi oggettiva.
Riprendendo i tuoi esempi, D&D ha 200 pagine che vanno in un senso e 200 in un altro, quindi potrei dire che è 50%RTD e 50%SOU, mentre CoC è 90%RTD e 10%SN (quindi più coerente di D&D). Ora non è tanto importante che il rapporto sia effettivamente 50/50 o 49/51 quanto definire le associazioni logiche che ti fanno arrivare a queste considerazione in modo da generalizzarle.
La scala % è giustamente troppo alta, anche quella decimale andrebbe bene così come una semplice gerarchia (anzi facendo analisi bottom-up inizierei dalla definizione di una gerarchia per dettagliare).
Mmmm... temo che questo sia un problema di mancanza di actual play.
Stai "immaginando - rimappando" le differenze di CA come se fossero un "questo testo è scritto in prosa più aulica e questo meno".
È più un "oggi giochiamo a pallone o andiamo al cinema?", e poi ti sfido a classificare la singola pagina "prima, mettiti i calzini" a quale delle due attività prepara...

Finchè non "vedi" di che differenze si sta parlando tutto questo è tutto molto teorico, un immaginare una classificazione ipotetica di cose immaginarie in partite virtuali di giocatori inesistenti.
Che giochi coerenti hai giocato, e con chi? Come è stata l'esperienza?