Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Off the target: un articolo di concezione molto limitata...
Niccolò:
Vi invito alla visione di questo articolo, secondo me fa trasparire una visione davvero molto limitata del fenomeno gdr. la vostra?
http://www.gdrzine.com/index.php?option=com_content&view=article&id=481:gdr-gioco-o-hobby&catid=34:editoriali&Itemid=55
Daniele "fenna" Fenaroli:
Aloa!
Onestamente in alcuni passaggi è condivisibile.
Sopratutto in alcuni punti della prima parte.
Nel senso che è riconoscibile e innegabile il fatto che l'immediatezza di altre tipologie di giochi, in primis i videogame, sia un punto che abbia giocato a favore della diffusione di questi ultimi.
Personalmente non condivido molto la distinzione fra hobby e gioco.
Una distinzione abbastanza asettica e non veritiera, tant'è che GDRItalia o IGGH erano pieni di gdrristi specializzati anche prima, che si discuteva per lunghe pagine di cose intangibili ed effimere quanto specifiche del linguaggio del gdrrista, come "l'interprezione e il gioco"; un linguaggio e una discussione che acquistava senso solo se si era degli hobbysti, ne più ne meno di un qualsiasi altro tipo di hobby.
Quindi il GDR era un tipo di hobby anche in precedenza solo, probabilmente, praticato da più persone.
Le conclusioni poi sui gdr indie sono se non strampalate, quantomeno eccentriche.
La semplificazione del gioco e il riuscire ad arrivare con una maggiore immediatezza al prossimo non può essere confuso con un obiettivo di marketing e di penetrazione rispetto ad un target.
Provate ad andare a chiedere, in uno dei 1000 forum di GDR in quanti conoscono Legend of the five rings o Ars Magica, la quantità di persone che conosce e ha giocato a questi giochi non è molto differente, in rapporto, da quella che ha giocato a AiPS.
A questo punto la questione per la tesi sostenuta si complica non di poco, visto che se da una parte l'obiettivo degli indie non è di certo la vendita massmarket, dall'altra quella di giochi come ArsMagica o L5R dovrebbe esserlo, direi che il fallimento dei secondi diventa ancora maggiore.
Sul fatto che ci sia stata uno spostamento verso la teoria del gioco da parte dei giocatori di ruolo non lo vedo affatto come effetto della diffusione degli indie, quanto più come l'interessamento di persone che attivamente volevano informarsi: cazzo è una cosa buona che le persone ne vogliano sapere di più e vogliano consocere meglio cosa stanno facendo!
Che l'abbiano fatto per non perdere una posizione di riconoscimento sociale nell'ambito dell'attività di fandom del forum che frequentavano, oppure perché erano interessati a dimostrare che queste strampalate teorie stavano sbagliando, o ancora perché gli interessava veramente capire: l'hanno fatto perché gli interessava.
Questo è bene.
Non capire questo per il solo fatto che la propria posizione editoriale (un admin di un sito di quelle dimensioni è praticamente un editore visto che ha di fatto un controllo editoriale e sui contenuti del sito e su chi vi scrive) è differente o in contrasto con le discussioni che si sono create, dovebbe far riflettere.
Aloa!
Marco Costantini:
Il tentativo, che alcuni giochi e proposte sopratutto recenti, mettono in campo di “semplificarsi” e “snellirsi” nelle dinamiche per essere più “fruibili” per il pubblico sono tentativi destinati a fallire.
Tentativi che rincorrono un idea di Gioco di Ruolo come puro gioco e momento di svago, tentativi destinati ad infrangersi inevitabilmente davanti alla concorrenza di proposte imbattibili come tutte quelle del comparto videoludico che fanno dell'immediatezza, facilità d'utilizzo ed immersione del giocatore un loro punto di forza insuperabile rispetto a qualsiasi trasformazione, adattamento e semplificazione del gioco di ruolo tradizionale.
Questo mi fa capire quanto chi scrive sappia poco delle "recenti proposte" ed in particolare dei suoi scopi. Se è vero che la tendenza a snellire e semplificare c'è, il paragone con i videogiochi è più che tirato per i capelli, campato in aria. Questo ovviamente dal basso della mia esperienza. Bassezza che mi ha portato però a giocarli davvero questi giochi (anzichè parlarne e basta), riuscendo a vedere come gli scopi siano altri rispetto all'immediatezza e alla praticità dei videogiochi.
Purtroppo, dopo un articolo del genere, non posso non tornare a malignare sullo staff di GdRitalia e sulle sue prese di posizione ottuse ed anacronistiche.
Eishiro:
io credo che sarebbe molto più utile rispondere all'autore del topic citato dal buon Domon
Hoghemaru:
dico la mia brevemente:
le premesse sono giustissime (il GDR è diventato un ammasso farraginoso di manuali, la gente preferisce roba più semplice e immediata), ma le conclusioni sono completamente sbagliate (fare qualcosa per migliorare è inutile, continuiamo le nostre masturbazioni mentali sui nostri mille mila manuali collezionabili e ritagliamoci la nostra nicchia da nerd)
in pratica se perdiamo utenza non è perchè sbagliamo noi, ma perchè sono più bravi quelli che fanno i videogiochi, quindi fare qualcosa per cambiare le cose è inutile
non so a voi, ma leggere certe cose mi da la stessa sensazione delle teorie anti-evoluzioniste, delle teorie geo-centriche e di tutti quelli che nella storia si sono opposti alle rivoluzioni per chiusura mentale o per paura di perdere il proprio orticello...
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