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Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
Mauro:
Proposta di definizione:
--- Citazione ---Rappresentare il proprio personaggio, in Inglese character advocacy, significa rappresentare al tavolo le sue intenzioni, perseguendo ciò che vuole fare; per esempio, giocare in un simile modo richiede di non spingere per la sconfitta del personaggio, salvo che il personaggio stesso la desideri. Vedi nota 1 per approfondimenti
--- Termina citazione ---
Oppure (identica, cambia solo che mantengo il termine in Inglese; valuterò come fare: stavo pensando di usare quelli in Italiano perché esiste già la traduzione, ma se è inesatta le cose cambiano):
--- Citazione ---Fare character advocacy significa rappresentare al tavolo le intenzioni del proprio personaggio, perseguendo ciò che vuole fare; per esempio, giocare in un simile modo richiede di non spingere per la sconfitta del personaggio, salvo che il personaggio stesso la desideri. Vedi nota 1 per approfondimenti
--- Termina citazione ---
Iacopo Frigerio:
--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2011-03-01 00:21:39 ---Iacopo suggerisce "Procura" ma ha per me gli stessi problemi di "Patrocinio".
In Italiano per me il concetto si esprime meglio con "rappresentare". Tu "rappresenti" il tuo personaggio (o i tuoi personaggi, o dei personaggi) davanti agli altri giocatori, esponendone le ragioni e i desideri con parole e fatti.
--- Termina citazione ---
Mah, per carità, evidentemente ci sono differenti definizioni in testa. Visto che per me Raiola "rappresenta" Ibraimovic (o Balotelli) di fronte alle società di calcio. E non si accorderebbe che Raiola patrocina Ibraimovic. Quindi continuo a pensare che ci stia bene, per assurdo ci trovo una conferma proprio nel fatto che anche tu poni l'accento sul rappresentare, che sta alla radice del mio pensare il concetto di procura. Buona cosa.
Per il resto, non aggiungo altro, dato che non ho nulla di più costruttivo da aggiungere :-)
vonpaulus:
--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2011-03-01 02:42:51 --- Diventa una considerazione trascurabile o comunque secondaria fuori dal gioco narrativista.
--- Termina citazione ---
secondo me è sempre stata importante anche ai tempi in cui si chiamava semplicemente "non barare".
Moreno Roncucci:
--- Citazione da: Paolo Castelli - 2011-03-01 13:57:13 ---
--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2011-03-01 02:42:51 --- Diventa una considerazione trascurabile o comunque secondaria fuori dal gioco narrativista.
--- Termina citazione ---
secondo me è sempre stata importante anche ai tempi in cui si chiamava semplicemente "non barare".
--- Termina citazione ---
Quel "non barare" è da prendere in un senso molto preciso. Non è il non barare sui tiri. E' "non barare sul legame fra mondo reale e fiction"
E sì, c'è una certa mitologia del "i gdr sono tutti così, in tutti interpreti i personaggi". Ma a questo serve l'actual play: andare al di là delle dichiarazioni di prammatica (in cui siamo sempre tutti bravissimi e facciamo sempre tutto) e vedere in concreto che si fa
Esempio concreto, D&D (una versione vecchia che le nuove non le conosco): situazione, un attacco di sorpresa al gruppo da parte di un mostro, i guerrieri sono tutti senza armatura.
Dopo aver visto il danno inferto dai colpi del mostro, il mago del gruppo fa un paio di calcoli e si mette in mezzo, combattendo all'arma bianca, per dare il tempo ai guerrieri di rivestirsi. E loro lo fanno, dandogli poi il cambio, e vincendo lo scontro.
Lasciano stare l'implausibilità della cosa (il mostro era alto tre metri e questi si mettono l'armatura per evitare di essere colpiti), che è un problema di physical engine, concentriamoci sulla specifica azione del mago. E' stato un protagonista? Solo in termini puramente tattici. Ha compiuto la "mossa giusta", per vincere lo scontro, facendo una cosa inconsueta (e senza senso nella fiction)
Attenzione, non sto dicendo che non l'ha interpretata! Anzi, ha "interpretato" tutto il tempo. O meglio, ha "recitato". Parlando sempre in character. Cioè quello che passa per "interpretare" nell'ambiente del gdr classico (concentrandoci sulle vocine e le mossette e trascura completamente le azioni concrete).
Ma ha fatto Advocacy del personaggio (ha portato al tavolo le istanze del personaggio, fra cui "non voglio farmi bastonare da un mostro alto tre metri!") o ha fatto una scelta tattica vincente (portando nella fiction le istanze del giocatore, fra cui "voglio far sopravvivere il mio personaggio e per far questo mi serve il resto del gruppo in armatura"). La tattica e la strategia sono i corrispondenti dell'advocacy qui.
Al tavolo il consenso è stato unanime. Approvazione e lodi. Lo so perchè il mago o giocavo io. E con quella partita ho vinto un torneo di D&D come "miglior giocatore", più di 15 anni fa.
E' un riflesso condizionato nel mondo dei gdr leggere di queste cose e dire "ah, ma quello non è interpretare, non è giocare bene, noi non facciamo così". Perchè nel mondo del gdr tradizionale non si ragiona mai su quello che avviene VERAMENTE al tavolo, e si parla sempre i un idea platonica di "gioco ideale" (che ideale in realtà non lo sarebbe per niente) dove si è sempre perfettamente tattici, strategici e si sta sempre in character. Cioè ESATTAMENTE quello che ho fatto io, ma finchè la si guarda come un ideale e non concretamente al tavolo, non lo si vede.
Ho parteggiato per il mio personaggio. Quindi, NON ho fatto advocacy. Era la mossa giusta da fare in quel gioco, altrimenti avrei giocato male. Sono stato premiato dal tavolo, dal GM, dalla giuria, e dal manuale.
Se avessi fatto advocacy e avessi fatto sterminare il gruppo, sarei stato io che "giocavo bene" e gli altri male, compresi i GM che avrebbero dovuto "salvare il mio personaggio" contro le regole del gioco? O sarei stato un giocatore tanto sprovveduto e inesperto da non sapere nemmeno a che gioco stava giocando e quali erano gli scopi?
Buttate via, nel cesso, l'idea dell'"ideale di come si gioca un gdr", che quello è il suo posto. Serve solo a bullarsi e vantarsi nei forum. Invece, tenete gli occhi aperti, osservate cosa succede VERAMENTE al tavolo di gioco. E' solo così che si impara davvero a giocare.
@Iacopo:
Il problema del trovare una traduzione per Advocacy è proprio quello: la parola che a me dice qualcosa a te ne dice un altra e viceversa. Bisogna definire bene i concetti, anche se ci vogliono più di 2 righe.
Mattia Bulgarelli:
Moreno, credo che il tuo AP possa essere considerato come "buona advocacy" se il presupposto del personaggio era "sacrificarsi per il gruppo è la cosa che davvero desidera".
Ed essendo la partita media di D&D (ora come allora) basata sul presupposto di "personaggi eroi", non è un presupposto strampalato.
Capisco, ovviamente, che il senso del tuo discorso è "fare advocacy vuol dire che se il PG vuole scappare, glielo fai fare". ^_-
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