Autore Topic: Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi  (Letto 17419 volte)

Mauro

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #45 il: 2009-08-13 13:41:50 »
Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]Mauro, non hai capito. L'abbiamo detto in dieci dieci volte ciascuno. Dipende dal gioco. Dal punto di vista che impone. Dalla centralità che quella risoluzione ha all'interno di quel gioco

Sei tu a non aver capito una cosa: certo che dipende dal gioco, non a caso sto chiedendo specificamente su D&D. Se riferirsi a uno specifico gioco non basta a rendere la dipendenza dal gioco, dimmi tu cos'altro fare. L'unica cosa su cui esco dalla dipendenza dal gioco è la definizione dei due tipi di risoluzione; che, esistendo slegata dal gioco... evidentemente può esistere slegata dal gioco.
Possiamo per favore dare per assodato che so che dipende dal gioco, visto che non solo so che dipende dal gioco, ma ho specificatamente ed esplicitamente detto che so che dipende dal gioco, e proprio per questo mi sto focalizzando su un gioco?

Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]D&D è un ibrido incoerente di task e conflict, la centralità è sul combattimento, sul dungeon crawling, e quindi lì c'è il conflitto. Il resto viene liquidato in task

Questo significa dare come risposta "Perché sí"; personalmente non mi basta.

Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]Scusa la franchezza ma ti stai perdendo in un bicchiere d'acqua

Può essere; ciò non toglie che non ho avuto risposta a diverse domande, e che la mia impressione che la confusione nel bicchiere d'acqua sia data dalla stessa definizione di risoluzione ad azioni al momento non è ancora stata dimostrata falsa.

Citazione
[cite]Autore: MikeT[/cite]"ticolcodi bastonate." Qui è chiaramente una opposizione di volontà: io voglio squartare il goblin, il quale ovviamente non vuole farsi squartare. Si tira, si entra in conflitto e chi vince infligge danni. Quando invece io devo solo scalare un albero, in quello specifico gioco non è che tiro perché l'albero si oppone a me, ma tiro perché le meccaniche mi dicono di vedere se ne sono capace o meno

Tutto vero, però non nega che il combattimento in D&D si basi sul vedere se ne sono capace. Quindi, vedere se ne sono capace non mi pare una discriminante; la discriminante è l'opposizione di volontà? Nessun problema, ma allora, come detto, la definizione di risoluzione ad azioni non definisce nulla, visto che si focalizza su elementi secondari.

Citazione
[cite]Autore: MikeT[/cite]Se le meccaniche mi dicessero "bene o male ce la fai sempre, ma tiri solo se per te è significativo scalare quell'albero, perché devi raggiungere un fine specifico e bisogna vedere se ottieni quello," allora avremmo avuto una CR; invece, le regole mi dicono "sei sicuro di farcela? Controlla, prima."

Il che è esattamente la domanda che ho fatto io; citandomi: se in D&D non si tira per ogni scalata, ma solo per quelle rilevanti (e da manuale non so come sia), è a conflitti? Se la risposta è sí, basta rispondere sí; ma al momento non è ancora stato fatto, quindi il dubbio mi rimane.

Mauro

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #46 il: 2009-08-13 13:47:48 »
Facciamo una cosa: procediamo per gradi, almeno evitiamo il casino di N discorsi che si intersecano.
Qui spiego perché il combattimento di D&D mi pare decisamente ricadere nella definizione di risoluzione ad azioni; i casi sono tre: o non ci rientra, e allora vorrei sapere il perché; o ci rientra, e quindi è risoluzione ad azioni; o ci rientra e non è risoluzione ad azioni, ma allora la definizione si sofferma su elementi secondari, invece che su quanto realmente definisce tale tecnica (e, se non è cosí, vorrei sapere il perché).

