Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Playtesting: Stop - un intervento di Ben Lehman
Michael Tangherlini:
Rimango dubbioso riguardo la questione dell'editor esterno, ma forse perché nella mia personalissima (e quindi sicuramente fallace) visione delle cose essere "autore indipendente" significa anche non dover contare su nessuno se non su di te per il lavoro, anche se è "lavoro cinese," come dice un mio professore.
Parlo per me: se dovessi prendere un editor esterno per farmi rivedere il testo sentirei che una parte del mio lavoro non è più mia; alla fine pubblicherei qualcosa su cui non ho avuto tutto il controllo, e di cui non riuscirei a sentirmi autore al 110%. La questione dell'editor va bene se si tratta di una casa editrice: è chiaro che, in questo caso, il prodotto finale deve avere una certa qualità, qualunque sia la sua natura (romanzo o manuale, per fare due esempi), ma nel caso di un prodotto completamente indipendente, penso che sia più logico e coerente che sia l'autore a pensare a tutto. Diverso il caso delle illustrazioni: mentre rivedere il testo è una cosa che bene o male un po' tutti possono fare, disegnare in certi modi non è semplice, e quindi ci sta che possa chiamare un disegnatore esterno per farmi dare una mano.
Oh, come al solito queste sono mie personalissime opinioni; non pretendo di farle passare per la Verità Assoluta!
-MikeT
Ashrat:
Da editor, non posso che concordare con Lehman: assumeteci ;D
Scherzi a parte...
--- Citazione da: Michael Tangherlini - 2011-02-19 08:04:16 ---Parlo per me: se dovessi prendere un editor esterno per farmi rivedere il testo sentirei che una parte del mio lavoro non è più mia; alla fine pubblicherei qualcosa su cui non ho avuto tutto il controllo, e di cui non riuscirei a sentirmi autore al 110%.
--- Termina citazione ---
questa non l'ho capita: se sei un autore indipendente e ti rivolgi a un editor per la revisione di un tuo testo, lui ti suggerirà una serie di modifiche che starà a te poi decidere se inserire nella redazione definitiva. Come fanno dei suggerimenti a toglierti il controllo sul tuo lavoro?
Michael Tangherlini:
--- Citazione da: Ashrat - 2011-02-19 11:29:05 ---questa non l'ho capita: se sei un autore indipendente e ti rivolgi a un editor per la revisione di un tuo testo, lui ti suggerirà una serie di modifiche che starà a te poi decidere se inserire nella redazione definitiva. Come fanno dei suggerimenti a toglierti il controllo sul tuo lavoro?
--- Termina citazione ---
Non sono i suggerimenti in sé a farmi sentire di avere meno controllo sul lavoro: i suggerimenti vanno sempre bene e dovrebbero essere sempre ben accetti e vagliati con cura. E' il fatto di aver fisicamente assunto un editor esterno con un compito che (ripeto: nella mia personalissima visione della cosa che è mia e solo mia e vale praticamente solo per me e quindi non è oro colato e che anzi è quasi sicuramente una cazzata) dovrebbe spettare a me, ideatore ed esecutore del manuale, a farmi sentire meno controllo sulla mia creatura.
-MikeT
Matteo Suppo:
--- Citazione ---mentre rivedere il testo è una cosa che bene o male un po' tutti possono fare
--- Termina citazione ---
FALSO. Solo perché la gente sa mettere una lettera davanti all'altra non vuol dire che sappia farlo bene. Basta guardare la quantità di manuali (o libri) scritti MALE che ci sono in giro
Cito il più eclatante che mi è capitato: Misery Bubblegum. Un manuale scritto così male che non si capisce se il ruolo del GM è fatto da una, due o nessuna persona -.- I fan del gioco hanno provato a riscriverlo in una wiki ma poiché l'autore non dava segni di approvazione nè rifiuto, han gradualmente lasciato perdere. E così nessuno lo gioca (Tranne Graham, pare)
Davvero, se essere Indie significa fare tutto da soli e male, preferisco di gran lunga le case editrici. Offrono un servizio migliore.
Tornando in topic...
In generale, dopo aver letto quello che vuole dire davvero Ben Lehman mi sembra che sia pienamente condivisibile. Quasi Ovvio. Ma d'altronde la storia è piena di gente che viene fuori con idee ovvie che però prima non aveva avuto nessuno.
E' interessante vedere come l'uomo sia così prono a deformare i concetti trasformandoli in precetti disfunzionali.
Davide Losito - ( Khana ):
Nella mia esperienza, ci sono progetti che partono dalla testa e rimangono in testa e in questi progetti il playtest serve ad avere conferme o smentite delle idee su cui l'autore sta elaborando in modo autonomo, e ci sono progetti che invece nascono sul tavolo e il playtest serve per capire come il tavolo sente che il gioco debba proseguire.
Chiaramente sono 2 estremi, poi il mondo è sempre fatto di vie di mezzo più o meno identificabili, però io sto notando tantissima differenza nello sviluppo di Fragma (anche nella sua prosecuzione attuale) a confronto con Dawn of a New Tomorrow, il quale continua a crescere man mano che viene provato.
Cioè, il playtest su Flesh Gear serve a "settare" e "ridefinire" l'impianto regolistico e sistemico che è comunque definito e solido.
Mentre i playtest su Dawn serve -davvero- a proseguire lo sviluppo, nel senso che il gioco, per scelta, lo sviluppo un pezzo alla volta, sempre e solo a seguito di playtest. Come sanno quelli che l'hanno provato, il gioco non è ancora concluso, ma gli viene aggiunto un pezzo ogni volta che si conclude il playtest, sulla base dei feedback e delle risposte a specifiche domande che faccio nel debrief.
Sinceramente però non ho mai pensato che il playtest potesse servirmi per rivedere i testi... cioè, ritengo che il playtest intervenga PRIMA della scrittura. "Prima" in senso cronologico: provo una regola, una specifica parte del gioco o una sessione intera, la playtesto, e a seguito del playtest "scrivo" o "riscrivo" la regola stessa.
La revisione del testo è una fase editoriale del gioco, dovrebbe, sempre secondo me, avvenire a conclusione del percorso di ideazione > elaborazione > proposta > playtest > ri-elaborazione > ri-proposta > ri-playtest ... (ad interim)
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