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L'Arte del Game Design

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Dr. Zero:

--- Citazione ---Si stabilisce quindi una sorta di singolare impostazione tale per cui l'atto creativo originario che ha mosso la mano dell'artista crea un oggetto che è un segno privo di significato, ma che fa scattare un simile, contrapposto e riflesso atto creativo nel fruitore (tu), che inconsciamente si ostina a dare un senso a quello che vede.
--- Termina citazione ---

Quindi uno fa una cosa a caso, ma chi lo guarda, pensando che l'artista non potesse essere un tale pirla, ne cerca fino alla disperazione un significato, che sarà proiettato sulle proprie esperienze e conoscenze?
Ho capito bene?

Leonardo:

--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Si stabilisce quindi una sorta di singolare impostazione tale per cui l'atto creativo originario che ha mosso la mano dell'artista crea un oggetto che è un segno privo di significato, ma che fa scattare un simile, contrapposto e riflesso atto creativo nel fruitore (tu), che inconsciamente si ostina adare un sensoa quello che vede.
--- Termina citazione ---


Questo effetto l'ho visto succedere spessissimo anche in fotografia, forma espressiva che viene spesso erroneamente ritenuta oggettiva. E anche quando dietro alla realizzazione di quella particolare fotografia non c'era necessariamente una "premeditazione artistica".

Thomas, quella che descrivi è la versione negativa, arrabbiata, e anche estremizzata del processo (ma mi piace la provocazione). A parte che non tutte le opere d'arte sono necessariamente criptiche fino all'inverosimile, in generale è il processo di fruizione dell'opera che può scatenare nella persona l'esperienza creativa personale di cui parla Davide. Non è necessario che ci sia dietro un tentativo ossessivo di trovare un significato razionale. E' il motivo per cui ad esempio adoro 2001: Odissea nello Spazio pur essendo certo di non averlo mai capito. L'apprezzamento per me avviene al livello della suggestione, dell'istinto e dell'intuizione.

Michael Tangherlini:

--- Citazione ---[cite]Autore: Dr. Zero[/cite]Quindi uno fa una cosa a caso, ma chi lo guarda, pensando che l'artista non potesse essere un tale pirla, ne cerca fino alla disperazione un significato, che sarà proiettato sulle proprie esperienze e conoscenze?

--- Termina citazione ---

Il quale, secondo me, è il processo che porta molti imbrattatele ad essere considerati "esponenti dell'arte moderna:" io ci metto tre secondi a fare tre svirgolate su una tela sghemba e a inventarmi a posteriori un significato criptico e cool, o, ancor meglio, ad aspettare che sia il mio gallerista a darglielo. Rimango però un imbrattatele.
Non è però facile, secondo me, fare la stessa cosa con un GdR. Anzi, la vedo abbastanza impossibile, a meno di non avere un fondoschiena così pazzesco da indovinare a senso le relazioni fra le parti che inserisco nel mio gioco.

-MikeT

Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: Dr. Zero[/cite]Quindi uno fa una cosa a caso
--- Termina citazione ---

Se la fa "a caso" non ha nessun valore artistico. :)
Non basta finire su un giornale alla moda per essere considerato un artista. Banale quanto vuoi, ma gli "artisti" sono quelli che finiscono nei libri di storia dell'arte, quindi di norma sono morti, da almeno 20 o 30 anni ^^

Le cose fatte a caso non comunicano nulla e non fanno scattare nulla :)

E come dicevo, la ricerca del significato NON è conscia.
Quando è conscia si chiama Critica dell'Arte e di norma fa solo danni e disastri :P

Mauro:

--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Si stabilisce quindi una sorta di singolare impostazione tale per cui l'atto creativo originario che ha mosso la mano dell'artista crea un oggetto che è un segno privo di significato, ma che fa scattare un simile, contrapposto e riflesso atto creativo nel fruitore (tu), che inconsciamente si ostina adare un sensoa quello che vede
--- Termina citazione ---

Il che mi richiama una cosa: Tolkien odiava l'allegoria, ma ammetteva che l'esperienza dell'autore non può non filtrare nell'opera; distingueva quindi tra allegoria, la volontaria imposizione dell'autore, e applicabilità, il ritrovamento da parte del lettore di un significato.
Citando Tolkien: «Preferisco di gran lunga la storia, vera o finta che sia, con la sua svariata applicabilità al pensiero ed all'esperienza dei lettori. Penso che molti confondano "applicabilità" con "allegoria"; l'una però risiede nella libertà del lettore, e l'altra nell'intenzionale imposizione dello scrittore».
È a questo (o a qualcosa di simile) che ti riferisci?

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