Michael Tangherlini

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #47 il: 2009-08-13 13:57:09 »
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]
Tutto vero, però non nega che il combattimento in D&D si basi sul vedere se ne sono capace. Quindi, vedere se ne sono capace non mi pare una discriminante; la discriminante è l'opposizione di volontà? Nessun problema, ma allora, come detto, la definizione di risoluzione ad azioni non definisce nulla, visto che si focalizza su elementi secondari.[/p]

La discriminante vera in quel caso è "vedi se ne sei capace," certo; ma per come il combattimento è strutturato, c'è sempre una posta non dichiarata, non specificata e quindi "virtuale," che è il mio "ti mischio le ossa." E' una TR che finisce per essere senza volerlo una pseudo-CR.
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite][p]Il che è esattamente la domanda che ho fatto io; citandomi: se in D&D non si tira per ogni scalata, ma solo per quelle rilevanti (e da manuale non so come sia), è a conflitti? Se la risposta è sí, basta rispondere sí; ma al momento non è ancora stato fatto, quindi il dubbio mi rimane.[/p]

No: si tira per ogni scalata, si tira per ogni salto e così via. Da regolamento, ovviamente; poi c'è chi lo segue pedissequamente e c'è chi no.

-MikeT
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Suna

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #48 il: 2009-08-13 14:27:17 »
Eureka! Ho capito perché sbagli candeggio.
Tu vedi il combattimento come una serie di task. Ma ciascuna di queste task prese singolarmente non basta a definire il combattimento. Non basta un tiro di iniziativa, o un tiro per colpire per dire che si tratta di un combattimento.
Guardalo nel suo insieme come uno scambio di scontri, attacchi e parate. Quello, nella sua interezza, è un combattimento, e quindi è un conflitto.
Altrimenti anche i conflitti di Cani nella Vigna, se visti come una semplice serie di rilanci, potrebbe essere confuso per task resolution.

La parola chiave è RESOLUTION. Tiro per vedere se scassino un lucchetto. Che vinca o perda, ho risolto il mio dubbio se riesco o meno a scassinarlo.
Tiro per l'iniziativa. Questo RISOLVE il combattimento? Proprio no, stesso dicasi per i singoli tiri per colpire e per i danni. Ciascuno è un pezzo di un conflitto, non la risoluzione di una task.
« Ultima modifica: 2009-08-13 14:28:28 da Suna »

Mauro

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« Risposta #49 il: 2009-08-13 15:23:06 »
Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]Tu vedi il combattimento come una serie di task. Ma ciascuna di queste task prese singolarmente non basta a definire il combattimento. Non basta un tiro di iniziativa, o un tiro per colpire per definire un combattimento.
Guardalo nel suo insieme come uno scambio di scontri, attacchi e parate. Quello, nella sua interezza, è un combattimento, e quindi è un conflitto

Ma l'intero combattimento è definito in termini di quanto capaci sono i partecipanti, e il fatto che sia un intero combattimento non è in sé rilevante per decidere se è conflitto o azione (An important side point: the distinction has nothing to do with the scale of the events resolved by the roll. The in-game time might be a second or a day or a century. The number of individuals affected could be one bit of one character's body, or a whole shipload of characters' lives. A lot of people think "task" means smaller increments of fictional material, and "conflict" means larger increments, and that is not correct).
A questo punto, se "per assurdo" (virgolette perché l'ho visto capitare) per scalare una parete si facessero piú tiri (uno per "avanzamento", che sia una singola mano o una frazione della parete) sarebbe un conflitto, visto che nessuno dei singoli tiri risolve la scalata?

Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]Altrimenti anche i conflitti di Cani nella Vigna, se visti come una semplice serie di rilanci, potrebbe essere confuso per task resolution

No, perché non si focalizza su whether the acting character is competent.

Citazione
[cite]Autore: MikeT[/cite]

Non rispondo ora perché si rischierebbe di mischiare nuovamente piú discorsi, mentre credo che una progressione per gradi possa essere piú risolutiva.

