Io vedo che, almeno nel mio caso (ma credo per tutti), sono due aspetti molto diversi del "fare lo stesso personaggio".
Il primo è un fare proprio LO STESSO personaggio, finchè alla fine non riesci a giocarlo davvero (o, come avevo scritto
QUI non "giustifica la sua esistenza". Cito:
"Detto questo, io faccio spesso la cosa opposta: se con un personaggio NON ottengo quello che volevo (non nel senso di "volere una certa storia", nel senso di "la storia di questo personaggio è rimasta incompiuta, interrotta"), lo rigioco, tale e quale o con piccole modifiche se mi accorgo che avevo sbagliato alcuni elementi. Finché quel personaggio non "mi giustifica la sua esistenza". E' un misto di puntiglio, tigna, interesse nel vedere cosa fa funzionare un gioco e cosa no, e pigrizia (se faccio un personaggio, non deve andare sprecato)
Per esempio, ho rigiocato recentemente con Meguey, Claudia e Michele un personaggio a Bacchanal che nella sua "prima apparizione" (un precedente playtest) non aveva avuto una conclusione soddisfacente. Stavolta l'ha avuta (fuggito con l'Amata, sfuggendo alle guardie: ironicamente, era l'unico dei PG ad essere davvero colpevole di quello di cui era accusato...), e ora non lo giocherò più. Ha giustificato la sua creazione.
La stessa cosa sta succedendo con il personaggio che ho giocato ad INC a La Mia Vita Con Angelica. Ho già premesso a Mattia che la prossima volta rigioco quello. Ed è anche il motivo per cui ad Apocalypse World (dove mi fanno SEMPRE fare il GM, come giocatore ho fatto solo demo e one-shot) gioco da sempre in pratica lo stesso PG, demo dopo demo, one-shot dopo one-shot, finchè alla fine non avrà una storia decente (perchè mai dovrei creare nuovi personaggi in continuazione per poi buttarli via?)."C'è anche un bel thread su the forge su di questo:
on making the same character over and over, da cui cito un post di Pail Czege:
"So why does a gamer create the same character over and over, the way Kelly does, and the way Joe's friend Gordon does? Because consistently, in each and every game, the character fails to emerge from gameplay with a story that satisfies the player's unconscious preferences. Just because the player can't articulate their preferences doesn't mean they don't have any. The player gets trapped in the RPG equivalent of the woman who consistently goes back to her alcoholic, abusive husband. It's too important to her psychology to give up on the chance of overcoming the specific set of relationship issues she has with him.
Vampire, Mage, and AD&D, to name just a very few, consistently deprotagonize player characters. The suave character botches a seduction roll and the game or the GM assigns an outcome that undermines the character concept. The fierce character whiffs and stumbles through combat sequences. A great deal of table humor during RPG sessions comes from the system undermining the characters. Well, I'm sorry to say, but that's the textbook understanding of dysfunctional. And we're not even talking about railroading here. If system + railroading consistently create story outcomes that aren't satisfying to the unconscious story preferences embedded by the player in the character, you see the player creating the same character over and over again.
Cops hate domestic disturbance calls. The wife is black and blue from the beating she's taken, but she lunges at the cop when he tries to cuff the husband. Players similarly defend the systems that are killing them. And they go back for another slap, again and again."
La parte finale, da "the wife" in poi, era nella mia signature in Usenet, quando facevo a botte (virtuali) con i D&D-iani...

Il secondo aspetto che segnala Mattia invece è diverso: è molto, molto più "largo", contiene potenzialmente infiniti personaggi diversi, in un range però che è praticamente immutabile (o muta molto lentamente): ci sono personaggi che fai bene e personaggi che fai male. Non è il "non sono capace" di cui si parlava qualche settimana fa. qui non si parla di capacità di "recitare" qualcuno secondo canoni altrui, qui è invece proprio il fatto che se un personaggio è fuori da quel range... ce lo riporti. Se il personaggio è taciturno ma tu non riesci a stare zitto, quel personaggio si metterà a parlare spesso (proprio perchè NON lo stai recitando come un attore con un copione)
Per esempio, anni fa in un live ispirato a "Romanzo Criminale", (che all'epoca non avevo né letto né visto) mi affidano il personaggio del Bufalo. Già allora, pur senza senza sapere nulla dell'opera, mi era sembrato un personaggio totalmente fuori dalle mie corde (specie in un live...) e anche in gioco si era visto bene. Anni dopo vedo il telefilm, mi rendo conto che fra tutti quanto è davvero quello più lontano da me, e chiedo a chi mi aveva affidato quella parte "ma tu mi conosci, come ti è saltato in mente di farmi giocare il Bufalo?". Risposta: "eri quello più alto e grosso".
Si è sentito il rumore degli zebedei che rotolavano sul pavimento. L'aspetto "fisico" del casting, visto nell'ottica della recitazione, che sovrasta l'interpretazione rpg-istica del personaggio. Vabbè...
La cosa curiosa è che questo ambito di persoaggi non è ristretto da cose "importanti", ma da dettagli comportamentali, abitudini, modi di fare: io non ho mai avuto il minimo problema a giocare eroi altruisti o i peggiori criminali, bene/male e altri aspetti etici non sono assolutamente un problema: ma non riuscirò MAI a giocare bene un personaggio impulsivo: non perchè non lo "reciterei" bene, ma perchè dopo tre secondi di gioco non sarebbe più impulsivo...