Ad attirarmi verso il gioco di ruolo, anni fa, è stato indubbiamente il Colore ("giochi un potente mago! O un guerriero! Combatti contro dei mostri esplorando oscuri sotterranei!". Poi, dopo anni ed anni di "tira per colpire, tira per il danno" il Colore ha perso gran parte del suo fascino e ho iniziato ad interessarmi molto di più alle meccaniche.
Rimaneva comunque uno dei fattori principali, perchè di cambiamenti nelle meccaniche ce n'erano davvero pochi sostanziali. Mi ero innamorato di Ars Magica sia per l'Europa Mitica che per il Troupe Play, ma era stata la prima ad attirarmi (e il secondo a farmi continuare a giocare). Runequest mi aveva interessato come meccaniche, ma è stato Glorantha che mi ha dato la spinta a giocarlo, etc.
E se ho giocato a Cani nella Vigna è stato perchè, ancora prima di sapere qualcosa sulle meccaniche, a pensare di andare in giro per il west con una pistola in una mano e una bibbia nell'altra l'unica cosa che sono riuscito a pensare è "DEVO GIOCARLO!" (Sì, la stessa cosa che allontana un sacco di gente dal gioco. Che posso dire, mica tutti hanno gusti abbastanza buoni da apprezzare il western...)
Da quel momento, l'incontro con meccaniche realmente diverse porta ad un mutamento dell'importanza relativa fra i vari fattori. Se il colore rimane importante, non è più tanto il colore dei Personaggi, quanto il colore...del sistema! Vedo la pila di dadi di Hell for Leather e mi incuriosisce, anche se non so ancora come funziona, per esempio.
Ma quello che noto è soprattutto simile a quello che già ha detto Claudia: non è tanto che per me il colore è meno importante, quanto che trovo sempre meno interessante il tipo di "colore" che va per la maggiore nell'hobby. Vedo decine di hack di tutti i giochi possibili, da Apocalypse World a Cani nella Vigna, fatti per giocarli nei Dungeon, e mi viene da sbadigliare. Che interesse può avere, il ritornare a fare sempre l stesse cose?
Altri giochi che letteralmente mi respingono sulla base del colore: Anima Prime, Agon, Wushu, e per andare sul tradizionale, Vampire, Exalted, tutti i giochi in cui giochi in pratica una versione adolescenziale di personaggi "fighi" che combattono tutto il tempo o fanno i tenebrosi. (e aggiungo, anche i gdr con colore manga, in cui di solito fai entrambe le cose...)
E trovo abbastanza grottesca la recente ondata di tentativi di "ricreare D&D" che pare aver preso storygames, con decine di progetti per creare giochi per "giocare a D&D": se volessi giocare a D&D, non c'è già D&D?
Basta per dire che non mi curo del colore? No, dice solo che un certo tipo di colore mi annoia. Ma poi mi rendo conto che basta cambiare i sapori, e il colore mi attira, eccome: Sporchi Segreti, 1001 Notte, Cani nella Vigna come dicevo prima.... altre volte, basta rovesciare la visuale: Annalise mi ha preso quando ho saputo che non giocavi il vampiro, giocavi l'eventuale vittima.
E ho iniziato a dare importanza al setting anche a prescindere dal colore: a interessarmi a Spione non è stato il genere spionistico (che non mi attirava), è stato l'uso che fa del setting. Idem Shahida.
Però già questa visuale un po' meno "colorcentrica" vedo che mi allontana un po' dalla maggior parte dei giocatori. Lo vedo quando provo a convincere qualcuno a provare o a leggere o a comprare un gdr: inizio a parlare di come funzionano le meccanche, del setting, del tipo di personaggi (a parte il colore), e vedo lo sguardo che si fa assente, vacuo... e l'interesse non torna finchè non dico "e poi giochi un potente mago" o qualcosa di simile.