Suna

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #50 il: 2009-08-13 16:16:34 »
Io mi arrendo.
Non capisco se stai cercando intenzionalmente di creare un loop per il quale chiedi una cosa, ti si risponde, non sei soddisfatto della risposta, ti si risponde di nuovo e tu ignori tutte le risposte precedenti alla ricerca del tuo prossimo cavillo; o se davvero non riesci a vedere il discorso nella sua interezza.
Alla tua obiezione sulla scalata è stato risposto venti volte. Ma le risposte le capisci o citi pezzi che ti interessano più o meno casualmente solo per far capire che parliamo arabo?
Sinceramente non ho la pazienza di starti dietro. Posso solo consigliarti di rileggerti tutto questo thread e piantarla di fissarti sui cavilli delle definizioni.
« Ultima modifica: 2009-08-13 16:27:23 da Suna »

Mauro

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #51 il: 2009-08-13 16:36:53 »
Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]Non capisco se stai cercando intenzionalmente di creare un loop per il quale chiedi una cosa, ti si risponde, non sei soddisfatto della risposta, ti si risponde di nuovo e tu ignori tutte le risposte precedenti alla ricerca del tuo prossimo cavillo; o se davvero non riesci a vedere l'immagine nella sua interezza

La risposta è l'ipotesi piú semplice: o non ho capito le vostre risposte; oppure non mi trovano d'accordo. Non è questione di non essere soddisfatto, semplicemente il dubbio mi rimane.
Non ho ignorato nulla, nel rispondere cerco di considerate tutto, ma se non mi convince non è colpa mia. Ti faccio però notare che non ho mai detto solo che non mi convince, ho sempre spiegato il perché; quindi ci sono delle motivazioni.
E non è questione di non vedere l'immagine nella sua interezza; appena lo hai detto, ho subito inserito quel dato nel contesto generale, e ho fatto una domanda che non mi sembra stupida: se il combattimento è conflitto perché il singolo tiro non risolve il combattimento nella sua interezza, allora una scalata in cui il singolo tiro non risolve la scalata nella sua interezza sarebbe conflitto? Se no, non capisco perché il criterio valga in uno solo dei due casi.

Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]Alla tua obiezione sulla scalata è stato risposto venti volte

Certo, e ogni volta ho risposto argomentando perché non mi convinceva, quindi non è che ho ignorato le risposte. E questa volta la questione della scalata era diversa e fondata su una tua obiezione (vedi sopra), quindi non mi sono limitato a ripetere la stessa cosa. E visto che è stata la prima volta che ho fatto quella specifica obiezione, con l'azione "scalata" divisa in piú tiri, è un po' difficile che abbia ricevuto venti risposte.

Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]Posso solo consigliarti di rileggerti tutto questo thread e piantarla di fissarti sui cavilli delle definizioni

La possibilità che semplicemente o non mi trovi d'accordo con le vostre argomentazioni, o semplicemente non le capisca, no?
Ho riletto la discussione e non è mio interesse fissarmi sui cavilli delle definizioni; infatti, la questione "il singolo tiro non risolve la cosa" non è nella definizione, eppure l'ho subito inserita nel mio discorso.
Semplicemente, vorrei capire anche la definizione; cosa che non mi pare assurdo, soprattutto quando una risposta articolata come quella di Moreno parte dalle definizioni stesse: se le definizioni vengono poste come inizio, non capirle significa non capire la baste stessa del discorso. Quindi non vedo nulla di strano nel volerle capire.
Se invece per sapere cos'è la risoluzione ad azioni non serve a nulla guardare alla definizione va bene; ma allora non vedo il senso di partire da quella.
« Ultima modifica: 2009-08-13 16:38:34 da Mauro »

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #52 il: 2009-08-13 16:47:36 »
@Suna:

Guarda Mauro non è il solo ad avere ancora dubbi.
Forse ho anche capito la differenza ma non ho voluto irrorare il topic con altre domande per non fare confusione.

Però assicuro che, dal mio punto di vista chi ha spiegato le differenze conflict vs task non è stato chiarissimo.
Credo che Mauro sia sincero quando dice di non capire. Come me.
Simone Lombardo

Moreno Roncucci

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #53 il: 2009-08-13 16:49:49 »
Fermi un attimo, state postando troppo in fretta. Mi date quindici minuti per leggermi il thread senza postare, grazie?
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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #54 il: 2009-08-13 16:52:05 »
Credo di capire cosa voglia dire Mauro, ma davvero gli esempi di Edwards (quelli che ho commentato nel mio post) sono chiarificatori oltre ogni ragionevole dubbio.
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]A leggere la definizione, il conflitto di interessi può essere tra un personaggio e tra un oggetto, e a quello io mi rifacevo; se non può, allora non capisco perché la definizione parli di oggetti che hanno "interessi" in contrasto con quelli dei personaggi.

