Pietro Ferri (pietra e ferro, qualcosa di artificiale) è un homunculus, ed è probabilmente il risultato di un processo alchemico. Ma lui non lo sa. Lui sa tante cose, ma non quelle importanti. Sa di non essere umano, è evidente, perché cose che agli altri farebbero malissimo a lui non fanno nulla. Sa che c'è qualcosa di strano nella sua mente. Sa che la sua memoria, quella vera, è cominciata solo qualche settimana fa. Prima di quello ci sono informazioni che non sono ricordi. Per lui guardare nell'abisso è scrutare dentro di sé, come in un caleidoscopio fatto dei cristalli della
fortezza della solitudine, e vedere che visione emerge.
Io ho creato Pietro perché il frammento di adolescenza che mi affascina in lui è quello di quando si scopre di avere delle qualità interessanti e strane, diverse da quelle degli altri, di quando sembra che ce ne manchino altre che sembrano fondamentali e indispensabili, e soprattutto, di quando ti senti irrimediabilmente diverso dagli altri, e non hai la più pallida idea di quale sia il tuo scopo in un mondo con cui non combaci.
Ho scelto due mosse per lui: Metamorphosis, e This body has no meaning. La prima era assolutamente irrinunciabile, per accompagnarlo nel suo percorso di tentare di trasformarsi in qualcosa di più adatto, di più appropriato, di meno diverso, e al contempo farlo in un modo tremendamente innaturale. Sulla seconda invece sono stato a lungo indeciso. Alla fine l'ho scelta di botto, appena mi è stato chiesto se Pietro sa di non essere umano. Certo che lo sa, ho pensato, e questo è il motivo. Il dolore è qualcosa di importante, qualcosa di intrinseco alla vita. Che lui ne sia tagliato fuori, per quanto vantaggioso p estremamente estraniante.
Lui ha la carnagione pallida, una pelle chiara che sembra nuova, capelli biondo rossicci e occhi azzurri, ma nessuna lentiggine, e sembra non soffrire questo settembre ancora caldo e umido: gli umani soffrirebbero il sole e l'afa, lui no. In qualche modo sa di essere finto. Sa che chi lo ha portato in questo posto, chi se n'è andato, quel fatidico giorno, a bordo di quell'auto nera senza dare spiegazioni, avrà avuto un motivo per farlo esistere, ma lui ignora quale, e dentro di sé si rode tra il risentimento per questa reticenza, l'ansia per il fatto che potrebbe fallire, mancare al suo scopo, ed essere così inutile e non più necessario, e la paranoia dovuta al pensiero di poter essere in realtà uno strumento inconsapevole, pre-programmato per svolgere una funzione al di là della sua coscienza, e vivere solo un'illusione di libertà.
Per questo segue tutte le regole. Gli danno struttura, solidità. Tiene in ordine la sua stanza. Si lava i denti e strofina bene dietro le orecchie. Non arriva mai in ritardo ai pasti. Quando il professore entra in classe, si alza in piedi e dice buongiorno. Sta seduto composto. Svolge tutti i compiti che gli vengono assegnati. Spegne la luce all'ora prestabilita, anche se non dorme. Ha bisogno di tutto questo, e tutto questo lo rende ancora più tremendamente diverso dagli altri, e solo.
Però suona. Compreso nel pacchetto, ha ottenuto un violino, e la capacità di usarlo. E' forse la sola parte di sé che non gli dispiace, che può esplorare abbandonandosi.
Prima che cominci la prima ora, Lorenzo lo invita ad una festa, e gli dice di portare qualcun altro. Sono le prime battute, e servono sia per dare la prima impressione dei personaggi, sia per facilitare gli intrecci, quindi accetto, ben volentieri. Pietro dev'essere stato attratto da Lorenzo perché si assomigliano abbastanza, fisicamente, ma non potrebbero essere più diversi caratterialmente. Lorenzo è gioviale, disinvolto, spavaldo ai limiti della spacconeria, e indifferente ai sentimenti altrui, spesso oltre i limiti della cafonaggine. Lorenzo è uno che sente di avere un posto nel mondo, e anche uno bello grande, e che gli altri gli gravitino intorno. Pietro un po' lo fa, perché è troppo curioso. Se lo studia, con profonda attenzione, e forse, in un suo strano modo, è suo amico.
Pietro si volta verso Elena. Chiedere di uscire dovrebbe rappresentare uno stress, dovrebbe coinvolgere un sacco di aspettative, di valutazioni sociali, di paura del giudizio e del rifiuto. Per un essere umano, non per Pietro, che infatti non batte ciglio. Lo chiede senza esitazione, con brutale onestà. Ed Elena, che è così carina, e ha uno sguardo così... avido di vita, accetta, di buon grado. Anzi, lo fa sentire anche bene per questo, e lo sfiora come se la sua pelle fosse... accettabile. (Turn someone on -> stringa ottenuta su di lui a pieni voti). Io da giocatore non vedo l'ora che Pietro passi un po' di tempo con Elena, e che Elena gli faccia capire che ha intuito qualcosa su di lui. Voglio scoprire come reagirebbe Pietro.
(Continuo domani.)
Edit: Ho aggiunto le mosse che ho scelto e perché.