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[SLOW DOWN] Senza regole. Davvero? (ovvero, che strani miti attorno ai gdr...)

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Simone Micucci:
Ricordo a tutti che il thread è in Slow Down. Evitate di postare più di una volta. Anche se è breve. Anche se è un chiarimento. Anche se vi hanno fatto una domanda. Avete duemila altri modi per rispondere rapidamente senza violare lo Slow Down(mandare un MP ad esempio, con la promessa di parlare con il prossimo post). Rob sei in Time Out. Evita di postare in questo thread fino a domani. Insomma, evita di violare nuovamente lo Slow Down.

Giulia Cursi:
Io quando ero piccola giocavo di ruolo interpretando ad esempio la mia Sailor preferita, imitando le sue mosse e i suoi modi di fare, oppure sfruttando "miniature", ad esempio la barbie che va in giro epr negozi con la sua amica (che era un'altra barbie di una mia amica), altrimenti la migliore giocata della mia infanzia è stata un giorno in cui sono andata a casa di un mio amico (avremo avuto circa 6-7 anni) abbiamo spostato strategicamente le piante del salotto creando una giungla preistorica e ricreando il nostro pianeta ai tempi dei dinosauri, con tante piccole miniature che avevamo. E' stata una figata!
Ora a parte le regole sociali del vivere bene insieme, che comprendono il fatto di non picchiarsi senza motivo ad esempio, io ero solita stabilire con i miei amici anche delle regole del gioco, tipo: qui ci sono i dinosauri, quini gli uomini non ci sono! (Super Quark mi ha cresciuta!)
Spero di essere rimasta in argomento. :)

ivan:
Sta per arrivare Natale e molti si troveranno con nipotini vari e figli di amici di famiglia. Voglio proporvi di fare gli etnografi e osservare i loro giochi. Persino nel solo-game secondo me ci sono elementi rituali abbastanza precisi. Osservare anche le regole apparentemente ovvie puo' essere utile per capire come le regole sociali vengono distorte e sovrascritte durante l'attivita'/gioco.

Non saprei riguardo la produttivita', ma la ritualizzazione esplicita del gioco da bambini e' stata per noi una scoperta che ha portato a giochi molto piu soddisfacenti (se la memoria non mi inganna). Ho provato anche con il figlio di un amico: una volta insegnatogli un modo per risolvere il conflitto tra i suoi dinosauri non voleva piu' giocare in altro modo.. non dico che sia meglio del senso drammatico istintivo del bambino, ma c'e' qualcosa che 'prende' e soddisfa nell'uso delle regole. 

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione da: ivan - 2011-12-20 14:25:38 ---Non saprei riguardo la produttivita', [...]

--- Termina citazione ---

"Produttività" è una di quelle parole che cambiano MOLTO a seconda del contesto.
Quindi non diamola per scontata.
Io dico che il gioco può essere "produttivo" oppure no a seconda della definizione di "produttivo" (e di "gioco") che abbiamo in mente in quel momento ed in quel contesto.

Es.: "giocare svaga la mente e quindi le persone stanno meglio, quindi è produttivo" oppure "mentre gioco, non produco beni materiali, è improduttivo" oppure "con questo gioco, impariamo anche capacità utili, è produttivo (pensando al futuro)" o anche "questo gioco è un addestramento, non è produttivo (ora)".

Dairon:
Bella gente, non è che stiamo confondendo i termini? Questo lo dico anche perché vedo citate cose che -mi pare, riguardo il libro- parlano di game. Ma game non è tutto il gioco in italiano (e se i role-playing games sono games e quindi debbono sempre avere delle regole*, qui si sta parlando varie attività che vanno sotto altri termini, tipo il bimbo che si balocca).
Il gioco è anche il play. Se il game è verosimilmente il gioco con le regole, non c'è ragione di credere sia così per il play, e in effetti l'etimologia mi viene in per play (the spontaneous activity of children)che per gioco. Entrambi comprendono attività regolate, per carità.
Ma direi senza gran timore di sbagliare che comprendono anche il bambino (in questo sono d'accordo con Caleb, cfr. il thread da cui questo è stato aperto) che fa le cose perché gli gira, cosa che noi adulti facciamo di meno. Spesso in maniera prettamente immaginifica, far finta che. Non è che questo voglia dire che spesso non si sviluppi il rituale, anzi. Ma non è necessario. (come non penso sia vero che il rituale sia identico alla regola. Quello che facevo da bambino a me pare un rituale ma sono molto dubbioso sul fatto che avesse regole. Comunque mi è facile da immaginare senza regole).

Sull'idea che le regole ci siano sempre, scusate, ma mi viene da porre una anarchica risata. Forse pensate che non esista la spontaneità nelle azioni umane, perché in ogni caso sappiamo di non dover uccidere o cosa?

*=concetto della cui necessità non sono convintissimo, ma diamolo per buono.

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