Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Off the target: un articolo di concezione molto limitata...
Fabio "Shia":
L'ho letto ... ma devo dire che mi ha sollevato un bel pò di dubbi: tento di commentarlo.
--- Citazione ---Tuttavia negli anni abbiamo assistito ad un progressivo ridimensionamento e allo stesso tempo mutamento del pubblico di riferimento di questi giochi. Come mai?
Sopratutto per il progressivo sviluppo della “tecnologia ludica”, console e videogame prima fino ad arrivare alle esperienze di gioco on line come i MMORPG oggi hanno sottratto in maniera del tutto naturale sempre più ampie fasce di pubblico al Gioco di Ruolo, diciamo così, tradizionale.
--- Termina citazione ---
Parto da qui: ciò che dice Nadir è in buona sostanza vero.
Però punta l'accento solo su ciò che è "esterno" al mondo del GdR.
Nel corso degli anni è necessario verificare anche ciò è successo all'interno di questo mondo: non si può dimenticare come i manuali di gioco siano diventati sempre più corposi e complessi (e costosi?).
Per non parlare della diffusione del Parpuzio-style con tutti i corollari negativi annessi e connessi.
--- Citazione ---I giocatori che oggi “rimangono” al gioco di ruolo tradizionale, possiamo dire, che sono il pubblico reale che cercava e ha sempre inteso cercare quella tipologia di esperienza diversa da un videogioco come da un MMORPG che ricomprende la capacità di creare storie, e il contatto sociale con altri giocatori, elementi più marginali nelle esperienze videoludiche e meno importanti per chi è passato, giustamente, a queste cercando evidentemente sopratutto altri aspetti nel gioco.
--- Termina citazione ---
Ok faccio la prosa (modello Michele Santoro)....quindi dato che il videogioco:
- non ti permette di creare storie (poi andrebbe visto anche come..vabbè)
- non ti dà contatto sociale (ma anche qui è relativo dopo la next gen di Nintendo)
allora chi vuole ANCHE queste cose rimane al GdR (mi pare di capire)
Non condivido questo "pubblico reale"; sembra che chi gioca ai Gdr non possa o non voglia giocare anche ai videogiochi (latu sensu)...lo trovo forzato.
Peraltro mi sembra di intravedere un certo settarismo, del tipo "noi che siamo rimasti siamo i VERI giocatori di ruolo"....mi pare che tempo fa questo atteggiamento fosse stato ripreso anche da Moreno....ma forse mi sbaglio.
--- Citazione ---Si tratta di una tipologia di gioco sicuramente laboriosa e impegnativa, che richiede, preparazione, documentazione, organizzazione anche a livello sociale per trovarsi fisicamente con altre persone ecc. Non ha nulla dell'immediatezza e della praticità di una esperienza videoludica, non ha gli aspetti visivi e sonori, ma ha la libertà più totale demandata nelle mani del gruppo di giocatori, libertà che si paga anche in tempo di preparazione del gioco, ovviamente.
--- Termina citazione ---
2 rilievi:
il primo sull'impegno: mi pare che si parta dal presupposto che per giocare di ruolo servano necessariamente tomi universitari da studiare e schede dei personaggi che necessitano del commercialista per essere complilate - poi mi sembra che si osservi sempre dal punto di vista del GM factotum: ossia del GM che tra i suoi vari task ha anche quelli di "preparare la serata"
il secondo rilievo è sulla "libertà più totale demandata nelle mani del gruppo dei giocatori" - si parla di giochi forgiti e non di Parpuzio....vero?
--- Citazione ---Per trasformarsi via via nella pratica in un HOBBY, ovvero una attività specializzata che richiede passione e approfondimento, e in cui parte del divertimento non è il fine dell'attività (il momento ludico finale), ma anche la creazione e la preparazione stessa degli elementi del gioco, che può essere anche complessa e impegnativa e prendere più tempo del momento ludico a cui è finalizzata.
--- Termina citazione ---
Mi sembra un pò arteffato come ragionamento.
Ho molti amici che giocano a warhammer che viene ritenuto da chi lo pratica un hobby; eppure per questi miei amici, il divertimento sta nel giocare e vincere le partite (il momento ludico finale) più che nella preparazione in se (ad esempio pitturare i modellini) che anzi è verametne accessoria.
