Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Come le sigarette (il marketing di Parpuzio)
Andrea Angiolino:
Nik:
>che beffa, allora, quando si è rivelato il motivo per il quale il mercato ha continuato a restringersi!
Mah, il momento in cui il motivo era quello io non lo ricordo - probabilmente perché nel settore non c'ero già più. Io ho vissuito soprattutto il periodo in cui il gioco di ruolo passava dai rari negozi che importavano giochi non tradotti (1980) alle prime pubblicazioni italiane (1984) e traduzioni (1985), passando man mano alla grander distribuzione, alla libreria, all'edicola, alle fumetterie, ai circuiti di scuole e biblioteche, in una continua espansione e conquista (o tentativi di conquista) di nuovi settori. Editori ed enti con cui ho lavorato io non si rivolgevano praticamente mai alla nicchia di chi già giocava (tra cui comunque spesso c'era chi pareva apprezzare), ma ai restanti cinquantanove milioni e spicci di italiani che non ne facevano ancora parte. O almeno a fette rilevanti di costoro.
La prima e unica grande stretta che ricordo io è stata quella di metà anni '90, in cui editori e negozianti hanno proclamato a gran voce l'agonia del gdr a causa dei giochi di carte collezionabili. Probabilmente anche un caso di "profezia autorealizzantesi", come si chiamano in economia (e credo più in generale nelle scienze sociali): essendo convinti che sarebbero morti, editori e commercianti hanno smesso (o quasi) di pubblicarli e di venderli. Contribuendo così ad ammazzarli o quasi, e anche quella come beffa non è stata da poco. Di restringimenti successivi non ho memoria, a quel punto mi ero messo a far altro.
Andrea Angiolino:
Rafu:
>C'è già un'incomprensione di fondo, in questo thread. Quello che Michele chiama "sistema" (lui si appoggia alla definizione >teorica corrente) è un "qualcosa" di molto più ampio e comprensivo di quello che Andrea sta chiamando "sistema" nel suo post.
Per quello precisavo esplicitamente che la mia definizione è quella di uso generale e intuitivo, non quella "tecnica corrente". La mia veteroesperienza è quella, magari parlando di parpuzi può servirvi. Vedete voi se vale anche per il sistema come voi lo intendete in senso più ampio e comprensivo, seguendo la vostra definizione tecnica corrente: se cioè il target di non-giocatori cui ci si rivolgeva in quel remoto passato sarebbe stato in grado di apprezzare le caratteristiche del sistema come lo intendete voi e di farne una motivazione di acquisto. Se non era in grado, forse il ragionamento vale ugualmente anche per il sistema come lo intendete voi. Se era in grado, pur non essendo in grado invece di apprezzare il sistema come lo intendo io, il confronto tra le mie e le vostre esperienze si fa ancora più interessante.
Niccolò:
--- Citazione ---La prima e unica grande stretta che ricordo io è stata quella di metà anni '90, in cui editori e negozianti hanno proclamato a gran voce l'agonia del gdr a causa dei giochi di carte collezionabili.
--- Termina citazione ---
ma, soprattutto, del dilagare incontrollato della regola d'oro.
--- Citazione ---se cioè il target di non-giocatori cui ci si rivolgeva in quel remoto passato sarebbe stato in grado di apprezzare le caratteristiche del sistema come lo intendete voi e di farne una motivazione di acquisto. Se non era in grado, forse il ragionamento vale ugualmente anche per il sistema come lo intendete voi. Se era in grado, pur non essendo in grado invece di apprezzare il sistema come lo intendo io, il confronto tra le mie e le vostre esperienze si fa ancora più interessante.
--- Termina citazione ---
sarebbe stato in grado sai di fare cosa? di giocare facilmente, senza rendere il gioco un rito e un impegno, favorendo un passaparola positivo e una diffusione più stratificata dell'hobby.
adesso sta succedendo, ma è molto più difficile: il temrine "gioco di ruolo" è troppo sputtanato, nell'immaginario comune.
Andrea Angiolino:
Nik:
>ma, soprattutto, del dilagare incontrollato della regola d'oro.
All'epoca, in tutta onestà, non ho mai sentito un editore o un commerciante imputare le proprie scelte commerciali di restrizione del gdr in programmi editoriali e scaffali di negozi alla presenza della regola d'oro. Frasi come "Si vende solo Magic", o "Abbiamo cancellato i titoli in programma per fare le espansioni di Magic", o "Al momento preferiamo occuparci di questo gioco di carte collezionabili" si sentivano invece piuttosto spesso.
Nik:
>di giocare facilmente, senza rendere il gioco un rito e un impegno
Mi sa che non hai mai visto Mediterraneo od Orlando Furioso. Di rituale c'è ben poco. Di impegno... Mi sa meno che in molti dei più apprezzati giochi d'oggi. Sulla facilità, parliamo di 20/25.000 caratteri di manuale tra intoduzione, regole, esempi di gioco, bestiario e avventura già pronta: difficile riuscirci a mettere molta complessità dentro, anche volendo. La facilità era adeguata al target, garantisco.
Nik:
>il temrine "gioco di ruolo" è troppo sputtanato, nell'immaginario comune.
Nessuno è costretto a continuare ad usarlo. Chi si sente un innovatore, se non si riconosce in tale etichetta non deve sentirsi obbligato ad appiccicarsela addosso: chiami quello che fa "metodo di improvvisazione creativa", o come gli pare, e il problema è risolto. ;)
Niccolò:
--- Citazione ---[cite]Postato da: Angiolillo[/cite]All'epoca, in tutta onestà, non ho mai sentito un editore o un commerciante imputare le proprie scelte commerciali di restrizione del gdr in programmi editoriali e scaffali di negozi alla presenza della regola d'oro. Frasi come "Si vende solo Magic", o "Abbiamo cancellato i titoli in programma per fare le espansioni di Magic", o "Al momento preferiamo occuparci di questo gioco di carte collezionabili" si sentivano invece piuttosto spesso.
--- Termina citazione ---
già - il fatto che la tribù fosse cieca ai propri difetti e accusasse divinità maligne non è antropologicamente nuovo.
--- Citazione ---
Mi sa che non hai mai visto Mediterraneo od Orlando Furioso. Di rituale c'è ben poco. Di impegno... Mi sa meno che in molti dei più apprezzati giochi d'oggi. Sulla facilità, parliamo di 20/25.000 caratteri di manuale tra intoduzione, regole, esempi di gioco, bestiario e avventura già pronta: difficile riuscirci a mettere molta complessità dentro, anche volendo. La facilità era adeguata al target, garantisco.
--- Termina citazione ---
entrambi i giochi sono molto più difficili da giocare EFFETTIVAMENTE di un gioco come avventure in prima serata, specialmente (ma non solo) per il master. l'incapacità di vedere questo come problema e invece farne motivo d'orgoglio è parte del fenomeno. (come se si potesse andare orgogliosi di tirarsi randellate nei testicoli... beh, magari qualche tribù nella storia umana l'avrà anche fatto...)
--- Citazione ---[cite]Postato da: Angiolillo[/cite]Nessuno è costretto a continuare ad usarlo. Chi si sente un innovatore, se non si riconosce in tale etichetta non deve sentirsi obbligato ad appiccicarsela addosso: chiami quello che fa "metodo di improvvisazione creativa", o come gli pare, e il problema è risolto.
--- Termina citazione ---
e quale sarebbe il rpoblema risolto? non certo il mercato in decomposizione, nè l'hobby morente. l'unico problema risolto è che non si sentirebbero probabilmente altrettanti boriosi commenti sull'argomento.
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