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Rappresentazione della donna e dell'uomo nei gdr
Mauro:
--- Citazione da: Nenhiril - 2011-12-06 17:09:47 ---Il fatto è che con un gruppo di gioco di soli ragazzi difficilmente verrà fuori il problema
--- Termina citazione ---
Allora non dipende da quante donne ci sono al tavolo, ma se ci sono donne al tavolo: se ce n'è solo una, il discorso di Ezio è valido (in realtà può essere valido anche senza donne, ma è un caso più particolare).
Dairon:
(buffo che alla fine DL si riveli più fleshed-out di altre cose... e pure in particolari giocabili!)
Posso dire che non mi convince molto il discorso di non fare personaggi dell'altro in sesso? Voglio dire, non è una critica specifica (non è che non sei "un Buon GiocatoreTM" se non hai voglia di fare la cosa X, e ci mancherebbe... Io ho il terrore uguale al desiderio di giocare a Bliss Stage, quel gioco mi fa paura per quanto è unsafe!), ma mi sfugge un po'. Mi pare in generale non ci si faccia grossi problemi a interpretare alieni, lupi mannari, revenant vendicativi, tizi con superpoteri: tutta roba che spero sia più distante dall'esperienza quotidiana di essere semplicemente una persona dell'altro sesso. Non so se mi spiego. :P
Comunque una delle pg più interessanti che ho visto è stata interpretata da un uomo. Si parla di campagna a lungo termine di DND. Non era assolutamente la paladina (o quel che fosse) più femminile che abbia mai visto, o la più coerente, ma in un certo senso il voler provare a dare quel qualcosa di più per "dimostrare" di essere una donna in gioco ha portato a far vedere di più il personaggio a volte.
Actual play: dopo che le/gli si critica il suo operato per un tot (praticamente era circondata da pareri contrari), fugge in lacrime. Il mio druido lucertolone ha pure dovuto andare a consolarla e darle manforte. Per un istante sembrava il giocatore stesse per andarsene dal tavolo in quello stato... e proprio non è tipo! (mi è quasi sembrato nemmeno lui s'aspettasse venisse fuori una cosa tanto memorabile)
Ecco... questo genere di cose non le vedo di solito con donne al tavolo. Saranno i giochi, però di solito vedo che si debba sempre essere cool. Non necessariamente avere in scheda delle protagoniste "fighe" in senso erotico, ma comunque sempre "grosse" o "stilose", spero abbiate capito. Anche la nobile "sensibile", alla tragedia familiare (però ok, è DND, non Polaris) non crolla in lacrime ma pensa alla vendetta.
Non crederei sia perché al tavolo c'è un ambiente dove i pg sono troppo sboroni per dimostrare sentimenti o ci sia una competizione sfrenata - quindi mi viene da pensare che potrebbe esserci questo meccanismo di rischiare nel proprio gioco quando si fa una persona dell'altro sesso.
Sia chiaro che non è che pensi una donna per dimostrarsi tale debba fare una sceneggiata, duh. Però non so, mi ha colpito questa cosa. Spero mi abbiate seguito, in caso contrario i fatti mi cosano.
Davide Losito - ( Khana ):
--- Citazione ---forse parlo dei Drow
--- Termina citazione ---
Sì, ma attenzione che "ufficialmente" i Drow sono MALVAGI.
Quindi sono (volutamente politically SSScorrect, le parole in corsivo sono volutamente esagerate):
Negri
Comandati da Femmine
Abitano le Grotte
Hanno un'iniziazione sociale incentrata sul bondage, in cui Femmine Negre Vestite di Pelle Frustano i Maschi fino a che non si accoppiano con loro, SOPRATTUTTO se sono della stessa famiglia (*Edipo Warning, Edipo Warning...*)
Questo almeno è quanto emerge leggendo le due MULTIPLO-logie di Drizz Do'Urden, scritte da R.A. Salvatore. Attualmente materiale narrativo "ufficiale" sui Drow.
Chiaro che ci possono essere notevoli altre chiavi di lettura (e quella fornita sopra non è quella che io preferisco), però vista di primo acchito sembra molto la fiera della misoginia.
