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Il futuro di GenteCheGioca: ovvero tiriamoci su le maniche e facciamo la comunità! [SLOW DOWN]

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Mattia Bulgarelli:

--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Cito dall'articolo di Ron Edwards del 1999 che è la reale fondazione morale e ideologica di The Forge, "The Nuked AppleCart":[/p][p][/p]
--- Termina citazione ---


Disponibile in italiano qui, a cura di me + Ætius:
http://www.gentechegioca.it/vanilla/comments.php?DiscussionID=2675

Niccolò:

--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Comincio a sentirmi IO fuori posto, visto che non ho pubblicato niente...  ;-)
--- Termina citazione ---


nota.... interessante. per chi ti vuole "giù dal piedistallo" è un ottimo spunto per dirti "allora, pubblica qualcosa o torna tra la gente comune!" :P

Rafu:
In apertura di post, scusate, mi asciugo una lacrimuccia. ç_c
Sì, perché dai, come faccio a non commuovermi, oggi, nel momento in cui mi tirate fuori The Nuked Apple Cart? Cioè, vi rendete conto...? Tutto ha avuto inizio 11 anni fa con quell'articolo, e all'epoca nessuno di noi ne sapeva niente... ma se non ci fosse stato quell'articolo noi non saremmo qui, oggi, dall'altra parte dell'oceano, una community di giocatori di giochi che senza quell'articolo non sarebbero potuti esistere. Lo rileggete, e pensate a come in 11 anni è cambiato tutto... è nato un intero mondo che non esisteva... E pensate a Ron quando ha scritto, un mese e mezzo fa, che la battaglia è vinta! Dico, è quella battaglia, iniziata con quell'articolo: una battaglia di undici anni, cazzo! Vinta. Noi siamo qui come testimonianza di chi l'ha vinta. Voi non vi sentite parte di qualcosa di epico? Io non mi ero ancora fermato a realizzare quant'è lontano, il '99.
Lacrimuccia, appunto. Commozione. Ci voleva giusto che mi tiraste fuori di nuovo The Nuked Apple Cart per farmi rimettere tutto in prospettiva. Fanmail a Moreno, dai (e anche a Korin che ha rispolverato la traduzione, e già che ci sono anche a Ezio che l'ha co-tradotto).



--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]The Forge:  Moderatori: Ron Edwards (editore), Clinton Nixon (Editore), Vincent Baker (Editore), Luke Crane (Editore), più i moderatori dei sotto-forum delle case editrici (tutti editori)
Story-games: Moderatori:  Andy Kitkowski (editore), Jason Morningstar (Editore)
KnifeFight: Moredatori Vincent Baker (editore) e Meguey Baker (editore)
--- Termina citazione ---


Uhm...

The Forge:  Moderatori: Ron Edwards (editore dei propri giochi), Clinton Nixon (era editore dei propri giochi, poi si è ritirato lasciandoli in dono all'umanità), Vincent Baker (editore dei propri giochi), Luke Crane (editore dei propri giochi, l'unico in questa lista che lo faccia come primo lavoro), più i moderatori dei sotto-forum delle proprie case editrici indipendenti  (tutti editori dei propri giochi)
Story-games: Moderatori:  Andy Kitkowski (traduttore ed editore di un gioco, forse fra un po' saranno due), Jason Morningstar (editore dei propri giochi)
KnifeFight [ma esiste ancora?]: Moderatori Vincent Baker (vedi sopra) e Meguey Baker (sua moglie, i propri giochi li pubblica da sé sotto un marchio diverso da quello del marito)

Mi viene un sospetto: non è che la situazione dei nostri amici americani è un pochettino diversa da quella che abbiamo qui da noi? XD



--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Cosa credete che voglia dire "indie"?  ;-)
--- Termina citazione ---

Eh, di questi tempi non lo sa più nessuno con certezza. Il termine è stato parecchio dibattuto, contestato, smantellato, se n'è appropriato chiunque. Un po' come nella musica.
Ma in origine, quando Ron aprì The Forge all'url www.indie-rpgs.com, per lui essere "indipendenti" significava che "l'autore" di un gioco (il game designer) si pubblicasse da sé, mantenendo la totalità del controllo creativo, invece di cadere nella "trappola" di un sistema editoriale e di distribuzione interessato solo a perpetuare se stesso. Mi ricordo abbastanza bene?

