Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Definizione di metagame
Iacopo Frigerio:
a mio avviso finchè si parla di giochi, nella sua accezione più generale possibile non ce la si cava più, lo si dice sempre e ci si casca sempre...
Il gioco e il metagioco vanno definiti sempre in merito al singolo gioco e ai motivi per cui si vuole giocare a quel gioco. La sua esistenza o meno, la sua necessità per la funzione del gioco e la sua legalità (o moralità) sono da definire sempre all'interno della cornice di significato precisa...
Senza poi contare che non si può fare di tutta l'erba un fascio... parlare di metagioco in un singolo gioco è parlare di NW nella categoria gdr... Serve ma bisogna ponderare, per ogni gioco possono esserci azioni di metagioco regolari/accettabili/inevitabili e azioni di metagioco illegali/non accettate/deprecabili, quando si parla del metagioco come male si parla di quelle specifiche azioni che sono giudicate nocive perchè rovinano il divertimento (o la regolarità), l'errore semmai è stato eleggere quel tipo specifico di metagioco a tutto il Metagioco e per questo farci la santa inquisizione sopra...
Forse se si vuole sviscerare l'argomento conviene passare ai singoli gdr... sia NW che tradizionali...
Paolo "Ermy" Davolio:
Il problema nella definizione di metagame, secondo me, è questo:
nei giochi in generale, il metagame è: guadagnare vantaggio attraverso cose fuori dalle regole del gioco (ditemi se sbaglio), vedere l'esempio di warhammer e degli scacchi.
Invece, nei gdr, il metagame viene percepito come: guadagnare vantaggio attraverso cose fuori dalla fiction.
E' con quel tipo di metagame che la gente si scandalizza, ed è quel tipo di metagame che viene spesso additato come "Il Male".
(alcuni hanno già fatto questa mia distinzione più sopra)
E credo anche di sapere perchè viene percepito come tale... Un motivo legato al design dei giochi degli anni '90: la solita "paura delle regole".
Quando le regole del gioco aiutano a raggiungere il divertimento nel realizzare le premesse del gioco, non vengono percepite come una cosa da evitare... E, in generale, nemmeno quando le regole del gioco rinforzano la fiction.
Ma quando le regole del gioco NON rinforzano la fiction (come per esempio in un qualsiasi gdr come D&D 3.x o il WoD, in cui si cerca di simulare "la fisica del mondo")... Si sente il bisogno di entrare in contatto con la fiction in qualche altro modo, che non preveda le regole.
Entrare in contatto con la fiction senza utilizzare le meccaniche di gioco è più difficile, è "delicato": è il famoso "stare nel personaggio", "interpretare", eccetera eccetera. E' così delicato che... Ragionare in maniera "esterna" alla fiction per influenzare il gioco (il tanto additato metagame) viene percepito come un danno alla fiction stessa, è probabilmente in parte lo è, nei giochi che ho citato sopra.
Insomma... In parole povere ci si "attacca" alla fiction, con le unghie e con i denti, perchè le meccaniche di gioco non lo fanno per te. E quindi è ovvio che il metagame "fuori dalla fiction" viene percepito come dannoso.
Niccolò:
--- Citazione ---[cite]Autore: rgrassi[/cite][p]Guardate che anche nel caso di scacchi agonistici non si sta parlando di comportamenti anti-regolamentari.
Un comportamento anti-regolamentare è manipolare l'orologio dell'avversario. Un comportamento regolamentare è fingere di muovere un pezzo per 5 minuti e poi muoverne un altro. Un comportamento regolamentare è andare in bagno (ma guardare l'analisi della partita sul palmare dove gira Fritz, poi tornare al tavolo e fare la mossa suggerita dal motore scacchistico non lo è). Un comportamento regolamentare ma, forse, scorretto e sospetto, è chiedere di andare sempre in bagno. Negli scacchi è tutto lecito e permesso a patto che non si violi il regolamento (e non si parla delle regole del movimento dei pezzi e della cattura, ma proprio di quelle tra i giocatori). Alcune di queste regole sono prescrittive per determinati tipi di tornei, altre no. Ma altre valgono anche quando si gioca tra amici o si fa una partita non agonistica.
Rob[/p]
--- Termina citazione ---
il fatto è che a un torneo uno che fa i versi o va in bagno ogni 5 minuti "lo devi sucare". tra amici, lo mandi pure affanculo. ma chi è quello sfigato che si fa tormentare così da un "amico" per una partita di scacchi?
--- Citazione ---[cite]Autore: Brother Fang[/cite]Pianificare le azioni sucessive, se so che dietro una porta c'è un determinato mostro, ma il mio personaggio ne è all'oscuro, e tutte le mie azioni sono focalizzate a combattere contro una creatura che il mio personaggio non conosce, e non sa che si trova oltre la soglia, bhe questo è metagame.
