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[CnV] cosa vuol dire "incorporare un tratto"
Moreno Roncucci:
--- Citazione ---[cite] marco.costantini:[/cite][
Resta il fatto che, alla risposta di Moreno avrei alzato il mitico sopracciglio :)
--- Termina citazione ---
Il sopracciglio può essere usato per CANCELLARE UN RILANCIO O UNA PARATA, non per cancellare una cancellazione... 8)
Detto questo, aspetto un po' a rispondere al resto perchè qui c'è una tempesta di cross-post incrociati... :lol:
Marco Costantini:
Ecco, ho editato crosspostando con la tua risposta! Oddio che confusione :P
E tutto per una pistola ed un cappotto :)
Facciamo così, ora mi guardo la ricetta della salsa agrodolce, me ne vado a nanna e domani, con calma, vedo cosa ha scritto il buon Moreno :)
Notte e crosspost d'oro :P
Mauro:
--- Citazione ---[cite] Moreno Roncucci:[/cite]Ad occhio, per me è un rilancio FISICO, cioè POSSO IGNORARE LE PAROLE. Potendo ignorare le parole, qualunque cosa dice non conta più un tubo, è il carro sullo sfondo.
Se preferisce che il rilancio (la minaccia) siano le parole, il gesto non è minaccioso, non conta, è trascurabile, e quindi non minaccia
--- Termina citazione ---
Esplicito questo dal mio punto di vista, spiegando perché ho scelto verbale e non fisico: Gabriel vuole far ragionare John. Se questi ignora la minaccia e ragiona, gli va bene. Se ignora il ragionamento e si spaventa per la minaccia, gli va meno bene. Minacciarlo può servire a farlo calmare, ma non a farlo ragionare (né a togliere il pericolo, lo nasconde solo): la minaccia è secondaria, anche nella descrizione: "Tanto per chiarire il concetto", "l'idea è che, se le parole non lo fanno ragionare, il rischio di un proiettile lo dissuada". Vorrebbe, in prima battuta, fargli capire che non vuole fare casini, ma solo eseguire il suo compito; e solo in seconda battuta passare al farlo cedere per minaccia. E, aggiungo ora (nel senso che nello scrivere il Rilancio non ci avevo pensato), farlo andare via per paura potrebbe umiliarlo, e quindi portarlo ad azioni conseguenti peggiori.
La pistola ha peso, narrativamente (non meccanicamente) parlando? Penso di sí, salvo che John sia troppo incazzato o concentrato su quello che dico per notare il gesto. Ma se le mie parole non lo dissuadono... la minaccia della pistola diventerà effettiva quando gliela punterò in faccia (casomai succeda, ovvio), a due centimetri dal naso, e non potrà ignorarla.
E prima che me lo chiediate: no, non ho fatto tutto questo ragionamento prima di fare il Rilancio :lol:
--- Citazione ---[cite] marco.costantini:[/cite]personalmente, trovo che siano le parole la parte consistente di quel rilancio (quindi siamo a "non fisico") e che la mano sulla pistola serva solo a rafforzarle, come a dire "questo è quanto e se no c'è questa (la pistola)"
--- Termina citazione ---
Avrei potuto esplicitarlo in discorso: invece che dire "sono qui per portare la volontà del Re della Vita, non per venire insultato da chi nemmeno si rende conto di bestemmiare, quindi non intralciare il compito che Lui mi ha dato", concludere con "sono qui per portare la volontà del Re della Vita, non per venire insultato da chi nemmeno si rende conto di bestemmiare, e non esiterò a usare la pistola, per eseguire tale volontà". Solo, mi piace di meno (e non ci avevo pensato :P ). Ma non so se questo mi darebbe i dadi della pistola: personalmente sono restio a considerare le Proprietà portate nel Rilancio solo perché nominate (non a caso non ho tirato i dadi del Libro), ma se la Proprietà ha rilevanza nel Rilancio potrebbe avere senso (la pistola - inserita nel discorso - farebbe parte della minaccia, il Libro no: avrei potuto dire "il Re della Vita dice", e non sarebbe cambiato nulla. Posso tirare 2d10 per il Re della Vita? :lol: ).