Ma in tutto questo mi sembra quasi di aprire un OT... Qui, invece, stavamo parlando di Gente che Gioca, che è una comunità di giocatori, in Italia, nel 2010. Non negli USA, non nel 1999, e non con quella battaglia davanti: con quella battaglia alle spalle, e davanti chi lo sa quali altre?

A questo proposito:


--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Rafu ha postato il link ad un thread di Renato che all'epoca, anche per motivi off-topic qui, non avevo accolto molto bene. Non posto quindi la mia prima risposta (che riguardava altro), maquella successivain cui affrontavo l'idea che ci fossero gli "editori" e i "semplici giocatori":
--- Termina citazione ---

Noterai che in quel vecchio thread scrivevo:

--- Citazione ---[cite]Autore: Rafu[/cite]Che si sappia, Moreno, che sono massimamente d'accordo con te.
--- Termina citazione ---


Ero d'accordo con te, e lo sono ancora, sul fatto che una struttura "a livelli", con uno status speciale accordato agli editori non deve esistere. È un retaggio, una cosa del passato che, dove resiste, deve cadere. E già che ci siamo, sbarazziamoci anche di qualsiasi "status speciale" per i designer (se i designer non fossero afflitti da uno "status speciale", chissà, forse Clinton Nixon scriverebbe ancora giochi... il che basta a farmi dire che questi "status speciali" della malora hanno fatto già abbastanza danno).
Il movimento iniziato un decennio fa negli USA con The Nuked Apple Cart e con Sorcerer e con tutto ciò che è venuto dopo è un movimento scaturito dai game designer: designer che mostrarono il dito alle case editrici (grandi o piccole che fossero) e alla tirannide dei distributori imparando, piuttosto, a pubblicarsi da sé (e quindi diventando a loro volta, tecnicamente, "editori") e generalmente anche a promuoversi e distribuirsi da sé, o collaborando fra pari (anche se non è mai invalso l'uso di parlare di loro come "distributori", duh); tutto per non piegarsi davanti allo status speciale dei vari "Lorraine Williams wannabe" che i gdr li commerciavano e basta. E partì dai designer anche l'esigenza di comunicare direttamente coi giocatori dei loro giochi, dicendo loro "siamo giocatori come voi", iniziando a demolire lo "status speciale" riservato ai designer. Questo è quel che è accaduto soprattutto negli USA nel corso dell'ultimo decennio.

Ma ora, nel 2010, ci siamo noi, qui, in Italia. Una comunità di giocatori, non di designer (alcuni di noi sono anche designer, incidentalmente... in percentuale ben pochi), che stanno parlando fra le altre cose di come non vogliono accordare né agli editori, né ai designer alcun privilegio speciale fra i propri ranghi: vogliamo essere tutti parimenti giocatori. Le modalità con cui ottenere questo, le esatte metodologie da adottare, saranno sicuramente molto diverse per noi comunità di giocatori italiani nel 2010, rispetto a quello che fecero Ron e altri designer americani a partire dal 1999... Lo spirito, invece, spero sia più o meno lo stesso.



--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Comincio a sentirmi IO fuori posto, visto che non ho pubblicato niente...  ;-)
--- Termina citazione ---

Ah, di questo non ti preoccupare! Qui su GenteCheGioca la stragrande maggioranza dei membri della community non hanno mai pubblicato niente.

TartaRosso:
Spero che nel week end avrò tempo di rispondere per bene al post del Vellu (sia lodato lo Slow Down!) ma volevo fare ora un post solo per dire che sono d'accordo COMPLETAMENTE con quello che ha scritto Rafu.

