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Confine tra giocatore e personaggio ed esperienze disturbanti
Luca Bonisoli:
--- Citazione da: Giorgia - 2013-01-20 22:28:31 ---@Luca: ho letto la tua AP su Dilemma Era Torinese... ora io la definirei intensa (e credo oltre a quanto ho mai sperimentato io) ma non disturbante.
--- Termina citazione ---
Appunto!
Visto che ti stavo invitando a provare un certo tipo di giochi, non mi sembrava carino suggerirti di partire subito con qualcosa che può dare effetti disturbanti! ;D
Altrimenti avrei nominato subito La Mia Vita Col Padrone, il cui sistema di regole può portare con relativa facilità proprio verso esperienze disturbanti (se non lo conosci, in quel gioco interpreti il servo succube di un Padrone spregevole, sadico e mostruoso, e fino alle fasi finali del gioco non riesci ad opporti ai suoi ordini, quindi passi quasi tutto il tempo a fare cose atroci che non vorresti fare, arrivando anche a ferire fsicamente e/o emotivamente i pochi personaggi positivi a cui ti affezioni, solo per compiacere il Padrone, in un crescendo piuttosto sgradevole. Meno male che nel finale il Padrone ottiene sempre quello che si merita!)
Se lo vuoi provare, oltre a rimandare a chi è più esperto di me, ti dò un unico consiglio: cerca di NON abbandonare una partita a metà. Gioca fino alla fine, altrimenti manca la parte finale in cui il tuo personaggio si riscatta, ed è troppo pesante.
Personalmente ricordo benissimo una partita alla GnoccoCon 2011, con Mattia Bulgarelli, Manuela Soriani ed altri, in cui ne ho giocato una versione alternativa ("La Mia Vita Con Angelica", dove il Padrone è Angelica, una ragazza superficiale e manipolatrice, ed i PG sono i suoi spasimanti, che farebbero letteralmente QUALSIASI cosa per lei, pur essendo consapevoli di valere molto meno di un paio di scarpe per Angelica). Sono contento di aver fatto quell'esperienza, ma non credo che ci giocherò mai più.
Giovanni Micolucci:
Io dico sempre che non amo i giochi competitivi, soprattutto quelli progettati alla cacchio di cane e principalmente se ho capito dove vuole andare parare Giorgia la colpa è di quello.
Bene in un gioco competitivo ho visto di tutto attorno al tavolo, specie prima che non si parlava di patto sociale.
> Un giocatore ha lanciato un dado in testa ad altro giocatore, perché gli aveva messo nei guai il personaggio! Poi si sono chiesti scusa immediatamente, ma è assurdo!
> Una ragazza non mi ha parlato più per un'intera serata, perché con l'inganno (possibile nel gioco) l'avevo buttata fuori gioco. Considerate anche che nel frattempo gli dicevo che stavo applicando le regole e che non avevo niente contro di lei...
> Io ho pianto di brutto, quando mi è morto un personaggio a cui ero iper affezionato!
> Un mio amico si è talmente arrabbiato con un personaggio non giocante, che se ne è andato dal tavolo!
Quando giochi, quando i personaggi iniziano ad avere qualcosa in più di un valore numerico, è molto facile fare casini e danni grossi, specialmente con giochi progettati male!
Giorgia:
Pensavo giusto alla mia Vita Col Padrone che ho in casa ma che non ho mai giocato purtroppo.
Io chiamo disturbante un'esperienza che ti lascia una brutta sensazione addosso sia nel mentre che dopo, una sorta di coperta pesante e cupa che ti avvolge, posso citare dei film per me disturbanti (anche se è molto soggettivo): tipo Dancer in the Dark o in misura minore Dogville (se ci penso mi verrà in mente altro) mi hanno lasciato addosso per giorni un retrogusto che definire amaro è un eufemismo.
Non so se voglio provare una esperienza disturbante, ma io mi chiedevo come fosse possibile non accorgersi che ci si sta avvicinando troppo al fuoco. O meglio se ti avvicini troppo ti dovresti riuscire a scostare in fretta, come nell'esempio di Simone, per evitare di scottarti.
Giorgia:
@Simone: ecco ci stiamo avvicinando, ma mi verrebbe da dire che nel caso della madre che hai raccontato è stato un momento disturbante che si è risolto in fretta e senza troppi problemi, cioè immagino che poi abbiate continuato con la sessione. Diciamo che è stato un inizio di situazione disturbante gestita in maniera IMHO ottimale
@Giovanni: quelli da te riportati più che momenti disturbanti direi che sono espressione del fatto che il confine tra personaggio e giocatore era diventato troppo sottile (altro tema che mi interessa parecchio ma che non è strettamente IT)
Mar:
A me è capitato, dopo una sessione, di portarmi dietro un po' del peso che aveva provato il mio personaggio.
Non è qualcosa di cui mi sono reso conto durante la partita, però. Era una sensazione molto più sottile, di cui non avrei potuto accorgermi nè avrei potuto evitare, a meno di, semplicemente, giocare in modo più distaccato.
Però non è qualcosa che cerco attivamente di evitare. Come vado a vedere certi film anche se so che potrebbero farmi stare "male" per qualche giorno, lo stesso vale per i giochi di ruolo. Alla fine sono sempre emozioni ed è qualcosa che ti fa riflettere e ti aiuta a capirti meglio.
Non condivido (anche se una volta lo facevo) l'idea che si debba giocare solo per spegnere il cervello e divertirsi acriticamente.
Sarebbe un po' come andare al cinema e vedere solo Cinepanettoni.
(comunque la mia esperienza poi è stata positiva. Il senso di tristezza si è sciolto, nella sessione successiva, in un'emozione molto positiva. Che è un po', credo, quello che capiti alla fine di La mia vita col padrone. Che però mi fa ancora abbastanza paura e non so quando lo giocherò).
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