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Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse

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Rafu:

--- Citazione da: Paolo Davolio - 2011-06-01 17:06:45 ---D&D è un gioco "di consumo", fatto per vendere una grande mole di manuali ad una relativamente grande mole di utenti (vedi anche le decine, quando non centinaia, di supplementi...). Li sono ragionevolmente sicuro che la pirateria gli faccia dei danni economici (anche se il formato classico dei manuali di D&D 3a - non ricordo se anche di quelli dopo -, la pagina verticale su doppia colonna, è particolarmente scomodo da leggere a schermo... Ma questo non sembra fermare chi li mette su torrent).

--- Termina citazione ---

Anche questo è discutibile, veramente. E non lo dico da sostenitore dell'attuale modello commerciale di D&D, bensì da suo detrattore.

Un "marchio" come D&D (perché è nel "marchio" che una azienda delle dimensioni della Hasbro traffica) è commerciabile perché esiste una "sottocultura" che lo consuma. Anche lo scambio di riproduzioni dei manuali non approvate dall'editore è parte di ciò che tiene viva tale sottocultura, e perfino in quello esiste concorrenza: per un'azienda dominatrice del mercato, com'è la Hasbro, è comunque conveniente che i cosiddetti "pirati" diffondano D&D piuttosto che altri giochi. Naturalmente, poiché una parte delle entrate della Hasbro derivano dalla vendita dei manuali (principalmente i manuali "base", che è la ragione per cui commercialmente occorrono nuove edizioni o "mezze" nuove edizioni con una certa frequenza), si ha una tensione interna per cui l'editore vuole contenere la circolazione non autorizzata al minimo, ma i loro sforzi - se strategicamente ben diretti - sono nella direzione di sopprimere la "pirateria" in generale, non di sottrarre esclusivamente i loro prodotti da quel giro (ed è questa la ragione per cui editori, case discografiche e cinematografiche tendono a collaborare su questo fronte). Fintantoché esisterà un "mercato nero" dei manuali scansionati, la Hasbro avrà una volontà di dominare anche quel mercato così come domina nelle librerie (certo, l'editore preferirebbe che tale "mercato nero" non esistesse affatto, ma le aziende sono realiste).

Il paragone che si può fare (con le dovute proporzioni, naturalmente, perché D&D non fa del male a nessuno) è con la Microsoft e Windows. La reperibilità di copie "piratate" dei sistemi operativi Windows è funzionale alla strategia di dominazione del mercato della Microsoft (azienda praticamente monopolista, se si guarda agli OS per computer non "lockati" - quello del Macintosh può essere analizzato come un mercato separato, visto che concorre simultaneamente sul piano dell'hardware). Per il consumatore esistono due scelte evidenti: acquistare "legittimamente"  Windows (pagandolo) o procurarsene per vie traverse una versione "crackata"; le numerose terze scelte, come nelle elezioni politiche, scivolano completamente fuori dallo spazio del discorso.

Per le aziende che già dominano un settore di mercato, quindi, è sempre vantaggioso (o, meglio, una strategia di preservazione del potere) monopolizzare il discorso attorno alla relativa cultura del consumo. Anche quando si parla di scaricamenti "illegali" dai torrent.

Paolo "Ermy" Davolio:
Piccola parentesi: per chi volesse leggere "com'è andata a finire" (o quasi) su The Forge, Ron ha da poco postato cosa intende fare.

http://www.indie-rpgs.com/forge/index.php?topic=31549.msg286448#msg286448

Salkaner il Nero:

--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2011-05-31 18:39:13 ---La pirateria DI SICURO fa sì che qualcuno che avrebbe comprato il tuo gioco (conoscendolo) se lo goda gratis.
La pirateria DI SICURO fa conoscere il tuo gioco a più persone.
.

--- Termina citazione ---

Ma siccome il tempo non è una risporsa infinita... la pirateria di un gioco danneggia gli altri giochi...

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