E ricordatevi che è difficilissimo che io sia d'accordo completamente con qualcuno :) .

Mr. Mario:
Spendo un'altra parola sui 'moderatori eletti'. Capisco che ci sono esperienze che ci segnino nella vita, e che la sensazione di essere 'fatti fessi' da chi abbiamo votato con fiducia sia una di quelle. Questo non significa che automaticamente l'atto di nominare un rappresentante ci renda dei fessi. Si è parlato di 'gare di popolarità'. Ora, per come la vedo io, l'unica maniera in cui ciò potrebbe essere un problema, sarebbe la nostra scelta di abdicare dal nostro cervello e scegliere chi è popolare rispetto a chi crediamo potrebbe fare un buon lavoro. Alla scorsa INC ci è stato chiesto di dare una valutazione sull'operato dei moderatori di allora, e in quel frangente non ho sentito l'obiezione 'ma è una gara di popolarità'. Dal mio punto di vista no, è semplicemente una valutazione del nostro sentire.

Faccio un paio di riferimenti più concreti per spiegarmi meglio.
Prendiamo a titolo puramente esemplare (so che non si offenderà per questo) Ezio. Un membro 'in vista' della comunità, molti di voi lo conoscono sicuramente. E' una persona che apprezzo? Sicuramente moltissimo. Mi sta simpatico? Moltissimo. Lo proporrei come moderatore? Assolutamente no, perché so come è fatto e quante difficoltà gli causerebbe la cosa.
Se ritenete posso fare anche un esempio di una persona che invece voterei, ma non vorrei fuorviare il discorso.

Qual è il punto? Il punto è che nel momento in cui si è tra persone oneste, che non hanno per altro niente da guadagnarci (un moderatore non è un parlamentare, è una figura con molti oneri e nessun privilegio) nominare un rappresentante è solo la semplificazione di un lavoro, perché prendere una decisione su come scrivere una regola in 5 è più facile che prenderla in 200. Nomino una persona che mi aspetto abbia un punto di vista simile al mio (e anche qui, rispetto a tutta la gamma della vita reale, sulla gestione di un forum anche i punti di vista più distanti non sono *così* distanti) per agire come sotanzialmente farei io, e se non lo fa glielo posso fare gentilmente notare, ed eventualmente, se ritengo che non abbia svolto il compito a dovere, non confermargli l'incarico. Di nuovo, senza che questo sia un giudizio sulla persona, ma solo su come ha svolto quel singolo, faticoso e piuttosto antipatico compito.

Perché ritengo che non sia un punto da sottovalutare, e perché la proposta del Vellu mi piace in questo senso? Proprio per un discorso di eliminare la passività. L'introduzione dello Slow Down per esempio è una ottima idea, la apprezzo moltissimo. Ma è un'idea che 'cade dall'alto'. Non perché la comunità non la condivida, ma perché non è 'validata' dall'essere espressione della comunità. Per intenderci, io ho un giudizio molto positivo sulla maggior parte dell'operato dell'attuale staff di moderazione. Ma al momento, lo staff di moderazione lavora da una stanza buia in cui la comunità non entra. In quella stanza si entra su invito. Il che non è un male di per sé, ma la mia sensazione è che non sia il sistema migliore.

Chiudo sul discorso moderatori/autori ed editori. Nel momento in cui un moderatore è eletto, ogni discorso di conflitto di interessi per me cade. Pubblichi dei giochi? Sì. Se vieni eletto, è perché la comunità crede che questo non sia un problema quando intervieni per moderare le discussioni sui tuoi giochi e quelli di altri. Punto. Buon lavoro. Ci sono moderatori attuali legati ad una casa editrice che ri-voterei senza alcun problema (e altri che lo sono stati in passato di cui sento la mancanza). Se non è un problema per la comunità, per chi dovrebbe esserlo?

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