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Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
Ezio:
--- Citazione da: Paolo Davolio - 2011-05-30 04:47:08 ---Tra cui un aspetto "morale", ma più che morale diciamo solidale, che io sento molto pressante su di me (forse sono l'unico, ma nel dubbio scrivo): io, se dovessi scaricare un gdr indie in pdf su qualche torrent per poi giocarlo e apprezzarlo, ma senza poi mai pagare la mia copia all'autore, mi sentirei in colpa, proprio come se rubassi 10 euro dal portafoglio di un amico.
--- Termina citazione ---
No, non sei l'unico, faccio così anch'io ^^
Ivano P.:
--- Citazione --- "Proprietà intellettuale" è un altro diffuso termine propagandistico che consiglio di evitare.
--- Termina citazione ---
Perché?
Visto che si è usciti dall' ambiente forgita/Indipendente aggiungo un aneddoto mio
Nel mio caso (come in molte associazioni live) ho subito tentativi di pirateria sociale, ossia tentativi di prendere il regolamento che usavano, modificarlo arbitrariamente (contro gli scopi per cui è stato fatto, e azzerando tutto il lavoro dietro, visto che di fatto avrebbero aggiunto pezzi a caso a votazione), alternati a tentativi di eliminarmi dallo staff (riusciti quand ero sotto tesi con conseguenze disastrose).
Nel caso specifico avrei vinto la votazione, non si è arrivati a votare perché si trattava di una mia propretà intellettuale.
ma conosco vari casi in cui al poveraccio che si era sbattuto per il gioco, appena le cose sono andate bene è andata mooolto male (a esser precisi, è una delle ragioni per cui ho sin da subito chiarito il concetto -il regolamento è mio-).
Essenzialmente lo scopo non era tanto piratare il regolamento quanto rubare quello che vedevano come un posto al sole. Senza sottolineare che era mia "proprietà intellettuale" e arrivare a stabilire che l'associazione non può andare contro la legge ci saremmo ritrovati con continui conflitti a ogni cambiamento d' umore tra i soci.
Iconpaul:
--- Citazione da: Ivano P. - 2011-05-30 20:42:07 ---
--- Citazione --- "Proprietà intellettuale" è un altro diffuso termine propagandistico che consiglio di evitare.
--- Termina citazione ---
Perché?
--- Termina citazione ---
Il diritto d'autore concede facoltà molto più ridotte rispetto a quelle della proprietà fondiaria (o di cosa mobile), vedi il limite temporale, la tutela della sola espressione (e non dell'idea), le libere utilizzazioni...
Altrimenti, anche perchè è una traduzione impropria dell'inglese Intellectual Property, dove property è un fascio di diritti esclusivi (atti a escludere altri dal godimento di un bene), non nello specifico una proprietà come la intendiamo noi in italiano.
Più ampiamente, si critica la sussistenza di diritti ampi ed esclusivi su beni che sono pubblici in senso economico: il loro godimento non è rivale (il fatto che io ne goda non limita l'utilità che tu trai dal godimento dello stesso bene) nè esclusivo (il godimento del bene crea dei benefici esterni, che vanno a vantaggio anche dei terzi).
Leonardo:
--- Citazione da: Paolo Castelli - 2011-05-29 17:45:24 ---Quindi di pirateria si tratta in quanto questi artisti, autori etc. hanno stabilito di fronte al mondo che vogliono un compenso per il prodotto del loro lavoro. Non esiste differenza tra opera di ingegno e bene fisico. Se pago per una birra (invece di fabbricarmela in casa) devo essere disposto a pagare per un gioco (invece di scrivermelo da solo). Esiste anche qualcuno che da via la birra gratis e mette fuori la cassa delle offerte. Così come esiste qualcuno che invece del prezzo chiede una donazione.
--- Termina citazione ---
Secondo me il punto è quale sia il metodo migliore per garantire un compenso agli autori (e più spesso agli editori) per il loro lavoro, massimizzando allo stesso tempo il ruolo socialmente utile della diffusione della "cultura". Nel caso delle opere di intrattenimento, con il sistema attualmente in vigore, tu paghi un servizio: l'accesso all'opera dell'autore in una determinata forma e a determinate condizioni. Succede quando vai al cinema, quando guardi un canale satellitare a pagamento, quando acquisti un dvd o un libro o quando vai ad un concerto. Il lavoro (ed eventualmente la volontà) dell'autore andrà a contribuire a stabilire quanto valga questo accesso, ma tu non paghi mai direttamente per il lavoro dell'autore.
Un modello di questo genere funziona ed è remunerativo fino a quando colui che vende il servizio mantiene il totale e completo controllo su di esso, creando un collo di bottiglia nel sistema di distribuzione. Se siamo nel deserto, c'è un solo pozzo d'acqua, e tu hai i mezzi per difenderlo e consentire l'accesso solo a chi vuoi tu, dietro pagamento, allora gestisci un servizio economicamente vantaggioso. Se ci sono dieci pozzi e ne controlli solo uno andiamo tutti a prendere l'acqua agli altri e tu fallisci.
Il problema creato dalle nuove tecnologie all'industria dell'intrattenimento è proprio dovuto al fatto che tali tecnologie hanno reso infinitamente più facile distribuire un'opera al di fuori dei canali ufficiali. A questo si aggiunge quanto diceva sopra Ivano, in particolare relativamente al "godimento non rivale". La reazione sembra seguire sostanzialmente due strade parallele: cercare di chiudere i canali alternativi (l'avvelenamento dei pozzi) e, nell'impossibilità di farlo, stabilire per legge che i canali che non ufficiali sono illegali (se attingi ad un pozzo che non sia il mio il sultano ti decapita).
E' questo tentativo di restringere artificialmente l'accesso per proteggersi ad essere altamente impopolare, specialmente perché, in virtù del fatto che godere "illegalmente" di un'opera di finzione non inficia la possibilità che altri hanno di usufruirne (sia legalmente che no), chi tenta di legittimare la scelta di restringere l'accesso è spesso costretto a ricorrere a quelli che sono dei veri e propri ricatti morali (ve la ricordate vero la pubblicità "scaricare film è come rubare" che compariva anche nei dvd legalmente acquistati e che non si poteva bypassare avanzando alla traccia successiva?).
Mauro:
I problemi che finora ho riscontrato con i modelli alternativi di cui ho letto sono principalmente (1) la presenza di persone che non importa quanto poco costi il file: se è elettronico, non va pagato; e (2) la difficoltà di retribuire le piccole realtà: il classico "Pago una quota e scarico quello che voglio" apre il problema di come dividere le quote tenendo in considerazione anche l'autore che magari vende trenta copie.
Una parentesi sul "non inficia la possibilità che altri hanno di usufruirne": vero, ma il problema è se l'autore abbia o no il diritto di decidere, almeno per un ammontare limitato di tempo, se la fruizione della sua opera debba sottostare a qualche condizione economica. Ovvio: la legislazione attuale è ridicola, ma questo non significa automaticamente che il concetto sia sbagliato.
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