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Play Unsafe e Psicoterapia
Davide Losito - ( Khana ):
--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]se poi non è così, è un rischio che va messo in conto prima.
--- Termina citazione ---
Io credo che il problema sia specificatamente qui, sommato a quanto diceva Claudia nell'altro thread in cui esplicitava bene il fatto che certe tematiche è meglio affrontarle all'interno di una cerchia di persone "selezionate".
Quanto siamo in grado di "metterle in conto prima", per quei giocatori che non sanno nulla di bleed, jeepform e unsafe incentrato su temi scottanti?
Siamo in grado di "avvisare" un giocatore poco informato che il suo stomaco è a rischio?
Ezio:
--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Quanto siamo in grado di "metterle in conto prima", per quei giocatori che non sanno nulla di bleed, jeepform e unsafe incentrato su temi scottanti?
Siamo in grado di "avvisare" un giocatore poco informato che il suo stomaco è a rischio?
--- Termina citazione ---
Se gioco con degli amici sì, e non vedo perché non dovrei proporre "a scatola chiusa" un gioco dalle tematiche forti a persone che non so se possono accettarle.
Allo stesso modo non mi aprirò MAI con persone che non conosco, di cui non so se posso fidarmi.
Personalmente trovo poi che la "rete di sicurezza" del gdr sia grandiosa: sono al tavolo con persone che hanno il mio stesso scopo. Lo stesso contratto sociale ci permette di fidarci reciprocamente degli altri. Io posso aprirmi con te perché so che tu mi prenderai, dato che, implicitamente, ho promesso di fare altrettanto.
Davide Losito - ( Khana ):
--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]Io posso aprirmi con te perché so che tu mi prenderai, dato che, implicitamente, ho promesso di fare altrettanto.
--- Termina citazione ---
Sì, questo è vero, però so che ad esempio, la partita che ho fatto di A Penny for My Thoughts a casa di LucaRicci l'anno scorso, non è stata gradita da tutti e quattro, proprio perché è finita "troppo" al di là.
Io e uno dei giocatori, che ci conosciamo da anni (non frequenta il forum) e sappiamo perfettamente di poterci fidare, abbiamo iniziato a "darci addosso", trascinando tutti il tavolo in una spirale cannibale decisamente gwep. A me è piaciuto, ma a Lapo ad esempio, no. (Il quarto giocatore mi pare fosse Spiegel).
Non so se fosse riferito ai contenuti o al tipo di gioco (in cui sono di fatto gli altri a proporti le poste del conflitto su cui tu scegli), non ne abbiamo mai parlato.
Glenda:
--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite][p]Nella mia partita di Dubbio a Mosquito (2009?) una ragazza si è messa a piangere durante e dopo, epperò in qualche modo la cosa le è piaciuta...[/p][p]certo che possono riaffiorare le sofferenze e i traumi, ma generalmente riaffiorano in maniera sana. se poi non è così, è un rischio che va messo in conto prima. potrebbe capitare scrivendo o ascoltando una canzone, e allora la gente che soffre non deve più creare? sarebbe la fine dell'arte...[/p]
--- Termina citazione ---
Io invece ho visto gente stare male in teatro, per le stesse ragioni, e in maniera per nulla sana. Non mi è piaciuto e per questo non parteciperò mai ad un gioco di questo genere, nè, men che meno, farò mai da facilitatore, a meno che non si tratti di tematiche di cui non mi importa niente.
Oggettivamente penso che far giocare la gente a certi giochi senza avere la preparazione giusta per farlo e senza avvisare sia veramente qualcosa di ingiusto.
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Se però si è in un gruppo di amici (e intendo amici VERI, che si conoscono reciprocamente e si fidano gli uni degli altri) allora è completamente un'altra storia, e mi trovo d'accordo con Ezio nel dire che diventa una forma di confidenza tra amici, solo filtrata da uno strumento. Ma il "contratto sociale" impone di essere chiari in partenza sulla tematica, perchè far giocare Flower for Mara a una persona che ha problemi a metabolizzare il lutto significa fare danni. Penso che quando si parla di emozioni, si debba sempre - in gioco ma anche in altre situazioni, che ho vissuto come facilitatrice di circle time - andare molto cauti.
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Poi bisogna sapere cosa si vuole dal gioco: io le emozioni profonde, quelle che fanno star male, preferisco tirarle fuori con altri strumenti, ci possono invece essere persone per cui il gioco è un mezzo per tirar fuori cose che altrimenti sarebbe difficile esprimere. Ognuno ha la sua personalità: ma proprio per questo bisogna parlare con chiarezza sempre, e - secondo me - è un dovere morale farlo per qualsiasi gioco che va a tirare fuori problematiche forti. Non farlo significa forzare la gente a mettersi in gioco suo malgrado, e trovo questa un atto criminale non meno che costringere qualcuno con la forza a spogliarsi in pubblico.
Davide Losito - ( Khana ):
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