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Bravura e Divertimento

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Claudia Cangini:

--- Citazione da: Matteo Suppo - 2012-11-30 01:22:30 ---
E credo che la spontaneità si possa anche allenare :)

--- Termina citazione ---

Abso-fucking-lutely

Dario Delfino:

--- Citazione da: Claudia Cangini - 2012-11-29 22:02:14 ---La morale della favola
Cosa voglio dire con tutto questo?  Che se io sono un delfino, cosa me ne frega a me che un'aquila mi dica che lei è tanto più brava a volare? A me interessa nuotare veloce coi miei simili delfini e quell'aquila in acqua con noi annasperebbe e basta.

--- Termina citazione ---


Forse è solo perché mi chiamo Dario Delfino, ma trovo quest'immagine molto toccante, quasi poetica! :)


Sono d'accordo che la spontaneità sia una delle migliori qualità in assoluto che si possano cercare in un giocatore (e anche che possa essere allenata).


Mi domando anche quale siano le altri importanti risorse... la fantasia, la capacità di esprimersi e di ascoltare, certamente... Ma probabilmente un elemento imprescindibile è... la simpatia.


Lo so che è un parametro estremamente soggettivo, ma che posso farci? Nei giochi di ruolo moderni più che in ogni altro tipo di gioco la simpatia per me è determinante. Più le persone mi sono simpatiche e più mi diverto.


Posso distaccarmi molto più facilmente da questo mio giudizio se stiamo facendo un gioco più astratto (risiko, ad esempio) e meno coinvolgente (anche se COMUNQUE la simpatia incide profondamente sul mio divertimento), ma con giochi in cui non ci sono plance, tabelloni, segnalini e distrazioni varie non riesco proprio a divertirmi se gli altri partecipanti non mi sono simpatici.


Per mia grande fortuna la gran parte delle persone che conosco mi sono simpatiche, e anche quando non lo sono particolarmente, cerco sempre di trovare il loro lato migliore e mi concentro su quello. In questo modo riesco quasi sempre a divertirmi.


Tuttavia risulta chiaro che quando non ho bisogno di fare questo "sforzo extra" posso dedicarmi maggiormente al gioco e quindi divertirmi di più. Inoltre, il mio divertimento è direttamente proporzionale alla simpatia che provo nei confronti degli altri giocatori, e per quanto ciò possa sembrare egoista, è la pura verità.


Aggiungo che giocare insieme mi rende le persone più simpatiche... e questo vale per tutti, a prescindere dal livello di simpatia iniziale. Probabilmente il gioco mi aiuta ad entrare in sintonia con gli altri... per lo meno con la loro parte migliore: quel bambino prezioso che sta dentro tutti noi e che, guarda caso, è sempre sincero e spontaneo.

Patrick:
Dario, credo che quello che dici sia assolutamente normale, e legato anche ad una questione di fiducia. Se una persona mi sta antipatica non mi aprirò con lei, neanche in gioco (o farò più fatica).

Una caratteristica che invece io trovo fondamentale per giocare con qualcuno è l'interesse, l'entusiasmo, la voglia di giocare di quella persona: se una persona ha davvero voglia di giocare, può imparare tutto il resto (spontaneità, tecniche, ...). Se manca, sarà dura (e quì mi ricollego a http://www.gentechegioca.it/smf/index.php?topic=8432.0)

Giulia Cursi:

--- Citazione da: Matteo Suppo - 2012-11-30 01:22:30 ---E credo che la spontaneità si possa anche allenare :)

--- Termina citazione ---

Io iniziando a giocare ai bomboloni ho dovuto imparare a mettermi in gioco e buttare le mie idee, senza frenarmi da pensieri tipo "Ma non sarà troppo banale?".

Simone Micucci:
Quando mi misero a dare lezioni (si, ero in un'associazione che mi faceva insegnare i giochi) io dicevo sempre "siate banali". Quando siete li per dire qualcosa la prima idea che vi viene in mente spesso è la migliore possibile (ci sarà un buon motivo se è stata la prima a venirvi in mente).

Una cosa che mi piace, una delle tecniche che uso per divertirmi e far divertire è quella di "SI E...".

Sopratutto a AW o a Fiasco o a AiPS (giochi dove c'è un Set-UP iniziale, insomma), dirsi "SI E..." tra giocatori è molto importante.

Qualcuno è li che dice le sue idee. E se le dice è perché ci tiene. Difficilmente qualcuno vorrebbe giocare qualcosa a cui non tiene. La tecnica è costruire intorno alla sua idea. Non limitarsi a dire "no" o a dire "si", ma coinvolgersi personalmente, e costruirci intorno.

Mi ricordo quando Daniele di Rubbo fece una Chopper (io ero una Conciatrice, Ace) e io chiesi se potevo far parte della banda (visto che eravamo amanti). Lui rispose "Si! Potresti essere anche una che conta" e io "uh figo. tipo il tuo braccio destro".

Allo stesso modo sento una sensazione quasi di fastidio quando qualcuno non accetta interventi sulle sue idee. Quando è monolitico e non fa nulla per miscelare i suoi contributi a quelli degli altri.

Il "SI E..." permette di giocare insieme, di creare varianti, di amalgare contributi e il risultato finale è un'opera di tutti.
E quando è stata correttamente applicata ha dato ottimi risultati

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