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Play Unsafe e Psicoterapia
Moreno Roncucci:
Il Bleed, come obiettivo a sé stante, è una definizione e un obiettivo tipicamente Jeep. E' totalmente indipendente da qualunque altra considerazione (tipo per esempio "OK, bleed: cosa ci fai?") e quindi mi lascia un po' freddo come scopo del game design.
La teoria forgita distinguerebbe subito il senso e lo scopo di quello che si fa, e troverebbe il cosiddetto "Bleed" che avviene in Dubbio (nella creazione di una storia) completamente diverso da quello che avviene in Fat Man Down o Lady & Otto. Visto che queste differenze cambiano completamente tutto il contesto di gioco, credo sia meglio nel dizionario tenere ben distinti i termini forgiti da quelli Jeep.
Sul topic... non vorrei dire una tautologia, ma questi giochi non POSSONO essere psicoterapia, per una ragione molto semplice: non li conduce uno psicoterapeuta.
"unsafe" non ha una definizione perchè è semplicemente un non essere "safe". "Safe" ha una definizione, è il giocare sempre la solita roba senza fare mai niente di nuovo. Poi puoi giocare "unsafe" in tante maniere: improvvisando di più, cambiando gioco, parlando di temi più forti, etc.
Ezio:
--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Quindi, Ezio, tu sei a favore di una definizione di Unsafe = volutamente oltre Lines e Veils?
Perché per Walmsley è solo "giocate senza pianificare le cose".
--- Termina citazione ---
Non proprio. Mi rendo conto che linee e veli siano a volte essenziali (anche se, personalmente, ritengo che una volta che ci si è imbarcati in certi temi la cosa migliore da fare sia bere la coppa fino in fondo, ma è un'attitudine del tutto personale) e non è che la loro presenza o assenza crei un gioco più o meno unsafe.
Io parto da quello che dice Walmsley, in pratica nel mettersi di fronte a cose nuove, "insicure" perché mai provate, e osservo come nel tempo il suo significato si sia espando a quello che dice Moreno nell'ultima frase arrivando, nella mia impressione, a indicare più un gioco estremamente passionale, capace di toccare temi forti e di suscitare emozioni reali e spesso forti al giocatore.
Il senso in cui Unsafe viene usato dall'autore del thread è indice proprio di questa trasformazione, se ci badi.
Michele Pupo:
--- Citazione ---Playing Doubt close to home regularly causes bleed as a consequence of using own experiences in the game and re-living relationship situations or reflecting on relationships"
La parte evidenziata è "psicodramma"
--- Termina citazione ---
Come giustamente faceva notare Davide, è semmai nel close to home che potrebbe venir coinvolta la psicologia, ed infatti è quanto ho visto con i miei occhi in un famigerato larp, quello in cui tre persone ebbero una crisi dovuta all'avere dovuto affrontare col personaggio temi close to home. Come dire se nel tuo passato/presente hai dei traumi o situazioni che ti causano forte sofferenza doverli vivere anche col personaggio può portare gravi conseguenze. Dico "può" perchè non ho la minima idea se andrà sempre così, non sono uno psicologo e la mia ossercazione è legata solo a quell'evento.
Per il resto si può usare tranquillamente il bleed purchè la persona si pronta ad affrontare le emozioni che scatena. Se mi spavento facilmente fare un gioco horror dove ci si spaventa un sacco potrebbe non essere sano.
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno[/cite]"unsafe" non ha una definizione perchè è semplicemente un non essere "safe". "Safe" ha una definizione, è il giocare sempre la solita roba senza fare mai niente di nuovo. Poi puoi giocare "unsafe" in tante maniere: improvvisando di più, cambiando gioco, parlando di temi più forti, etc.
--- Termina citazione ---
Bhe ha una definizione relativa, mica bisogna definire tutto in termini assoluti per individuare precise categorie di gioco. Per il resto concordo con quanto hai scritto
Ezio:
--- Citazione ---[cite]Autore: robur[/cite]Bhe ha una definizione relativa, mica bisogna definire tutto in termini assoluti per individuare precise categorie di gioco
--- Termina citazione ---
Si, certo. Per questo però serve l'AP :-)
Ora che ho scritto due righe tratte da un gioco per spiegare come io intendo, in questo momento, "unsafe" so che possiamo essere sulla stessa lunghezza d'onda e non trovarci a parlare di cose diverse senza accorgercene.
Niccolò:
Nella mia partita di Dubbio a Mosquito (2009?) una ragazza si è messa a piangere durante e dopo, epperò in qualche modo la cosa le è piaciuta...
certo che possono riaffiorare le sofferenze e i traumi, ma generalmente riaffiorano in maniera sana. se poi non è così, è un rischio che va messo in conto prima. potrebbe capitare scrivendo o ascoltando una canzone, e allora la gente che soffre non deve più creare? sarebbe la fine dell'arte...
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