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Giochi superiori?
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Se ho capito bene, ti riferisci ad una superiorità "estetica" percepibile solo da qualcuno con la passione per queste cose
--- Termina citazione ---
No, anzi: è un aspetto estremamente pratico. È la possibilità di giocare senza modificare il sistema, di ottenere dal sistema ciò che promette, di essere (aiutati nell'essere) allineati su un unico Intento dalle Tecniche impiegate dal gioco.
Se uno non ha la passione per queste cose, se non conosce la teoria, non potrà/saprà parlare dei termini tecnici, ma comunque si accorgerà del fatto che un gioco funziona senza essere modificato, mentre un altro ha richiesto pesanti interventi.
Mirko Pellicioni:
UN gioco è superiorie a un'altro se rispetta le promesse di gioco, se il regolamento funziona senza doverlo cambiare, e se lavora bene nel farlo.
Il gioco è uno strumento per il divertimento e se mal progettato non funziona punto e basta.
Poco importa se lo puoi migliorare ecc. sarà sempre un gioco mal fatto, anche se ha delle belle idee che ti permettono di "perdonarlo".
Per anni nel GDR tutto questo veniva sconfessato tanto insieme al gioco non solo non ti vendevano più i dadi ma per giocarci ci voleva un pezzo essenziale (UN GM) che nessun gioco però ti vendeva, prmettendoti, se torvavi questo fantomatico personaggio ore e ore di divertimento.
Vista da questo punto di vista TUTTI i giochi nati su ispirazione Forgita vogliono essere migliori dei igochi precedenti, che poi ci riescano è questione di abilità del designer e di tanto tanto playtesting.
PS: io sono 2 anni che non faccio uscire il nuovo VdE Manga, nonostante sia molto carino e abbia a mio avviso buone idee e basi, ma non è pronto non ha fatto sufficente playtesting e ci debbo lavorare sodo ancora.
L'avessi scritto 10 o 15 anni fa non mi sarei posto il problema!
Effetto della filosofia forgita :)
Simone Micucci:
io uso un parametro oggettivo inequivocabile per valutare un gioco superiore ad un altro.
Il peso.
D&d il set base, lo peso, 5 chili e 3? Minchia che giocone!
AiPS, ma che cazzo? Sarà si e no un etto, un etto e mezzo. Che faccio, lascio?
Uso questo parametro di valutazione da quando mi hanno rinfacciato che AiPS costava troppo per essere così piccolo (e in mano avevano due vecchie copie, appena comprate, di Vampiri Ultime Notti e Vampiri Gehenna...60 euro, per avere solo due racconti -_-).
Da quel momento ho scritto il mio primo gioco di ruolo. Dizionario. C'è questo manualone con miriadi di parole opzionali che puoi scegliere, e ognuno a turno sceglie una parola per comporre una storia. Fighissimo. Lo stiamo anche traducendo in inglese e in francese, sta facendo un sacco di successo.
Apparte gli scherzi non riesco davvero a ricordare, prima di iniziare a interessarmi al design seguendo alcune conversazioni, che parametri usassi per capire quando un gioco è brutto e quando no.
Ricordo che Angeli&Demoni mi faceva davvero schifo.
Gnosis lo vedevo fatto male, ma non era proprio raccapricciante.
Witchcraft provai a giocarci, ma fui ostacolato dalle regole sulle sparatorie, e per motivi vari venne sempre messo in secondo piano rispetto ad altri giochi.
All'epoca probabilmente valutavo il sistema, nella sua originalità (se era uguale a d&d allora giocavamo a d&d -_-), nella semplicità delle meccaniche (quattro pagine per spiegarmi i tre tipi di proiettili, e il tentativo di calcolare le equazioni sull'armatura, o 4 pagine di spiegazioni meccaniche per vedere se riesci ad accumulare abbastanza energia per provare a lanciare un incantesimo.....bè...era troppo) e nell'utilità di queste. L'ultima sono in dubbio. Non sono sicuro se la valutassi o meno.
In seguito ho iniziato a fare esperienze con giochi davvero diversi, e ho cominciato a sviluppare uno spirito critico diverso. Non sono un sostenitore di The Forge, ma mi tocca dire che la nomenclatura e i metodi adottati aiutano decisamente a fare chiarezza.
vonpaulus:
Ma un gioco è un prodotto culturale o un prodotto commerciale?
Essendo un fruitore lo vedrò come prodotto culturale anche perché non ho più interesse ad appartenere ad una big comunity che mi dia sicurezza sociale.
Nell'ordine quindi:
Mi piacciono i giochi giocati con gente che mi piace
Mi piacciono i giochi con i sistemi generalisti che permettano di utilizzare il medesimo approccio alle varie situazioni.
Mi piacciono i giochi coerenti ma soprattutto equilibrati.
Mi piacciono i giochi in cui il gamismo sia nullificato dal un sistema equilibrato.
Mi piacciono i giochi simulazionisti in cui il regolamento copre tutto ma con una stratificazione limitata.
Mi piacciono i giochi di cui mi piace l'ambientazione.
Mi piacciono le ambientazioni dove la fantasia può ancora esprimersi
Insomma mi piacciono: FATE (ho LOA, DFRPG, Diaspora), Polaris e Traveller (anche se T5 è una follia da collezionisti mentre il Mongoose è carino).
e vorrei che qualcuno hackasse trovasse un sistema ragionevole per giocare a Rogue Trader o Dark Heresy
Ho usato volutamente il termine mi piacciono e non sono superiori preferisco non applicare un termine oggettivo ad una valutazione soggettiva.
Da piccolo avevo gusti simili tranne che per la stratificazione, adoravo i sistemi con 77 classi 10.000 incantesimi 100.000 skill e 1e22 skill secondarie combinabili con bonus di caratteristica a tre a tre, insomma anche se avevo molti altri giochi alla fine giocavo ai d100 nelle loro due espressioni più famose: Rolemaster/Spacemaster/Cyberspace (quando volevo essere maniacale), Runequest/Elfquest/Pendragon (quando volevo essere tranqui). per volere di altri ho giocato e: odiato AD&D (EDIT: anche se è stato il mio primo gioco, ma è durato circa 5 mesi perché andando a comprare un manuale mi sono imbattuto in Runequest).
PAOLO
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: vonpaulus[/cite]Ho usato volutamente il termine mi piacciono e non sono superiori preferisco non applicare un termine oggettivo ad una valutazione soggettiva
--- Termina citazione ---
Ma il tema della discussione è proprio «cosa intendete quando dite "superiori"?»...
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