Gente Che Gioca > Gioco Concreto

Giochi di rottura / Giochi di transizione

<< < (2/5) > >>

Moreno Roncucci:
Visto che è un discorso ricorrente, riciclo un post, da qui:
http://www.gentechegioca.it/smf/index.php?topic=4272.msg113142;topicseen#msg113142

---------------
[...]
Sui "giochi di transizione" sono anche più draconiano di Simone. Li considero una vera e propria piaga.  Non come giochi in sé: ce ne sono di belli e di brutti, come sempre. Però il fatto è che, essendo i più simili al gioco tradizionale, sono di gran lunga i più difficili. Io consiglio di non provarci nemmeno a giocarli finchè non si è davvero capito come funzionano, e questo comporta provare giochi più espliciti e che non siano luogo ad equivoci.

Vuoi che ti racconti com'è andata la nostra prima partita a Shadow of Yesterday? (che era in pratica Solar system + Near insieme nello stesso manuale). Il GM, che non era nemmeno alla sua prima esperienza di gdr indie,  ha visto il sistema, ha pensato "bello, un sistema tradizionale con qualche aggeggino carino aggiunto, ci posso usare le mie solite tecniche imparate in anni ed anni e avere comunque belle partite".

Com'è andata? Un disastro. Ce lo siamo letteralmente mangiato vivo. Nulla di quello che ci metteva di fronte poteva fermarci, o spingerci a fare "l'avventura" che voleva lui. Non ne volevamo sapere. E più lui insisteva, più puntavamo i piedi (io soprattutto). Già durante la prima partite c'è stato un drift totale sul gamismo, di fronte a quelle pressioni ho cominciato a giocare solo per vincere, solo per far vedere che non poteva spingermi a fare quello che voleva lui. Alla terza partita, frustratissimo, ha iniziato fare dell'illusionismo palese, a mettere gente invulnerabile (e che rimaneva invulnerabile quando gli buttavo addosso dell'acido), effetti magici non resistibili, e cose simili.

All'epoca mi aveva fatto girare così tanto le scatole che giocavo scazzato e volevo piantarla lì. Alla fine ha capito anche lui che aveva sbagliato e non aveva capito il gioco,  e ci siamo chiariti. Ma lo prendo ancora ferocemente per il sedere su quella partita, non riuscirà mai a smacchiarsi da quelle giocate.

Tempo fa poi ho sentito via email un altro mio amico. Stava giocando A Solar System. Bel gioco, diceva, ma "c'erano alcune cose che non funzionavano". Cosa?
Mi spiega che ha tolto la trascendenza che non piaceva ai giocatori, ha messo bonus-malus, protezioni speciali per gli avversari "importanti" per impedire che i PG li uccidessero alla prima partita, etc.
Insomma, l'aveva trasformato in un tradizionale pieno di GM-fiat!

Per farla breve, io a Solar System con un GM che non abbia già molta esperienza con i gdr narrativisti, non ci gioco. Non mi fido.
-----------------------------

A questo si aggiunga il fatto che come già segnalato, quello che  è facile o difficile dipende dalla persona.

Daniele Di Rubbo:
Allora, permettetemi di fare un sunto: finora abbiamo sondato tre punti sui quali, lasciatemelo dire, mi trovo perfettamente d’accordo:

* esistono sicuramente giochi non tradizionali più o meno simili ai tradizionali (per es. per la presenza di un GM, qualunque cosa essa significhi, per una divisione dei compiti e delle autorità narrative più simili a quelle di molti giochi tradizionali, ecc.); questi si è deciso di chiamarli di massima “giochi di transizione”, gli altri, quelli meno simili ai giochi tradizionali, si è deciso di chiamarli “giochi di rottura”;
* la valutazione se i singoli giochi siano “di transizione” o “di rottura” è estremamente soggettiva e, sebbene esistano alcune linee guida di massima, proprio per la sua soggettività non può assumere valore assoluto, ma solo di comodo e per questo è soggetta a continue confutazioni, se presa alla lettera;
* c’è un certo rigetto nel credere che i cosiddetti “giochi di transizione” siano i più facili, proprio perché essendo apparentemente più simili ai giochi tradizionali, rischiano di scadere nella routine delle consuetudini e sfociare nel sistema-zero.Patrick, siamo d’accordo su questi tre punti?

Moreno Roncucci:
Ecco le mie correzioni, per poter dire che sono d'accordo:

* esistono sicuramente giochi non tradizionali più o meno simili ai tradizionali (per es. per la presenza di un GM, qualunque cosa essa significhi, per una divisione dei compiti e delle autorità narrative più simili a quelle di molti giochi tradizionali, ecc.) e si è deciso di chiamarli di massima “giochi di transizione” e “giochi di rottura”
* la valutazione se i singoli giochi siano “di transizione” o “di rottura” di un gioco da consigliare per iniziare è estremamente soggettiva e, sebbene esistano alcune linee guida di massima, proprio per la sua soggettività non può assumere valore assoluto, ma solo di comodo e per questo è soggetta a continue confutazioni, se presa alla lettera;
* qualcuno sostiene che ci siano giochi "di transizione" più adatti perchè "più simili" ai giochi tradizionali, pur senza alcun riscontro su questa cosa.
* c’è un certo rigetto nel credere che i cosiddetti “giochi di transizione” siano i più facili, proprio perché essendo apparentemente più simili ai giochi tradizionali, rischiano di scadere nella routine delle consuetudini e sfociare nel sistema-zero.
Il punto è che qualcuno si è messo a chiamarli "giochi di transizione" perchè, senza alcun riscontro, senza alcuna base, solo "a sentimento", ha creduto che fossero giochi adatti per la transizione.
Normalmente chi ha questa idea NON è la persona che conosce i giochi in questione, ma è proprio la persona che dovrebbe provarli la prima vota con il suo gruppo, spaventato dall'idea di "cambiare troppo"
Infatti, se guardi, a richiedere "giochi di transizione" sono praticamente SOLO quelli che non hanno mai giocato altro che il tradizionale.
E' quindi la ricerca dell'"acqua che ti fa stare meglio a galla", da parte di chi ha paura ad imparare a nuotare (e sceglie le sabbie mobili perchè somigliano di più al terreno a cui è abituato)
Non esiste nessuna divisione in "giochi di transizione" e "di rottura" da parte di chi li conosce e li gioca.

Daniele Di Rubbo:
Ok sulle tue correzioni, anche se sicuramente tradiscono il tuo punto di vista eslcusivo. Su una delle ultime frasi:


--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2012-10-06 23:04:59 ---Infatti, se guardi, a richiedere "giochi di transizione" sono praticamente SOLO quelli che non hanno mai giocato altro che il tradizionale.
--- Termina citazione ---

quello che intendo dire è che, per esempio, Patrick riconosce la suddivisione che tu tendi a negare, eppure non è uno di questi soggetti, ma anzi uno che ha giocato ben altro rispetto al tradizionale.

Niccolò:
beh ma magari ha cominciato a chiamarli così da inesperto, o sentendolo da qualcun'altro che li chiamava così per inesperienza :)

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa