[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite] la parola "babbani" è inestirpabile perchè fa parte dell'identità Geek: persino nella Mailing List del Flying Circus pare impossibile eliminarla, anzi è diffusissima
E' diffusissima come sinonimo di "quelli che non sanno", serve a parlare internamente alla ML e i suddetti "babbani" sono da sempre il target dell'organizzazione FC, dato che i nostri "live free-form da gay" non interessano di certo il D&Dista sfegatato ^^
In questo contesto equivale a usare "stranieri" o "nuovi". Siccome qualcuno aveva sollevato dubbi sull'utilizzo di "nuovi", perché si era notato che c'erano casi di "ritorno al GdR" dopo aver conosciuto il FC, si è lanciato questo "babbani" che in quello specifico frangente a me ha fatto sorridere.
Se devo scrivere su un supporto elettronico che finisce sullo schermo di chi sa cosa sto dicendo, "babbano" è più rapido da scrivere di "quelle persone che potrebbero essere interessate ai nostri eventi ma non lo sanno perché la loro visione del GdR è quella dell'adolescente brufoloso e satanista che rolla dadi dalle più diverse forme e colori".
Perché lo scrivo? Perché il problema non è solo delle parole, ma di come vengono percepite.
Secondo me Babbani e Parpuzio hanno un "vissuto" simile: da un lato hanno assunto il ruolo di "icone" all'interno di comunità che ne conoscono genesi e significato e in -questo- contesto sono io il primo ad usarle; dall'altro però sono uno dei "muri" che si instaura tra chi è dentro e chi è fuori.
Il fatto che Parpuzio identifichi una "cosa" e Babbani una "persona", secondo me, è un falso problema, perché di fatto identificano allo stesso modo un'attività, quindi "persone che fanno", che per la mente umana è molto più "self" di una semplice descrizione personale.
"Suoni musica di merda" offende molto di più di "sei un negro". Provare per credere, se volete litigare con un jazzista di colore...