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[SLOW DOWN] Senza regole. Davvero? (ovvero, che strani miti attorno ai gdr...)

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Ezio:
Rimossi due post, di Dairon e Khana.

Invito entrambi ad aprire un thread separato per discutere di che cosa è un gioco di ruolo.

Dairon:
Eh, se non si può sapere cosa è un gdr allora per me il thread è inutilizzabile. Non è una tragedia, e volendo lo si può chiarire anche altrove... semplicemente non penso mi sia chiaro, ho troppi dubbi su dove finisca la categoria, se posso dire che quanto io ho esemplificato come "gdr spontaneo" fosse gdr etc., quindi non posso rispondere.
Lo dico a fini di chiarezza, perché vi era almeno un post che attendeva risposta, ma per ora non posso darla.

Buona fortuna a capirvi, ora, e non sono sarcastico! Spero ce la facciate, magari en passant si chiariscono altre cose.

Moreno Roncucci:
Approvo la proposta di Iacopo, parliamo di ROLE-PLAYING GAMES

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@Dairon:

Dairon, ho chiesto ESEMPI DI GIOCHI CHE HAI GIOCATO.

Adesso, dimmi che quando giochi sei lì a lambiccarti sul fatto che stai giocando ad un gdr o no...   ::)

No vero? Era la solita manovra, ripetuta ancora una volta. Ad ogni singolo post.  Mettere sempre in dubbio la definizione. E' una tattica vecchia come il cucco di mandare in vacca i thread.

E' PROPRIO per evitare questi tipo di "tatticismi da forum" che c'è la regola di parlare di gioco reale, e non di un ipotetico gioco noto solo con il titolo giocato da eventuali alieni che non ragionano come esseri umani

E sì. se non sai cos'è un gdr, questo thread per te è inutilizzabile. Mi dispiace che tu non te ne sia accorto prima, avremmo risparmiato tutti un ben po' di post.

Non sarei stato in grado comunque di darti una definizione completa che non prevedesse altre cose da definire.  C'erano ancora da definire esattamente, per esempio, cosa intendiamo per "comunicare", "giocatori", "spazio", "personaggi", "sociale", e non so cos'altro. Meglio chiuderla qui.

La mia esperienza personale? Io non ho mai visto tutta questa fatica a distinguere "gioco" e "non gioco". Specie nel campo dei gdr. Sono giochi estremamente ritualistici, come già detto in questo thread. Mentre altri giochi tipo i boardgame prevedono che la gente comunichi normalmente durante il gioco (parlando magari di cosa ha visto al cinema la sera prima mentre sta lanciando i dadi o muovendo una pedina) il fatto di doversi concentrare un minimo sull'immaginare qualcosa, e il fatto di giocare "parlando", impone che ci debba essere davvero un "prima" e "dopo", un confine preciso.

In tanti anni non ho mai visto un gruppo che non avesse una maniera per indicare "da adesso si gioca", un confine netto, inequivocabile.  A volte è un semplice "OK, iniziamo". Ho letto di gruppi che iniziano nell'istante in cui tutti si siedono.  Nel mio vecchio gruppo si usava la colonna sonora (appena partiva la musica iniziava il gioco. I sistemi sono tanti, ma un sistema per delimitare lo spazio rituale c'è sempre.

E non ho mai avuto particolari problemi a distinguere le volte che giocavo ad un gdr falle volte a cui giocavo a Risiko.

il fatto che il thread si esaurisca è ovvio, nel momento in cui chiedo ESEMPI REALMENTE GIOCATI di giochi senza regola. E' ovvio che non mi aspetto di leggerne nemmeno uno, uno volta posta la condizione "parliamo di cose vere".  Ma questo non è un problema.

Non è un problema se un thread è corto, anzi. I thread migliori si esauriscono in 1-2 pagine. Perchè i migliori? Perchè sono quelli in cui la discussione è fruttuosa e porta a conclusioni condivise o comunque all'accettazione delle diverse posizioni.  L'alternativa è il thread-flame o, peggio ancora, il thread-sbrodolamento in cui si ritorna sempre, sempre, sempre, sempre a ridire le stesse cose ciclicamente ignorando quello che è stato detto prima.   Lo so che in altri forum questo indica il "successo" di un thread ("guarda! 356 post! Che thread di successo! Ecchissenefrega se sono sempre gli stessi 6 post ripetuti in continuazione..."). Ma qui in gente che gioca certe cose non le vogliamo (vedi anche la mia reazione al tuo necro-posting di qualche giorno fa che ripeteva solo cose già dette).

Ezio:
Salve a tutti, scusate l'intromissione.

Devo essere sincero e dirvi che inizio a perdere un po' la pazienza.
Passi il post di Iacopo, passi persino il post di Luca dopo che glie ne avevo cestinato uno molto simile, per amor di chiarezza dato che Moreno ha già risposto. Fossi arrivato prima, lo dico chiaramente, avrei ri-cestinato il post di Luca.

Le regole per scrivere in questo thread sono molto chiare. Vi si chiede di parlare esclusivamente di giochi che avete giocato, ad ogni singolo post.
Se vi interessa discutere su come dovrebbe essere gestito secondo voi il thread e cosa dovete chiarire prima scrivete un messaggio privato a Moreno e diteglielo.

