Autore Topic: Battezzare i personaggi  (Letto 14091 volte)

Ezio

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Battezzare i personaggi
« il: 2010-02-22 15:23:06 »
Riprendo da qui

Porto alla vostra considerazione un mio pensiero, originatosi pian piano e maturato ben prima della mia scoperta del gioco coerente.

Sicuramente avrete presente il problema di cui sto per parlare: il momento tragico in cui c'è da riempire quella singola riga sulla scheda del personaggio, la parte che dice "Nome".
Persone che compilano con sicumera e competenza liste di talenti e poteri, fanno calcoli complessi per rientrare nel budget di Punti Personaggio, hanno idee fighissime per personaggi e storie epiche di ogni tipo alzano lo sguardo dalla scheda e ti guardano come cuccioloni spersi. Fanno proprio gli occhioni alla Bambi. È quasi divertente.

Personalmente non ho mai avuto di questi problemi. Mi sembra, anzi, un falso problema. Il nome del personaggio è facili da trovare. Esistono fonti insospettabili che ci circondano. Dall'elenco del telefono ai romanzi russi, da Wikipedia al sito della città di Boston al catalogo Ikea per i nomi vichinghi (grazie, Rafu) siamo pieni di fonti d'ispirazione, da cui non è possibile trarre un "nome figo".
Lo stesso valga per il nome della serie se giochiamo ad AiPS, il nome del Ramo di Cani, del villaggio di La Mia Vita col Padrone, del bar in cui si trovano i PG di Annalise. Enormi difficoltà nel tirarlo fuori, eppure sono parti importanti del gioco, sono l'etichetta che ci consente di riconoscerli, di renderli enti vitali e distinti.

Nel corso degli anni ho visto spesso risolvere questo terribile empasse con un terribile: "Ok, il nome non è importante, intanto giochiamo" (specialmente in D&D, meno in Vampiri, in cui si ricorre di solito a un nome "standard" sulla falsariga di "Uaueuiuo, il Corruttore"). Risultato? Non-gioco. Quelle erano le singole partite in cui era evidente come ai giocatori non fregasse assolutamente nulla, giocavano giusto per far casino e sparare stronzate tra di loro. Sempre, con certezza matematica.

Adesso aggiungo un ulteriore elemento a questa mia vecchia analisi. Chi ha più difficoltà nel battezzare persone, oggetti, luoghi, è, spesso, quello che gioca più safe. Mai avuto problemi di questo tipo quando mi getto davvero sull'unsafe più spinto.

Partendo da queste osservazioni mi viene quindi da pensare che questo genere di difficoltà onomastiche non partano da una reale mancanza di fantasia o carenza di informazioni, ma faccia parte di quegli inconsci meccanismi di difesa che emergono spesso. Non dando nomi a persone, cose e luoghi questi non assumono realtà, rimangono in un limbo in cui è impossibile distinguerli da mille altri uguali (rimane UN personaggio non QUEL personaggio), ed è quindi impossibile sentire empatia o anche solo familiarità nei loro confronti, e questo aiuta enormemente, anzi, ne è la base, il distacco emotivo dal gioco.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Glenda

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« Risposta #1 il: 2010-02-22 15:36:16 »
Per me è DIFFICILISSIMO trovare un nome, ed il motivo è questo: un personaggio, mentre inizio a immaginarlo, nasce con una faccia. E io voglio un nome che si adatti a quella faccia. Non posso chiamare con un nome sonoro, con suoni forti, un personaggio esile e smarrito, e viceversa. Per me è una questione di "suoni"...ad ogni faccia si adatta un suono...I miei vicini di casa hanno chiamato loro figlio "Igor" ben sapendo che sarà un bambino piccolino e smilzino (essendo da generazioni sia lui che lei graziosi e piccini)...secondo me è una stonatura! XDDDDD
Io personalmente a volte ho costruito personaggi solo intorno ad un nome che mi girava in testa. Dal nome è nato tutto intorno. E' un po' come quando chiami il tuo personaggio "Zeno" e da questo nasce un romanzo di 300 pagine...
"al di là del torto e la ragione, contano soltanto le persone"