But if there were a chase occurring, the fence presents an opportunity to express the chase, with a modification to the dice perhaps if it is an interesting or dramatic fence. The chase is what's important - the conflict of interest between the two characters.

Visto che parliamo di AiPS e D&D, vedi che in questo esempio ti basta sostituire cinta muraria con fence.
In AiPS hai un conflitto con la cinta muraria? No.. è l'inseguimento complicato dalla presenza della cinta muraria ad essere importante, e il conflitto di interessi è tra i due personaggi: chi insegue e chi è inseguito.

In D&D che non gestisce questo genere di conflitti avrai soltanto la task resolution per scalare la cinta muraria indipendentemente dall'essere inseguito o meno e anche dal successo o meno della fuga (che è gestita mediante le meccaniche di movimento del D&D). Queste ultime sono le famose "altre cose" oltre il task e conflict resolution.
Si potrebbe osservare che anche correre è un'azione.. ma è gestita dal SISTEMA D&D con meccaniche diverse. Ecco perchè si insiste molto sul sistema.

Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Quispiego perché il combattimento di D&D mi pare decisamente ricadere nella definizione di risoluzione ad azioni; i casi sono tre: o non ci rientra, e allora vorrei sapere il perché; o ci rientra, e quindi è risoluzione ad azioni; o ci rientra e non è risoluzione ad azioni, ma allora la definizione si sofferma su elementi secondari, invece che su quanto realmente definisce tale tecnica (e, se non è cosí, vorrei sapere il perché).

Come ha detto anche Suna  siamo di fronte ad un conflitto esattamente come in CnV ad esempio. Qui c'è un conflitto perchè è il sistema a definirlo tale: ogni volta che un png (o pg) attacca un pg si ha un combattimento (conflitto). Un tiro per colpire fa parte del conflitto tanto quanto un rilancio in CnV. Non si dovrebbe confondere una gestione della IIEE del conflitto tale da dare importanza ad ogni dettaglio narrato, con la differenza tra Conflict e Task Resolution.

Mauro tu stai procedendo a puntualizzare sempre più la definizione per osservarla da vicino, ma io ti consiglio l'approccio opposto. Per vedere chiaramente le differenza tra Conflict e Task devi osservare il CONTESTO da lontano!

La parola chiave è proprio quella che precede la parola resolution: cosa stai risolvendo? Un Conflitto o una semplice Azione?

E infatti poi scirvi:
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Ma l'intero combattimento è definito in termini di quanto capaci sono i partecipanti, e il fatto che sia un intero combattimento non è in sé rilevante per decidere se è conflitto o azione

Infatti non è rilevante la "dimensione" (o scala) dell'evento per decidere se si tratta di conflitto o task ma è il sitema a renderlo tale. Non è nemmeno il tiro di dado ad essere determinante per la definizione (altrimenti i sistemi diceless non avrebbero risoluzioni di conflitti o task), ma è solo il contesto (intesto come fiction e sistema).
Ci si confonde ancora sulla gestione particolareggiata della IIEE del conflitto.
Parti dagli esempi di Edwards.. è molto più semplice che partire dalle definizioni astratte.

Proviamo con degli esempi... tu Mauro parli del famoso albero o cinta muraria: prova a contestualizzare la cosa nella fiction e vediamo come viene risolta dai due sistemi (AiPS e D&D). Crea la scena e poi proviamo ad analizzarla assieme, come in una sorta di AP.

Provo intanto io:
Timmy si trova nel giardinetto di casa a giocare con la sua fidanzatina Mary.
GM: cosa fai? (tanto per restare nel classico)
Timmy (ovvero il giocatore che interpreta Timmy): mi rivolgo a Mary e dico: "vedi quel grosso albero? io so come arrivare in cima!"
GM: Mary: "heheh non ci credo.. è troppo alto"
Timmy: "sta a vedere", scalo l'albero fino alla cima .. voglio far colpo su Mary!

