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[Trollbabe e altri] Libertà e rischio per i personaggi
Antonio Caciolli:
prendi BW (o mouse guard) ... lì puoi fallire miseramente e se fallisci è il GM a decidere, ma non devi fregare il GM non devi valutare cosa lui si aspetta che tu faccia o altro
e lui poverino non ha solo "morte/vita" come possibili outcome del tiro
non importa avere il controllo sui fallimenti per doversi non preoccupare delle cose. O melgio in BW ti rimane la domanda "voglio veramente farlo assumendomi i rischi di un fallimento?" perché magari il fallimento porta a cose ancora migliori (come fallire in AW?)
io trovo che il problema di D&D e altri giochi è la minima possibilità di prevedere un esito variabile e siccome di solito le cose epiche sono nel combattimento tu sei sempre nella posizione di "vinco/muoio" che non mi pare il massimo
sicneramente a Trollbabe penso di aver preso le più grandi risolate e le scene peggiori per i miei PG perché non riesco a non rilanciare quando voglio qualcosa :P
xpost con Giovanni
Giorgia:
Scusate ma non potrebbe essere semplicemente una differenza di approccio?
Se intendo il gioco come una simulazione di vicende piu' o meno realistiche non mi dispiace che ci siano limitazioni alle azioni.
Se invece il mio intento è quello di creare una storia "epica", allora sì trovo le limitazioni piuttosto frustranti.
Diciamo che non ho mai vissuto male le limitazioni e la cautela nel muovere il mio PG in quanto le ho sempre considerate "sensate" nell'ottica del gioco.
Patrick:
Neanche io...prima di giocare a Trollbabe ^^
è una di quelle tipiche cose che devi provare per capirle (o per verificare se effettivamente le avevi già capite)
Comunque il problema non è se fare una cosa è facile o no, il punto è: quando provo a fare qualcosa, so i rischi a cui vado incontro? Il master mi può "fregare" (mettendo difficoltà alte a mia insaputa o rigirando la situazione a mio sfavore)? Devo cestinare una mia idea perchè i dadi/le regole (compresa l'approvazione del master) mi scoraggiano a provarci?
Giorgia:
Più che i dadi o le regole io direi lo scopo del gioco, comunque per rispondere alle tue domande nelle mie precedenti esperienze, sì per ogni azione avevo idea dei rischi e se non volevo far schiattare il mio PG mi autolimitavo, oppure gli facevo correre rischi per qualcosa di eroico, oppure se il PG era avventato.... insomma ci può anche stare che ci rimetta la pelle, magari non in modo completamente idiota.
Mmmm sul master sono convinta che mi sia capitato poche volte che abbia pilotato l'esito .
Per il resto come nella realtà non vado contromano in autostrada (a meno che non voglia suicidarmi), allo stesso modo in certi tipi di gioco non mi metto a parlamentare con l'orda di nemici potentissimi e intenzionati a farmi finire sotto terra.
Giovanni Micolucci:
Io ti ho capito Patrick, è proprio la stessa questione che dico io.
In modo assoluto per me il Narratore non deve permettersi di fare qualcosa di impossibile (cestinando una tua idea) e in modo assoluto non ti deve nascondere una difficoltà. E' inutile, scoraggi il giocatore perché vede un muro invalicabile, crei incomprensione con un giocatore che non conosci.
Invece se tu conosci la difficoltà, sai cosa ottieni, puoi scegliere di lanciarti o meno nella sfida oppure trovi una soluzione alternativa per superarla, oltretutto non c'è motivo per cui altri giocatori debbano dubitare del tuo operato. Aggiungo che secondo me le difficoltà nascoste, le difficoltà che non ti permettono di superare un ostacolo, servono solo a chi fa railroading, come dire io ho trovato una strada alternativa, ma non te non la faccio fare perché non prevista!
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