Moreno Roncucci:
--- Citazione ---[cite] marco.costantini:[/cite]
Semplicemente non condividevo la visione di considerare la mano sulla pistola come il carretto che passa in fondo alla strada.
--- Termina citazione ---
Infatti, nella descrizione iniziale di Mauro non lo è. Nella descrizione iniziale, il gesto di mostrare la pistola in maniera così minacciosa diventava il Rilancio, la cosa più importante, assoluta, non ignorabile, che cancellava dall'attenzione qualunque altro aspetto. Tu stai ad ascoltare le parole esatte di qualcuno che sta parlando di cosa ha detto chi e cose se contemporaneamente fa il gesto di metter mano alla pistola e spararti?
Come descritto da Mauro, il rilancio era fisico. E di fronte alla minaccia di una pistola, il resto è ignorabile. Si auto-cancellava (=rendeva ignorabile) il rilancio a parole.
Esempio forse più chiaro. Rilancio con ti sparo nello stomaco, e mentre lo faccio di recito il libro della vita, così aggiungo il tratto "sono abile a citare le sacre scritture" . No. Non funziona. Perché se gli spari nello stomaco, quello IGNORA COMPLETAMENTE le tue sacre scritture e il tratto non entra veramente in gioco. E' un carro di fieno che passa cento metri di distanza.
La gente quando spara non sta ferma. La gente quando spara parla e si muove. Allora, perché quando spara l'ambito è "sparare" e non "parlare" o "movimento fisico"? Perché si guarda NON alla somma di tutto quello che fai ("attacco in tre ambiti contemporaneamente"), ma si guarda a cosa è significativo (ti sparo...) e cose è invece ignorabile e ignorato (mentre ti sparo muovo un gomito)
Notare, invece, come nell'esempio di prima un tratto che dicesse "quando sparo recito le sacre scritture" sarebbe applicabile, anche se riguarda tu che parli, perchè è legato al vero rilancio, e non al corollario futile, inutile e ignorabile.
Tornando alla giocata di Mauro: non era la pistola il carro di fieno, era il discorso che aveva fatto Gabrlel. Chi sta a sentire cosa dice Gabriel quando si rischia di passare alle pistole da un secondo all'altro?
Però Mauro pareva tenere di più al discorso che alla pistola, quindi gli ho detto "guarda che se tiri fuori la pistola il discorso non conta più un tubo, fai una cosa per volta, e che sia significativa".
E lui infatti ha preferito conservare il discorso come cosa significativa.
Qui si creano storie. La scrittura ha le sue regole, anche in un gdr. Se vuoi che una frase di un protagonista sia significativa, non puoi eclissarla con qualcos'altro nella stessa riga.
Se volete che i vostri gesti, le vostre parole, le vostre azioni, nel gioco, siamo MEMORABILI, imparate a lasciarle sole, stagliate, nette, decise, basilari. Ad accumulare azioni su azioni nell'ansia di fare tutto in una volta, nessuna parte del mucchio sarà memorabile ( io che voglio partite memorabili e non mucchietti informi vi stronco di sopraccigliate se giocate con me)
Riguardo al fatto "regole - sopracciglio", non c'è differenza, non c'è tensione, non c'è dicotomia. Il sopracciglio prende il suo potere dalle regole. Non è un "la regola dice che si può fare, ma il sopracciglio lo nega!". E' "la regola dice di dar retta al sopracciglio del giocatore più critico e rompiscatole al tavolo, e se non lo fai non giochi a questo gioco".