Ok ora vediamo come i due sistemi reagiscono a questo evento della ficiton.
D&D:
GM: fai un tiro su climbing
Timmy: roll roll successo!
GM: ok arrivi in cima all'albero.

AiPS:
Produttore: abbiamo un conflitto, vediamo se riesci ad impressionare Mary.
[si prendono le carte e si risolve] Timmy vince il conflitto; il Produttore vince la narrazione
Produttore: scali l'albero con difficoltà, arrivi quasi a metà e poi cadi sbucciandoti un ginocchio. Mary accorre preoccupata: "non dovevi farlo per me stupido!".. ma ti accorgi che Mary ti guara con occhi diversi. Non è arrabbiata... è impressionata dal tuo coraggio per lei.

Come si vede, D&D gestisce la task, mentre AiPS il conflitto. Non c'è conflitto contro l'albero ma è da tutt'altra parte. Il sistema di D&D per impressionare Mary non fornisce nulla (se non la discrezione del master, che magari può utilizzare la prova riuscita come bonus sul successivo tiro di charisma per influenzare il livello di reazione di Mary- da neutrale ad amichevole per esempio). In AiPS il riuscire a scalare l'albero non è nemmeno rilevante (avrei potuto narrare che arrivava in cima.. senza cambiare il "risultato" o anche cambiandolo) .. non è detto che l'intento non si raggiunga altrimenti.
Il focus quindi, non è nell'azione in quanto tale ma sul PERCHE' si esegue tale azione! Si scala l'albero per arrivare in cima? Lo si fa per impressionare qualcuno? Lo si fa per scappare da qualcosa? il PERCHE' è rilevante in questo conflitto. E altrettanto importante è il SISTEMA che si usa.

edit: Scusa Moreno stavo scrivendo mentre tu postavi di non scrivere e non l'ho letto.
« Ultima modifica: 2009-08-13 16:53:50 da Lord Zero »
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Moreno Roncucci

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #55 il: 2009-08-13 17:20:02 »
Dunque, Mauro, se ho capito bene, io tuoi dubbi sono:

1) Perchè il combattimento di D&D sarebbe conflict resolution, quando a vederlo sembrerebbero una serie di task?
2) che differenza c'è fra avere come opposizione una cinta muraria e non un personaggio? Perchè non sarebbe un conflitto?

La prima è facile:  Il combattimento di D&D è conflict resolution semplicemente perchè IN QUEL REGOLAMENTO si usa SOLO PER COMBATTERE. Cioè solo in caso di conflitto contro uno o più avversari. Questo NON dice che D&D sia un sistema conflict resolution (anzi, non lo è: è un sistema misto), ma dice che QUELLA SPECIFICA REGOLA che VIENE USATA SOLO IN CONFLITTO è conflict resolution.  Perchè? Perchè viene usata solo in caso di conflitto. E basta? Sì, basta.
Perchè non è task resolution? Perchè quelli non sono task. SEMBRANO task, per come sono chiamati, ma...   cosa sono gli HP? Perchè un personaggio normale ne ha più di un cavallo? O più di un Drago, a certi livelli? Quando colpisci un personaggio con 70 freccie e lui ancora corre e guizza come se non avesse un graffio...  erano veramente task, quelli di prima? Veramente SEI RIUSCITO A INFILARGLI 70 FRECCE NEL CORPO? O è solo una maniera di chiamare un tiro che in realtà non ha nulla a che vedere in realtà con il "colpire" nella fiction?