Per esperienza personale, io ho provato a costruire una cultura uxori-centrica (yeeee :D me la tirerò a vita per questo neologismo) e a dargli un senso compiuto, ispirandomi a figure storiche di primaria importanza.
L'imperatrice Jenev del Nuovo Impero Argenteo è un mix tra Cleopatra, la Regina Vittoria, Isabella di Spagna e Irene di Costantinopoli.
Ora... come facciamo a capire se queste figure a cui mi sono ispirato siano genuinamente "femminili" nel loro condurre i rispettivi paesi, o invece quanto siano state condizionate dal ruolo che i maschi si aspettavano da loro?
Non possiamo, perché la nostra cultura è questa, è fatta come è fatta e almeno fino al 1970, salvo rari casi, è stata trainata da maschi (e in questa sede non mi interessa discutere del perché o delle possibili alternative, che rasenterebbero la fanta-storia).
Quindi è chiaro che tutto ciò che possiamo "ricreare" con la nostra immaginazione è comunque condizionato dalla nostra esperienza, dai nostri desideri e dai nostri "valori".
Donne nel fantasy...
Il maschilismo di Dragon Lance può essere interpretato in due modi.
Uno, negativo: di norma viene mascherato da "realismo storico" (in un setting Fantasy... certo... infatti la Magia e i Draghi, fanno parte dello stesso realismo storico :D:D).
Uno, positivo e creativo: giocare gruppi di personaggi avventurieri composti da sole DONNE che affrontano quella società descritta in quel modo.
Cmq ci terrei a precisare che Goldmoon, Kitiara e Crysania mi sembrano personaggi e personalità di tutto rispetto, nella storia di Dragonlance, compresa la (generica) rivalutazione umana fatta per tutti, nella trilogia dei gemelli.
Ergo, anche in questo caso... dipende sempre molto da come e da chi vengono comunicati i fatti di un romanzo e, anche, da come e da chi vengono letti quei fatti.
Dairon:
To be fair, a Faerun la Grande Crepa è un esempio di ginocrazia "sana" e positiva, ma non ne viene scritto nulla nei romanzi e non penso sia molto dettagliata.
Comunque se cerchi qualche esempio di società che si potrebbe con po' di sforzo definire matriarcale la trovi. Non si tratta comunque di società molto facilmente assimilabili al medioevo europeo (o comunque "grandi civiltà" come complessità di sistemi interdipendenti), per quanto non penso una versione fantasy dei Tuareg sia difficile.
--- Citazione ---Uno, positivo e creativo: giocare gruppi di personaggi avventurieri composti da sole DONNE che affrontano quella società descritta in quel modo.
--- Termina citazione ---
L'importante è che non venga fuori Queen's Blade, a questi fini... ;D
Moreno Roncucci:
In molti discorsi sulle "culture" nei mondi di gioco per gdr, appare un certo corto circuito mentale con i concetti di "razza" o "classe" di D&D.
Immaginatevi un gioco ambientato NEL MONDO REALE. E che in questo gioco un GM proibisca ad una donna di giocare un personaggio ufficiale dell'esercito e donna, perchè dai dati ISTAT risulta che, nella cultura generale italiana, non è un ruolo femminile.
Allo stesso modo, questo fantomatico GM proibirebbe di giocare in un ambientazione italiana personaggi Gay, o personaggi di religione non cattolica, immagino...
Ridicolo, vero? Perchè vorrebbe dire che questo GM confonde una "CULTURA" con una "RAZZA DI D&D". E quindi magari darebbe a tutti gli italiani un +2 sulle abilità ladresche, ma gli sarebbe proibita professione di scienziato (come agli Halfling è proibito essere maghi)
Se ne parlava proprio qualche settimana si The Forge, di come l'idea di "cultura" in molti gdr non somigli per nulla a come funzionano le culture nel mondo reale. Le eccezioni sono davvero pochissime (spicca come al solito Glorantha) ma per il resto, un panorama desolante...
(un altro problema che si associa nel caso uomini-donna è il fatto che in troppi gdr, un personaggio si valuta solo per la sua capacità di usare armi, e basta)
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