Mattia Bulgarelli

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« Risposta #2 il: 2010-02-22 15:38:58 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite]Nel corso degli anni ho visto spesso risolvere questo terribile empasse con un terribile: "Ok, il nome non è importante, intanto giochiamo" (specialmente in D&D,

Ho una testimone diretta di un nano che s'è fatto SEI livelli senza avere un nome. Gli altri giocatori si divertivano a far incazvolareTM il giocatore chiamandogli il PG "ciccino".
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

Niccolò

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« Risposta #3 il: 2010-02-22 15:51:22 »
Citazione
[cite]Autore: Glenda[/cite].I miei vicini di casa hanno chiamato loro figlio "Igor" ben sapendo che sarà un bambino piccolino e smilzino (essendo da generazioni sia lui che lei graziosi e piccini)...secondo me è una stonatura! XDDDDD


igor a me da l'idea di piccolo e gracile... e considera che l'unico igor che conosco è un bodybuilder...

Battezzare i personaggi
« Risposta #4 il: 2010-02-22 15:56:02 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite][p]Adesso aggiungo un ulteriore elemento a questa mia vecchia analisi. Chi ha più difficoltà nel battezzare persone, oggetti, luoghi, è, spesso, quello che gioca più safe. Mai avuto problemi di questo tipo quando mi getto davvero sull'unsafe più spinto.[/p][p]Partendo da queste osservazioni mi viene quindi da pensare che questo genere di difficoltà onomastiche non partano da una reale mancanza di fantasia o carenza di informazioni, ma faccia parte di quegli inconsci meccanismi di difesa che emergono spesso. Non dando nomi a persone, cose e luoghi questi non assumono realtà, rimangono in un limbo in cui è impossibile distinguerli da mille altri uguali (rimane UN personaggio non QUEL personaggio), ed è quindi impossibile sentire empatia o anche solo familiarità nei loro confronti, e questo aiuta enormemente, anzi, ne è la base, il distacco emotivo dal gioco.[/p]


No direi proprio no... A volte è anche una conseguenza di gioco safe, ma non è una discriminante...

Anche io sono come Glenda, spesso passo un sacco di tempo in cerca del nome perché voglio un nome che si adatti al mio personaggio... Insomma, do al nome un significato piuttosto importante...
Allo stesso modo, per me è impossibile cominciare a giocare senza dare un nome al personaggio ò_ò (nei giochi in cui è richiesto, ovvio), perché appunto per me è una cosa di estrema importanza, tanto da doverci perdere tempo, spesso e volentieri...

Ad ogni modo, me la cavo molto meglio con nomi reali che nomi "fantastici"!

Ezio

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Battezzare i personaggi
« Risposta #5 il: 2010-02-22 15:56:39 »
E... dove sta la difficoltà?
Non capisco sul serio.
Hai a disposizione una casistica ENORME, INFINITA, da Satimbe (Dogon del Mali) a Mario (Italiani del Mediterraneo) e facilmente accessibile. Se "senti" il personaggio (il luogo, l'oggetto) che difficoltà c'è nel fare Adamo e trovare il suono giusto che lo contraddistingua, anche soggettivamente?

L'unica risposta che sono riuscito a darmi per questa domanda, osservando cosa succedeva al tavolo negli anni è: desiderio di distacco.
« Ultima modifica: 2010-02-22 15:56:59 da Aetius »
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Battezzare i personaggi
« Risposta #6 il: 2010-02-22 16:03:31 »
Uhm... Domanda per Ezio: qual'è il "livello" che ti fa scattare i campanelli d'allarme di cui parli in questo thread, di preciso?

Cioè: un discorso è far entrare il pg in gioco senza che abbia un nome (e sì, concordo che non è il massimo per la credibilità della fiction), un discorso è avere un attimo di titubanza quando è ora di sceglierlo... Per poi farlo, dopo averci pensato un po'.

Quindi precisa meglio ;-)
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Ezio

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« Risposta #7 il: 2010-02-22 16:15:05 »
Tempi "ragionevoli", Paul.

