Preferirei di no, Khana. Evito volentieri la guerra dei titoli. Se ci si sente particolarmente competenti in una disciplina che può rientrare nell'analisi del gdr si apre un blog, scrive degli articoli e poi li sottopone alla "comunità". Se prenderanno piede vorrà dire che aveva ragione, o quantomeno che le sue idee sono davvero condivisibili. Discorsi di elitismo su un forum di discussione mi sembrano un po' sciocchi...
Detto questo dimenticatevi che sono un archivista/bibliotecario (bibliotecario, strettamente, ma ormai non ho ben chiaro neanch'io il reale confine tra le due cose. E dire che una volta mi sembrava così evidente...) e prendete le mie parole come quelle dell'ultimo imbecille che sta dando un suo parere ragionato, perché davvero non sono altro.
Si parla di catalogazione, giusto? Di un sistema per classificare i giochi. Mi permetto quindi di fare un piccolo esercizio mentale. Creo una "biblioteca perfetta", senza limiti di spazio e risorse, in cui se vogliamo possiamo anche mettere un singolo libro per scaffale, e la riempio con tutto il materiale a mia disposizione, ordinato secondo il miglior modo possibile, ovvero secondo il metodo che renda la fruizione del materiale raccolto il più facile possibile.
Il difficile sta nel trovare quale sia questo modo.
Adesso come adesso ci sono due armadi, uno etichettato "Parpuzio", l'altro "New Wave", e questo sistema ha rivelato la sua inadeguatezza. Stiamo ora discutendo su come etichettare i nuovi scaffali, e secondo quale criterio riempirli.
Innanzitutto bisognerebbe definire un obiettivo. La nostra biblioteca immaginaria deve essere una biblioteca "pubblica" o specialistica? Vogliamo che sia usata per diffondere il proprio contenuto al maggior numero di persone possibili o che sia uno strumento di consultazione specialistico?
La scelta di questo aspetto cambierà radicalmente la struttura della nostra rinnovata biblioteca, poiché cambia il tipo di fruizione da semplificare il più possibile.
I potenziali valori significati che possiamo individuare nel nostro oggetto (i giochi di ruolo) sono, come sempre, infiniti. Potremmo catalogarli per anno di edizione, casa editrice, autore, colore della copertina, numero di pagine, lunghezza massima delle parole. A seconda del pubblico che dovrà fruire la nostra biblioteca sceglieremo da questo calderone infinito un o più valori che ci guideranno nella nostra catalogazione, e li sceglieremo in base a quello che è più utile ai nostri utenti che caratterizza meglio le opere a partire dalla loro prospettiva.
Pere esempio: ci interessa studiare il fenomeno dal punto di vista storico, la sua evoluzione? La risposta qui è semplice e diretta: dobbiamo privilegiare l'anno di edizione, senza se e senza ma. Non possiamo parlare di generazioni, che sono una sovrastruttura soggettiva, al massimo di decenni. Ci penseranno poi gli studiosi ad analizzare il materiale che noi abbiamo reso fruibile.
Nel creare la nostra biblioteca virtuale posso individuare due categorie possibili di utenti: lo "studioso" e il fruitore generico. Il fruitore generico è chi gioca e basta, la sua esigenza è riconoscere un gioco dall'altro secondo il tipo di esperienza che propone, ci chiede di indicargli dove trovare un gioco che possa dargli l'esperienza voluta. Lo studioso cerca i giochi per analizzarli più a fondo, per capire come forniscono una data esperienza.
In entrambi i casi credo che il nostro elemento significativo dovrebbe essere il Sistema (o meglio, il sistema che promuove. Non mi importa, ora, se Cani può essere giocato col S0, non è quello che promuove). Non tanto perché "does matter", ma perché è un elemento fortemente significativo. Comprende gran parte delle "cose importanti" da sapere su come si gioca un gioco, è a sua volta un insieme che raccoglie tutta una serie di elementi caratterizzanti (le regole).
Perché?
Soprattutto perché ha il vantaggio di essere intrinseco al gioco. È il gioco a possedere (o promuovere) un sistema, e da questo dato reale e osservabile deriva una discreta certezza nella catalogazione. Chiunque è in grado di individuare un Sistema dietro un gioco dopo averlo provato, e quindi infilarlo nello scaffale giusto, insieme agli altri giochi che promuovono quel sistema (una volta inteso cosa SIA il sistema, do per scontato che ci accordiamo sul Principio di lumpley). È sempre il Sistema a veicolare una data esperienza di gioco, sarà quindi utile ad entrambe le utenze che ipotizzo sopra, che potranno raggiungere un dato scaffale e trovarvi riuniti tutti i giochi che presentano caratteristiche simili in questo senso.
Il difetto del Sistema è l'essere un po' "piccolo". Molti scaffali avranno un solo volume, altri potrebbero essere più pieni. Su questo problema le esigenze della nostra utenza si dividono, e noi dobbiamo quindi prendere strade separate.
Allo "studioso", tendenzialmente, la molecolarizzazione non importa. La sua esigenza principale è quella della precisione. Deve essere in grado di fare un ragionamento preciso su una serie di regole e meccaniche e i propri effetti. Tant'è vero che nelle discussioni di teoria migliori, a partire dagli essay GNS, si finisce a parlare sempre a parlare di singoli giochi e sistemi di gioco. In questo senso addirittura il Titolo potrebbe essere il valore che cerchiamo, dato anche che che spesso Sistema e Titolo coincidono (la questione dello scaffale con un solo gioco vista prima).
L'utente generico potrebbe trovare utile anche un ulteriore livello. In questo caso ho ancora dei dubbi, ma credo che forse potrebbe essere utile una divisione per metodologia di diffusione: grande distribuzione, piccola distribuzione, indie, dato che queste caratteristiche tendono a portare con sé anche valori di design piuttosto marcati. Non sono ancora giunto a conclusioni su questo argomento, però, e quanto scritto nell'ultima frase potrebbero essere boiate atomiche che mi rimangerò la settimana prossima.
Il fatto è che queste macro-categorie non sono sufficienti, bisogna scendere più a fondo e creare un livello più specifico.
Avrete già capito dove voglio andare a parare, immagino.
Il livello più specifico a cui possiamo scendere senza snaturare gli oggetti classificati è di nuovo il Sistema (o il Titolo). Sfruttandolo insieme all'ipotetico livello superiorio possiamo dare al nostro "utente generico" un'idea precisa su dove trovare quello che cerca.
Rimangono in sospeso due questioni: insegnare al nostro utente ad usare la catalogazione (ovvero fargli capire cosa fanno i singoli sistemi) e capire quali giochi vanno su quali scaffali (ovvero quale sistema promuovano).
Il primo ostacolo ha una sola soluzione: giocare e far giocare.
Il secondo lo rimetto a chi è più bravo di me in queste cose. Tecnicamente potrebbe essere vero o falso che D&D e Vampiri hanno un solo sistema, definirlo adesso non lo considero il mio compito.
Citazioni da autori purtroppo non ne ho. Raghanatan e Panizzi erano una boutade, giusto due biblioteconomi che ammiro profondamente, ma quello che ho scritto sopra proviene da considerazioni talmente basilari alla disciplina che sarebbe come cercare di citarvi George Mackey per spiegare le moltiplicazioni.
Ovviamente siete perfettamente liberi di dire che quanto ho scritto sopra siano cazzate ma, per favore, qualunque sia il vostro titolo di studio fatelo discutendo e motivando ;-)