Posso immaginare un tavolo in cui la regola che i tratti vanno narrati in un rilancio o in una veduta venga intesa in maniera tanto lasca da permettere di aggiungere 5-6 tratti alla volta con narrazioni tipo "ti guarda negli occhi e dice xxxx mentre con la mano tocca la pistola, il mantello di muove al vento, il cappello gli fa ombra, il suo cavallo gli dà un nitrito di sostegno, un barile lo copre dal vento migliorando la mira, mentre gli spara nello stomaco attraverso uno specchio". Però immagino anche che razza di partite vengono.
Il sistema è uno strumento. Bisogna anche imparare ad usarlo, per suonare bene.
Alessandro Piroddi (Hasimir):
I dadi li forniscono gli elementi di Rilancio/Vista ... gli elementi di Rilancio/Vista sono quelli che "non posso ignorare".
Ne consegue che se accosto più elementi rilevanti, il "più forte" narrativamente diventerà il focus unico dell'attenzione, privando di valore gli altri.
Fin qui ci posso stare.
Effettivamente anche io partivo dal presupposto "olistico" per cui la somma di tanti elementi dava più forza all'atto finale ... mentre dal punto di vista "narrativo" non è affatto così.
Ok.
Però allora avrei un esempio pratico da sottoporre a giudizio.
Un carcerato cerca di evadere di cella...la scena finisce con lui in cella ma con una pistola fra le mani, il grasso sceriffo a terra semi-svenuto, e due Cani fuori dalla cella che cercano di convincerlo a desistere dal compiere atti insensati.
La posta è: salvare lo sheriffo.
Come rilancio il mio PG si erge di fronte al detenuto, gli dice che ha fede nella forza del Signore, si batte le mani al petto ed invita il detenuto a fare fuoco, se ne ha il coraggio, a sparare contro un Cane del signore...e nel dirlo spalanca con gesto enfatico le falde del mantello, facendolo svolazzare ai suoi lati.
Fra i vari elementi, io ritenevo appropriato aggiungere i dadi del cappotto.
Perkè è un simbolo della mia autorità come Cane, che è l'argomento perno del mio rilancio, e perkè in generale enfatizza e sottolinea le mie parole in modo scenografico.
La risposta del master è stata "No, il cappotto serve quando deflette un proiettile o se lo strappi per bendarti ... non per queste cose".
Ora, a parte tutto abbiamo sbagliato perkè quella volta non abbiamo applicato la norma del sopracciglio a pagina 64.
O comunque non ferreamente.
Io ho portato le mie argomentazioni, ed il GM seppur scettico ha detto "va bene".
Però il dubbio è rimasto ed infatti ne abbiamo riparlato più e più volte, senza però giungere ad un chiarimento.
Ora...alla luce del discorso di Moreno.
La storia dell'ambito fisico e non oratorio a me non quadra...l'oratoria è composta MOLTO da gesti ed azioni fisiche complementari, per cui non gli posso far passare un ragionamento simile.
Per me non sta in piedi.
Ma invece per come ha poi sviscerato la cosa, cioè secondo il canone narrativo che riassumevo ad inizio post, allora il discorso cambia...la pistola di Mauro prende un significato diverso.
Olisticamente ogni atto si somma in un totale, mentre narrativamente l'ATTENZIONE viene spostata da una cosa all'altra, facendo finire sullo sfondo tutto il resto.
Alla luce di questa visuale, dunque, il mio Cappotto che cosa rappresentava?
Si sommava perkè parte omogenea dell'argomento che stavo presentando?
Non si sommava perkè spostava troppo l'attenzione altrove rispetto alle mie parole?
O ha ragione Adam a dire che gli oggetto hanno valore solo quando li usi in quanto OGGETTO FISICO (cappotto = armatura / fasciatura) ?
(sottinteso che con "oggetti" si intendono le "Proprietà" e non eventuali TRATTI che danno valore narrativo extra agli oggetti [come la sigaretta di Eastwood, che non è un oggetto, ma un tratto] )
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