Per la seconda, semplicemente, guarda la definizione di Edwards: "Sorcerer rolls should always be conflict resolution. They rely on the situation including a conflict of interest among fictional characters or entities.". E Vincent Baker: "Conflict resolution rules are the rules you follow when it's time to resolve a conflict of interest between characters in the fiction.". Si parla SEMPRE di personaggi (o di entità nel caso di Sorcerer che prevede distinzione fra personaggi e demoni). Un albero, di solito, non è un personaggio. Una staccionata non è un personaggio. In un gioco veramente a conflict resolution "pura", come Sorcerer, non si tira MAI per salire su un albero. Ma proprio MAI. Chiaro fino a qui?
In un gioco invece a task resolution (com'è D&D fuori dal combattimento), DA REGOLAMENTO, si tira sempre, a meno che il GM non decida che il task è poco importante e dia il successo automatico. Ma si tira il task.
CERTI giochi, SOLO ALCUNI giochi, FANNO ECCEZIONE. SOLO in QUEI giochi, E NON IN ALTRI, è lasciata una gabola, una scappatoia. QUESTI giochi, nel loro REGOLAMENTO (e quindi NON E' UNA COSA GENERALE) consentono, se al GM gli tira, di far tirare anche per arrampicarsi su un albero. Semplicemente dicono "usa il regolamento come se l'albero fosse un NPC". COME SE L'ALBERO FOSSE UN NPC .

COME SE.

Questo NON trasforma l'albero in un NPC. QUESTA E' UNA GABOLA PER RIUSCIRE A FAR FARE UN TIRO AL GIOCATORE IN ASSENZA DI CONFLITTO.

Guarda il tiro di 4d6+influenza demoniaca in CnV per arrampicarsi su una scogliera. Significa che la scogliera è maledetta e demoniaca? Significa che nella fiction si ribella e agisce attivamente contro i cani? O significa semplicemente che il sistema lascia una gabola, un trucchetto, per il GM che proprio non può vivere senza far tirare per una cosa  simile? Spiegando poi bene, e ripetutamente nel manuale, che un bravo GM non farebbe mai tirare per superare la scogliera, ma se insegue qualcuno farebbe tirare contro quel qualcuno, senza gabole?

Distinguiamo cos'è un conflitto nella fiction da così una risoluzione di conflitti nel sistema.

Un conflitto, nella fiction, è SEMPRE con un avversario. Non è MAI con un albero, con una scogliera, con una parete. NON IMPORTA COSA TIRI PER CAPIRE SE CE LA FAI O NO, NON E' UN CONFLITTO.

Una tecnica usata in un sistema di gioco per dirimere conflitti, è una tecnica di gioco usata in un sistema. Una fra mille. Ciascuna diversa dalle altre. Queste mille metodologie per stabilire chi vince un conflitto vengono classificate (oltre che per l'essere diceless o dicefull, con carte o con dadi, furtune in the middle o at the end, etc.) come "sistemi di risoluzioni a conflitti" perchè RICHIEDONO, per essere usate, la presenza di due parti in causa, due parti in conflitto.  Alcuni giochi prevedono di risolvere SOLO i conflitti, permettendo al personaggio di fare tutto quello che vuole altrimenti (CnV) o lasciando la scelta al GM (the pool). Altri sono misti, per alcune cose usano la loro risoluzione a conflitti, per altre usano una risoluzione a task (D&D). Altri ancora prevedono tiri di task, ma utilizzando sempre la risoluzione a conflitti, tramite un "artifizio" matematico: si inventano un avversario inesistente e lo considerano l'albero su cui ti arrampichi. QUESTA COSA DIPENDE SOLO DAL SISTEMA. NON DALLA FICTION.

Quindi, perchè non la si fa in D&D? Perchè il sistema non la prevede. Prevede invece di usare tiri di task
Quindi perchè si può fare in CnV? Perchè il sistema la prevede, anche se la sconsiglia.
Quindi, perchè non si può fare in Sorcerer? Perchè, anche se sarebbe fattibile con facilità, il sistema la proibisce espressamente.
« Ultima modifica: 2009-08-13 17:24:54 da Moreno Roncucci »
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TartaRosso

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #56 il: 2009-08-13 17:37:27 »
Ok le cose cominciano a chiarificarsi almeno per me.

Faccio però alcune domande.

Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Altri ancora prevedono tiri di task, ma utilizzando sempre la risoluzione a conflitti, tramite un "artifizio" matematico: si inventano un avversario inesistente e lo considerano l'albero su cui ti arrampichi.


Allora questa sopra è comunque una conflict resolution ? La mia risposta sì ma aspetto conferma :) .

In AiPS chi è l'avversario dal punto di vista della fiction? Dal punto di vista del sitema è il produttore. A volte dal punto di vista della fiction sono dei png ma a volte no.
Così però sembra che il conflitto di intenti sia tra me e il produttore.
Riporto un esempio da una giocata reale.
Il mio pg guidava un gruppo di schiavi nel deserto. La sera prima eravamo stati attaccati da scorpioni giganti e alcuni di loro erano stati avvelenati dal veleno degli scorpioni.
Sta per arrivare una tempesta di sabbia. Il problema del mio pg era "sarò all'altezza di proteggere la mia gente?".
Il mio pg ha deciso che gli altri proseguissero. Lui sarebbe rimasto insieme ai malati sotto al tempesta di sabbia. E' venuto fuori un conflitto. La posta era far arrivare sani e salvi i malati alla fine della bufera (avevo vantaggi opportuni).

Il conflitto di intenti era contro "l'ambiente" reso avversario fittizio?

So che possono sembrare domande inutili ma rispondete per me sono più chiarificatrici di molte altre.
« Ultima modifica: 2009-08-13 17:39:23 da TartaRosso »
Simone Lombardo

Mauro

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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #57 il: 2009-08-13 17:40:55 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]1) Perchè il combattimento di D&D sarebbe conflict resolution, quando a vederlosembrerebberouna serie di task?
2) che differenza c'è fra avere come opposizione una cinta muraria e non un personaggio? Perchè non sarebbe un conflitto?

3) perché in D&D scalare un albero non è un conflitto, stante la possibilità di considerare avversario anche un oggetto? Non rispondere ancora, forse ho capito la risposta.
Tu dici che «Altri [sistemi] ancora prevedono tiri di task, ma utilizzando sempre la risoluzione a conflitti, tramite un "artifizio" matematico: si inventano un avversario inesistente e lo considerano l'albero su cui ti arrampichi»; quindi perché la CD di D&D non può essere l'artifizio matematico per considerare l'albero avversario inesistente?
Non so se sia la risposta giusta, ma mi è venuta in mente una possibilità: i conflitti sono solo tra personaggi.
Posso considerare personaggio un oggetto.
Quindi un oggetto può entrare in conflitto.
Ma, visto che ci entra in quanto personaggio, devo risolvere il conflitto con le regole che il sistema usa per risolvere i conflitti tra personaggi.
D&D non lo fa.
Quindi non è un conflitto.
Giusto?

Citazione
[cite]Autore: Lord Zero[/cite]Il sistema di D&D per impressionare Mary non fornisce nulla (se non la discrezione del master, che magari può utilizzare la prova riuscita come bonus sul successivo tiro di charisma per influenzare il livello di reazione di Mary- da neutrale ad amichevole per esempio). In AiPS il riuscire a scalare l'albero non è nemmeno rilevante (avrei potuto narrare che arrivava in cima.. senza cambiare il "risultato" o anche cambiandolo) .. non è detto che l'intento non si raggiunga altrimenti

Vero, ma sostituisci il combattimento alla scalata e hai la stessa cosa: Timmy combatte per impressionare la sua promessa sposa, Mary. Il mio intento non è vincere il combattimento, quello non è nemmeno rilevante, io voglio impressionare Mary; ma il sistema non mi dice se ci riesco, quindi non penso sia quella la discriminante.

Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #58 il: 2009-08-13 18:00:28 »
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Vero, ma sostituisci il combattimento alla scalata e hai la stessa cosa: Timmy combatte per impressionare la sua promessa sposa, Mary. Il mio intento non è vincere il combattimento, quello non è nemmeno rilevante, io voglio impressionare Mary; ma il sistema non mi dice se ci riesco, quindi non penso sia quella la discriminante.