--- Termina citazione ---
e se sai la stessa cosa, ma i tuoi sforzi sono tutti tesi a far finire il personaggio che giochi nel modo più inconsapevole possibile nella trappola... è ancora metagame? è ancora dannoso?
Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
--- Citazione ---[cite]Autore: El Rethic[/cite]a mio avviso finchè si parla di giochi, nella sua accezione più generale possibile non ce la si cava più, lo si dice sempre e ci si casca sempre...
Il gioco e il metagioco vanno definiti sempre in merito al singolo gioco e ai motivi per cui si vuole giocare a quel gioco. La sua esistenza o meno, la sua necessità per la funzione del gioco e la sua legalità (o moralità) sono da definire sempre all'interno della cornice di significato precisa...
Senza poi contare che non si può fare di tutta l'erba un fascio... parlare di metagioco in un singolo gioco è parlare di NW nella categoria gdr... Serve ma bisogna ponderare, per ogni gioco possono esserci azioni di metagioco regolari/accettabili/inevitabili e azioni di metagioco illegali/non accettate/deprecabili, quando si parla del metagioco come male si parla di quelle specifiche azioni che sono giudicate nocive perchè rovinano il divertimento (o la regolarità), l'errore semmai è stato eleggere quel tipo specifico di metagioco a tutto il Metagioco e per questo farci la santa inquisizione sopra...
--- Termina citazione ---
Concordo con questa osservazione.
E' vero che il gioco inteso come fiction avviene sempre nello spazio immaginario condiviso (e quindi si potrebbe suppore che tutto ciòche è al di fuori sia meta game), ma il gioco inteso come attività ludica con le sue regole (le regole del gioco), i suoi scopi (lo scopo o gli scopi del gioco), ecc... sono qualcosa che va definito, ed è sempre definito (a maggior ragione nei gdr forgiti, ma c'è anche nel tradizionale).
Ad esempio, in AiPS giocare per ottenere una fiction che vorresti guardare è lo scopo del gioco (quanto può essere quello di dare matto al Re negli scacchi). Creare un problema interessante da esplorare per il proprio personaggio fa parte della strategia di gioco (quanto una buona apertura negli scacchi). Sapere che Mario, uno dei giocatori, è maggiormente creativo quando siede nella comoda poltrona rossa, è metagioco! Siccome lo scopo del gioco è quello di ottenere una fiction che vorresti guardare e Mario è uno dei coautori di questa fiction, fargli trovare la poltrona rossa libera è metagioco.. aiuta ad ottenere il risultato ma non usa le regole del gioco per questo.
Moreno Roncucci:
Vittorio, mettere Mario sulla poltrona rossa, in AiPS, significa fargli avere i turno prima di Matteo invece che prima di Giovanni, e quindi influisce enormemente SULLA FICTION.
Il problema della distinzione "fiction / metafiction" di Davide, è che il "giocare" nei gdr è "produrre fiction", quindi non vedo assolutamente nulla che renda "l'interpretare il personaggio" più "creatore di fiction" che non il dichiarare una comparsa "Personaggio" in Sporchi Segreti o creare un Claim in Annalise o vincere un conflitto in AiPS.
Esempio pratico, Cani nella Vigna, "ti guardo con uno sguardo che ti riempie il cuore di terrore", e' interpretazione. Mettere avanti, contemporaneamente, due d4 invece di 2d10 invece cosa sarebbe? Una coa ininfluente nella fiction? "Metafiction"?
Luisa ha subito un tentativo di stupro sei mesi fa. Questo non ha effetto sulla fiction creata giocando con lei a "La mia vita col padrone"? Non ha effetto sulle linee e i veli adottati in gioco implicitamente anche senza esplicitarli? Sarebbe "metagame"?
Rispetto a cosa? Rispetto alla mera "interpretazione", che nella stragrande maggioranza dei casi nei gdr tradizionali si risolve in "cerco, con le mie scarse doti attoriali, di far capire una cosa senza dirla, tramite la mia espresione facciale", con la risposta dell'altro giocatore "ma perchè mi guarda come un pesce lesso? Ha sonno? Poteva dormire prima di giocare... o forse vuole dirmi qualcosa, ma non posso chiedergli cosa, sarebbe meta-game! Meglio tirare ad indovinare". Cioè "giochiamo a non capirci, chissà che bella fiction verrà fuori!"
Il "gioco", il "game", in un gdr giocato con intelligenza, sfrutta TUTTO per creare fiction (o sfida, o quello che vuoi). Considerare qualcosa "metagame" vuol dire semplicemente non aver capito il "game".
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