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Non giocatori = "Babbani"? Spiego e rifletto.

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Alessio Latini:
Ma ragazzi scusate, semplicemente non catalogare no è? :)

Dai, voglio dire, noi siamo Giocatori ok, come tanti altri lo sono ma di altre cose.
Come tanti altri non lo sono e saranno qualcosaltro.

Io personalmente non vedo assolutamente la necessità di catalogare, perchè anche l'espressione "Non Giocatori" è un catalogare.
Sivuramente Babbani può risultare offensivo, come Parpuzi o altre amenità.

Queste cose, diciamole fra di noi, per ridere e per fare un po' di ironia, ma noi le capiamo e gli diamo un valore giusto e ridimensionato.
Altri potrebbero malamente fraintendere.

Noi siamo Gente Che Gioca... gli altri no... punto :)

Ezio:
Che, avendo provato a lungo e a fondo il gioco tradizionale, per anni e anni, rivendico il diritto di dire fare un'analisi di quanto ho provato direttamente, prendere una fetta di quei giochi, capire che sono un unico gioco, dargli il titolo di "Parpuzio" e dire che questo unico gioco è disegnato male e una bomba ad orologeria sociale.
E lo faccio perché è la mia opinione personale, maturata, riflettuta e argomentata, non come uno che "non ha capito". Ho capito fin troppo bene!

Ma, naturalmente, chi gioca a Parpuzio si sente spesso offeso a livello personale dal giudizio sul gioco (e anche qui... esperienza personale, diretta e profonda).

Matteo Stendardi Turini:

--- Citazione ---[cite]Autore: Diegus[/cite]Sarebbe come se io ora ODIASSI una disciplina sportiva (o una forma d'arte) che mi ha dato tanto in passato solo perchè prediligo un'altra, "più evoluta e consona" per i miei bisogni attuali.
--- Termina citazione ---

Ma no, il problema sta nel fatto che quell'attività tende e provocare rapporti disfunzionali fra persone e, ai limiti più estremi, settarismo ed élitarismo da dare ragione a Dark Tower, quando non fungere da sfogo a veri e propri disturbi mentali.
Non è solo questione di non sputare nel piatto in cui si sia mangiato: è il riconoscimento che in quel piatto, in mezzo a qualche legume, ci fosse pure del curaro. Bravo chi riesce a scansare il veleno, ma è tutto merito suo, non del contenuto del piatto.
A questo si moltiplica quindi il fastidio provato nel vedere il piatto avveleneato proposto come "unica vera pietanza", sia a livello di singoli (basta fare un giretto per i vari forum di gdr), sia a livello mainstream, ed ecco giustificato l'astio.

Che comunque rimane per il gioco, non per le persone.

[ipercrosspost]

Ezio:
Uh... ragazzi, ho riletto il mio post qui sopra... è uscito circa 100 volte più ostile di quanto volessi.

In pratica sto cercando di dire più o meno le cose che dice Matteo, con l'aggiunta che i giudizi sul gioco tradizionale non vengono dati basandosi su qualche cattivo GM incontrato, ma per esperienza diretta e perdurata nel tempo, e che i flame si originano quando le critiche (pesanti e castranti) al gioco vengono lette come personali.

Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite] la parola "babbani" è inestirpabile perchè fa parte dell'identità Geek: persino nella Mailing List del Flying Circus pare impossibile eliminarla, anzi è diffusissima
--- Termina citazione ---

E' diffusissima come sinonimo di "quelli che non sanno", serve a parlare internamente alla ML e i suddetti "babbani" sono da sempre il target dell'organizzazione FC, dato che i nostri "live free-form da gay" non interessano di certo il D&Dista sfegatato ^^
In questo contesto equivale a usare "stranieri" o "nuovi". Siccome qualcuno aveva sollevato dubbi sull'utilizzo di "nuovi", perché si era notato che c'erano casi di "ritorno al GdR" dopo aver conosciuto il FC, si è lanciato questo "babbani" che in quello specifico frangente a me ha fatto sorridere.
Se devo scrivere su un supporto elettronico che finisce sullo schermo di chi sa cosa sto dicendo, "babbano" è più rapido da scrivere di "quelle persone che potrebbero essere interessate ai nostri eventi ma non lo sanno perché la loro visione del GdR è quella dell'adolescente brufoloso e satanista che rolla dadi dalle più diverse forme e colori".

Perché lo scrivo? Perché il problema non è solo delle parole, ma di come vengono percepite.
Secondo me Babbani e Parpuzio hanno un "vissuto" simile: da un lato hanno assunto il ruolo di "icone" all'interno di comunità che ne conoscono genesi e significato e in -questo- contesto sono io il primo ad usarle; dall'altro però sono uno dei "muri" che si instaura tra chi è dentro e chi è fuori.

Il fatto che Parpuzio identifichi una "cosa" e Babbani una "persona", secondo me, è un falso problema, perché di fatto identificano allo stesso modo un'attività, quindi "persone che fanno", che per la mente umana è molto più "self" di una semplice descrizione personale.
"Suoni musica di merda" offende molto di più di "sei un negro". Provare per credere, se volete litigare con un jazzista di colore...

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