--- Citazione ---Il tentativo, che alcuni giochi e proposte sopratutto recenti, mettono in campo di “semplificarsi” e “snellirsi” nelle dinamiche per essere più “fruibili” per il pubblico sono tentativi destinati a fallire.
--- Termina citazione ---
Uhm...se parla dei giochi forgisti Nadir cade in una contraddizione in termini abbastanza grossolana: se uno cerca contatto sociale e la creazione di storie, necessita per forza di regolamenti complessi??
Mah......
--- Citazione ---Tentativi che rincorrono un idea di Gioco di Ruolo come puro gioco e momento di svago, tentativi destinati ad infrangersi inevitabilmente davanti alla concorrenza di proposte imbattibili come tutte quelle del comparto videoludico che fanno dell'immediatezza, facilità d'utilizzo ed immersione del giocatore un loro punto di forza insuperabile rispetto a qualsiasi trasformazione, adattamento e semplificazione del gioco di ruolo tradizionale.
--- Termina citazione ---
Non capisco a cosa ci si stia riferendo
Sad
poi il resto viene da se.
Boh.....l'opening è condivisibile, perchè parte da un dato reale, seppur incompleto: le conclusioni mi paiono forzate....come se il discorso venisse incanalato secondo una visione ideologica delle cose.
Forse una maggiore obiettività non avrebbe fatto male.
Cyaz
Riccardo:
Io sono perplesso... forse non tutti conoscono l'autore, ma chi lo conosce un po' conosce le sue posizioni e nozioni e non sarà stupito di vedere qualche presa di posizione che denota una cosa a scelta tra: "non conoscenza approfondita dei giochi forgiti", "cerco comunque di mettere in cattiva luce il forgismo a prescindere" e "cerco di convincermi che quello non può funzionare così posso continuare a ignorarlo senza sentirmi in errore"
Ma veramente vogliamo commentare? Mi sembro io un paio d'anni fa... paro paro
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione ---[cite] Fabio "Shia" :[/cite]
Peraltro mi sembra di intravedere un certo settarismo, del tipo "noi che siamo rimasti siamo i VERI giocatori di ruolo"....mi pare che tempo fa questo atteggiamento fosse stato ripreso anche da Moreno....ma forse mi sbaglio.
--- Termina citazione ---
Se per "ripreso" intendi dire "preso, smontato, tritato, la polvere distribuita in un campo su cui poi ha sparso abbondante sale ed una colata di cemento sopra", metaforicamente parlando, direi che no, non ti sbagli. :P
Francamente, "il modo giusto di giocare" credo sia una delle cose più deleterie che i Forgiti (e noi discepoli/hippie/talebani/ecc. :P ) abbiano messo in riga col Big Model, cioè che il "giusto" è "fare quello che ti piace (G, N, S) con lo strumento che te lo rende più agevole".
Fabio "Shia":
--- Citazione ---[cite] Korin Duval:[/cite]
CUT
--- Termina citazione ---
In effetti era proprio quello ^^
cmq nn riesco (per quanto mi sforzi) a seguire proprio il senso del ragionamento: se i videogiochi sono così immersivi ed immediati che senso ha produrre manuali cartacei che rimangono pesanti e complessi? ..... peraltro questi ultimi non credo che possano aiutare quelli che secondo l'autore dovrebbero essere i punti forti del gdr cioè le relazioni sociali e la possiblità di creare delle storie.
Cyaz
Gabriele Pellegrini:
Bé ragazzi consideriamo anche una cosa: i wargame sono completamente riproducibili via computer.
Un gdr via computer soffre quantomeno della mancanza di un'interattività totale.
Un wargame è invece completamente trasportabile via computer, anzi forse diventa anche più bello.
Un gioco come warhamer 40.000 per pc è veramente fantastico.
1) Non hai più il problema di non possedere quella miniatura: ce le hai già tutte in formato digitale;
2) Non hai più il problema di allestire uno scenario ingombrante e costoso: c'è tutto sul pc, compresa la creazione delle mappe;
3) Effetti speciali non riproducibili al tavolo;
4) giochi senza dover leggere per forza tutto il manuale.
Insomma seguendo il ragionamento dell'articolo Warhammer 40.000 da tavolo dovrebbe essere già morto e sepolto. E' così? Non mi pare.
E allora...
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