Ma questo dipende come al solito dal sitema: D&D non ti fornisce un sistema flessibile e potente come quello di AiPS per la gestione dei conflitti. In D&D l'unico conflitto possibile è il Combattimento (posta fissa in altre parole).

Prova a fare un esempio di scena con la famosa scalata.. e poi proviamo a discuterne: gli esempi aiutano molto di più.

Citazione
[cite]Autore: TartaRosso[/cite][p]In AiPS chi è l'avversario dal punto di vista della fiction? Dal punto di vista del sitema è il produttore. A volte dal punto di vista della fiction sono dei png ma a volte no.
Così però sembra che il conflitto di intenti sia tra me e il produttore.
Riporto un esempio da una giocata reale.
Il mio pg guidava un gruppo di schiavi nel deserto. La sera prima eravamo stati attaccati da scorpioni giganti e alcuni di loro erano stati avvelenati dal veleno degli scorpioni.
Sta per arrivare una tempesta di sabbia. Il problema del mio pg era "sarò all'altezza di proteggere la mia gente?".
Il mio pg ha deciso che gli altri proseguissero. Lui sarebbe rimasto insieme ai malati sotto al tempesta di sabbia. E' venuto fuori un conflitto. La posta era far arrivare sani e salvi i malati alla fine della bufera (avevo vantaggi opportuni).[/p][p]Il conflitto di intenti era contro "l'ambiente" reso avversario fittizio?[/p]

Il conflitto era tra l'essere all'altezza della situazione e il non esserlo. La posta imho mi convince meno dell'intento (l'intento è un conflitto interessante, la posta che hai definito molto meno). Infatti se lasci l'intento come posta (sarò all'altezza?) lasci possibilità più interessanti alla narrazione. Potresti essere all'altezza anche non riuscendo a salvarli tutti ad esempio. :-)
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Risoluzione a conflitti e confusione sui medesimi
« Risposta #59 il: 2009-08-13 18:48:55 »
Citazione
[cite]Autore: TartaRosso[/cite]Il conflitto di intenti era contro "l'ambiente" reso avversario fittizio?

Vorrei rispondere in modo più preciso a questo. Il conflitto è un concetto molto più semplice di quello che si pensa solitamente (e spesso è sufficiente la semantica della parola stessa). Quali erano le parti in causa in questo conflitto particolare? La risposta non può essere univoca. Dipende da tanti fattori.. in generale è come ho detto sopra ma si può approfondire ancora un po il discorso.

La posta in gioco dipende tanto dalla situazione che ha portato al conflitto quanto dalla natura dei protagonisti coinvolti. In questo caso, ad esempio, cosa HA il personaggio e cosa VUOLE OTTENERE invece? Ha scarsa fiducia in se? Essere all'altezza significa vincere la sua insicurezza? Allora "l'avversario" del suo conflitto sarà Personaggio all'altezza della situazione vs Personaggio insicuro. Cosa si vuole raccontare con quel conflitto? quale problema si vuole evidenziare, quali conseguenze interessanti potranno essere suscitate da quel conflitto? I conflitti vertono sui desideri (e lo dice pure il manuale di AiPS :-) ).

In altre parole, cosa rappresenta questo conflitto per il personaggio? Dalla risposta a questa domanda si può determinare con semplicità "l'antagonista"... ma più spesso si vedrà che non sarà realmente necessario farlo.

E come al solito dipenderà tutto dal CONTESTO! La fiction è importante in un gdr, estrapolare elementi a caso ed esaminarli al microscopio è fuorviante ed inutile: la fiction determina la natura della situazione e dei protaginisti, e quindi la posta come anche il conflitto. Salvare persone dal deserto potrebbe non essere nemmeno un conflitto in alcuni contesti! :-)

Prendo un esempio da AiPS pag. 48:
Chris ama Mary, ma Mary si sposerà con qualcun altro tra 5 minuti.
Chi è l'antagonista di Chris? dipende dal contesto..
E' "l'altro"? forse.. o forse è la timidezza di Chris che questi dovrà "battere" prima che sia troppo tardi confessando il suo amore a Mary?
Individuare la natura del conflitto non è poi così difficile. :-)
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