Ripeto: ogni singolo post deve contenere esempi di gioco concreto, reale, giocato.
Se non vi interessa o non potete portare esempi di gioco concreto, reale, giocato, non di giochi ipotetici (Es: "Quella volta che giocavo a Cani nella Vigna con Mario, Luca e Laura, e invece di tirare i dadi abbiamo deciso di metterci d'accordo...") non postate su questo thread.

Grazie della collaborazione.

Lollo:
Vorrei citare un caso concreto, abbastanza borderline, che spero interessante.
Siamo nel 2000 e la con si chiama Equpiacenza. Chiamano il sottoscritto, Marzia Possenti e un po' di amici di quello che poi sarebbe diventato il nucleo storico del Flying Circus. L'idea è di fare una versione di On Stage! Il gioco dell'attore dal vivo, su un palco e con pubblico votante. Marzia e io scriviamo ad hoc lo scenario La storia fantastica, tratto dall'omonimo film, recuperiamo qualche costume qua e là, e... si va in scena.
Ricordo quella giocata con una intensità particolare. L'effetto "artistico" finale fu discreto, ma fu soprattutto illuminante, per me e per il mio modo di giocare, la scoperta che a volte le regole possono essere d'intralcio.

Intanto a chi non conosce bene On Stage! suggerisco di andarsi a rileggere l'articolo di Andrea Angiolino sull'INCBook2012: http://www.internoscon.it/2011/index.cfm?action=book2010

Mettemmo in scena il gioco così com'era: quindi i giocatori a ogni scena facevano un'asta per aggiudicarsi il diritto di essere il regista di quella scena. Semplicemente, i giocatori invece di stare attorno a un tavolo indossavano dei costumi, e parlavano e agivano di fronte a un pubblico (invero stiamo parlando di meno di dieci persone, ma tant'è).
Quindi una regola del gioco che stavamo facendo era proprio questa: alla fine di ogni scena, i giocatori puntano un valore pescandolo da una riserva di punteggi finiti, ognuno dichiara la propria puntata e chi ha puntato più alto vince. I valori più alti si elidono a vicenda.
Tutto molto chiaro e già sperimentato con successo tante volte al tavolo (a cavallo del millennio, On Stage! era il gioco di ruolo che soddisfaceva tutte le mie esigenze!). Se non fosse che... in quel contesto era disastroso.
Intanto avevamo un pubblico, molto collaborativo e disponibile, però che diamine: stare ad aspettare un'asta era noioso.
Inoltre, più o meno dalla terza scena, Marzia e io ci accorgemmo di una cosa sbalorditiva: i giocatori iniziavano a fingere di fare l'asta. Si comunicavano prima i punteggi tra loro, concordavano sul fatto che "ora avrei bisogno di una scena io, puoi mettere un punteggio basso?", dicevano i numeri cantilenandomeli come per dire "sì, stiamo facendo l'asta, ma non è vera per davvero". Quasi un ammutinamento... ma col quale ci trovammo immediatamente d'accordo. I gioc-attori, che erano molto molto bravi, avevano intuito che quel sistema non stava facendo il lavoro che volevamo fare noi, che era costruire una bella storia, e anzi si stava mettendo in mezzo. Una regola che non ci piaceva.
Risultato? L'abbiamo abolita in corso d'opera. Onestamente non ricordo se abbiamo svelato il trucco agli spettatori o se abbiamo continuato a fingere che ci fosse un'asta (credo che ci limitassimo a comunicare "ora la scena è del Pirata Roberts"), comunque da quel momento i gioc-attori hanno iniziato a concordare al volo chi di loro aveva il controllo di scena. Mi sembra che sia andato tutto liscio, forse giusto una volta avremo dovuto dire "ok, avete entrambi bisogno di una scena, facciamo prima la tua e poi la sua", ma in generale tutto è filato molto liscio.

Il punto che vorrei sottolineare è che, per come la vedo io, non abbiamo tolto una regola. Abbiamo sostituito una regola con un'altra regola che ritenevamo migliore.
Credo che la nuova regola possa essere descritta così: "i giocatori si mettono d'accordo su chi imposta la prossima scena; se non riescono a mettersi d'accordo, sceglie il regista".
Per me è comunque una regola, anche se ha una formulazione meno meccanica e più di senso (cosa vuol dire che "non riescono a mettersi d'accordo?" magari ci riuscirebbero anche avendo a disposizione un paio d'ore in cui chiarirsi, ma il pubblico non aspetta così tanto...).
Un aspetto interessante è che non solo abbiamo cambiato una regola rispetto al manuale, ma che l'abbiamo cambiata in corso d'opera. Quindi non so, forse all'inizio stavamo giocando a On Stage! e alla fine no... ma alla fine chissene.  8)
Penso anche che ci fossero tante altre regole che facevano funzionare il gioco. Alcune talmente ovvie da risultare banali:

* ogni giocatore interpreta un personaggio
* quando è in scena, il giocatore parla e si muove come se fosse quel personaggioAltre apparentemente altrettanto ovvie, ma in realtà non così scontate (ve ne accorgete quando provate a spiegare cosa sono i giochi di ruolo a un "babbano"):
* in questo gioco non c'è un vincitore
* in questo gioco c'è un master/regista che ha la parola finale su tuttoPoi ci sono quelle più specifiche, tipo che i personaggi pescano 3 carte, che ci sono quelle da giocare in scena e fuori scena, ecc.
Tutto questo solo per portarvi la mia esperienza con il fatto che anche l'assenza di regole va regolamentata.  :D

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