Non parlo di qualche secondo, o un paio di minuti, per valutare le opzioni che hai in testa, parlo di quei giocatori che vanno in panico totale quando c'è da scegliere come chiamare qualcosa o rimangono a pensarci per ore o lasciano fare agli altri.
Parlo di quando si esce dalla fase "pensa al personaggio", si deve battezzare quello che si è creato e vedi che chi hai davanti non sa che pesci prendere e preferirebbe fare qualunque cosa pur di non doversi (di nuovo!) inventare un nome per il proprio personaggio.
Non credo che sia capitato solo a me di vedere queste cose.
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Niccolò

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« Risposta #8 il: 2010-02-22 16:21:56 »
un'altra cosa classica è il nome ricorrente (sotoinsieme del personaggio ricorrente)

è quando un giocatore fa lo stesso personaggio appena muore il precedente, e lo chiama con lo stesso nome, una variazione, o addirittura in maniera ordinale (pipino secondo, irenicus quinto, ecc).

a volte la scheda è uguale, a volte è diversissima. a volte il carattere è lo stesso, a volte varia. sono tutte iterazioni di uno stesso fenomeno, per voi? o vale la pena di separarle?

Ezio

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« Risposta #9 il: 2010-02-22 16:31:30 »
Forse sono diverse, ma non così tanto.

Mi spiego.

Io identifico l'incapacità di nominare un ente come una mancanza di commitment. Il nome dà realtà all'ente e non battezzandolo si evita di dargli questa dignità. Si crea un forte distacco, che ci consente di non partecipare alla storia di quest'ente. Vuoi come protezione (se non esiste non starò male quando verrà distrutto), vuoi come menefreghismo. Questo effetto può essere raggiunto anche con un nome privo di reale significato (Puzzon Puzzonentis in una campagna "seria" a D&D, per esempio) o il nome serializzato e standardizzato dall'ambientazione (Eleuterio l'Oscuro, del Clan Lasombra). Sono tutte tecniche di distacco dalla propria creazione attraverso la negazione dell'identità della stessa.

Di contro il "PG ricorrente" l'ho spesso visto in persone che sono TROPPO attaccate al personaggio e invece di difendersi passivamente adottano questa metempsicosi tra campagne, regolamenti e morti varie per salvaguardare la propria creazione, per impedire che chiunque possa mettere la parola "fine" alla sua storia, arrivando pienamente al marysueismo.

Quest'ultimo atteggiamento lo vedo molto meno nei giochi coerenti, in cui il tuo contributo narrativo è equamente considerato e quindi difficilmente il tuo personaggio arriverà ad una conclusione che non ti gusta. Di contro il primo fenomeno l'ho visto spesso anche con giochi coerenti.
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Battezzare i personaggi
« Risposta #10 il: 2010-02-22 16:35:31 »
Mai, mai, mai avuto un problema di questo tipo. Semmai tendo ad avere sterotipi filmici nei nomi. (tipo che se faccio il personaggio capoccione in un'ambientazione moderna o è di ascendenza slava/russa o tedesca o ebreo ashkenazita, che copre le precedenti categorie). Poi, vabbé, sui PNG mi scateno: mi documento sui nomi del posto, cerco la plausibilità, oppure li prendo da esperienze personali...
« Ultima modifica: 2010-02-22 16:37:56 da MaxLambertini »

Mauro

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« Risposta #11 il: 2010-02-22 16:36:31 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite]Hai a disposizione una casistica ENORME, INFINITA, da Satimbe (Dogon del Mali) a Mario (Italiani del Mediterraneo) e facilmente accessibile. Se "senti" il personaggio (il luogo, l'oggetto) che difficoltà c'è nel fare Adamo e trovare il suono giusto che lo contraddistingua, anche soggettivamente?

Anche senza entrare nella difficoltà che uno può avere nel trovare un nome che lo convinca, non è detto che si conosca quella casistica infinita: ora so che potrei chiamare "Satimbe" un Dogon del Mali, ma se prima che io avessi letto questo tuo messaggio mi avessi chiesto di dare un nome a un Dogon del Mali... buio.
Con personaggi fantasy, c'è anche da dire che la casistica stessa può essere un problema: i nomi che vengono più facilmente in mente sono quelli noti (Elfo, Legolas; Nano, Flint), ma c'è chi preferisce non usare quei nomi.

Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite]Io identifico l'incapacità di nominare un ente come una mancanza di commitment

Potrebbe anche indicare che uno ci tiene a identificare l'ente tramite il nome in modo che lo convinca veramente; se non me ne frega nulla... gli do il primo nome che mi viene in mente.

Battezzare i personaggi
« Risposta #12 il: 2010-02-22 16:40:35 »
Direi però di creare altri sottoinsiemi, non si può fare di tutta l'erba un fascio...

C'è chi ci mette tempo per decidere un nome perché ci tiene e chi ci mette tanto tempo perché non gliene frega nulla...
Poi ehi, uscirsene con un nome a bacchetta non è esattamente una cosa così semplice, di sicuro non da tutti, molti miei amici ci mettono tempo a dare dei nomi alle cose in ambiti diversi dal gdr. Cavolo, i genitori ci mettono mesi a dare un nome ai figli, non penso c'entri molto con il voler fare una cosa Safe!

Ezio

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« Risposta #13 il: 2010-02-22 16:42:48 »
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Anche senza entrare nella difficoltà che uno può avere nel trovare un nome che lo convinca, non è detto che si conosca quella casistica infinita: ora so che potrei chiamare "Satimbe" un Dogon del Mali, ma se prima che io avessi letto questo tuo messaggio mi avessi chiesto di dare un nome a un Dogon del Mali... buio.
Con personaggi fantasy, c'è anche da dire che la casistica stessa può essere un problema: i nomi che vengono più facilmente in mente sono quelli noti (Elfo, Legolas; Nano, Flint), ma c'è chi preferisce non usare quei nomi.


Hmmm... non ti offendi se ti rispondo "bof", vero?
Basta guardarsi attorno.
Ieri Rafu mi raccontava di come, giocando a Trollbabe, un catalogo Ikea trovato per caso si sia rivelato uno strumento prezioso per nominare i PNG vichinghi. Se ti serve un nome africano l'elenco telefonico di Milano dovrebbe essere una miniera. Se ti serve un nome fantasy prendi da tutto quello che vuoi, e da lì parti (di solito le marche di elettrodomestici sono preziose).

Tutte queste non mi sembrano che scuse, onestamente :-/
Un po' di inventiva e il gioco è fatto, la scusa "Ma io non ho fantasia/ma io non conosco la convenzione di nomenclatura" crolla come un castello di carte.

Citazione
[cite]Autore: MaxLambertini[/cite]Mai, mai, mai avuto un problema di questo tipo. Semmai tendo ad avere sterotipi filmici nei nomi. (tipo che se faccio il personaggio capoccione in un'ambientazione moderna o è di ascendenza slava/russa o tedesca o ebreo ashkenazita, che copre le precedenti categorie).


Tu no, ma non hai mai giocato con persone che invece cadevano dritte in queste difficoltà?

EDIT, crosspost:
Citazione
[cite]Autore: Mark[/cite]C'è chi ci mette tempo per decidere un nome perché ci tiene


E infatti sopra dico di non starmene lì col cronometro. Sto parlando di persone seriamente in difficoltà che indipendentemente dal tempo dato non riescono a completare quella righetta sulla scheda. Quelle che a ogni tentativo di aiuto rispondono con un "Boh, fa tu". Quelle che rimangono mezz'ora a sfogliare l'elenco di nomi di Polaris, per dire.
Ne ho viste un'enormità, e tutte portavano allo stile di gioco di cui ho parlato sopra.
« Ultima modifica: 2010-02-22 16:45:38 da Aetius »
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Battezzare i personaggi
« Risposta #14 il: 2010-02-22 16:43:11 »
Io addirittura nelle partite di Elar suggerisco di pensare anche a soprannomi o a appellativi che possano sembrare "cool" se fossimo in un libro.
Tipo "Il Capo", "Il killer", "Guercio", "Detective". Sono "nomi", ossia "etichette con cui gli altri si rivolgeranno al tuo personaggio durante il gioco".
A me sembrava una cosa banale, l'ho tirata fuori una volta che uno giocatore proprio non sapeva come battezzare il PG e ha suscitato talmente scalpore che adesso è una frase di rito, per qualsiasi gioco.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

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