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Improvvisazione e GdR [iniziata su "Giocatori alla prima esperienza"]
Moreno Roncucci:
Character Advocacy, parte uno e parte due
Qualcuno ha voglia di tradurli in italiano, così li mettiamo nel forum e nel wiki?
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: -Spiegel-[/cite]Non credo che "Advocacy" sia semplicemente fare il più bene possibile al tuo PG. Non in tutti i giochi almeno. Ne "il gusto del delitto" ti può capitare di votare per la morte del tuo PG o di volerlo incastrare per omicidio. In "Fiasco" puoi voler vederlo fallire, per una valanga di motivi
--- Termina citazione ---
Volerlo vedere fallire, sí; spingere attivamente (usando anche le risorse del gioco in tal senso) perché fallisca, non credo sia advocacy; advocacy non è "fare il piú bene possibile al tuo PG", ma penso significhi attivarsi perché in gioco succeda quello che lui vuole (che potrebbe anche essere qualcosa di negativo per il PG stesso).
Poi, concordo con te: cercare di passare direttamente i concetti del gioco di ruolo all'improvvisazione (o viceversa) rischia di essere solo confusionario, in quanto sono due mezzi diversi (nell'improvvisazione non è possibile fare X come nel gioco di ruolo? E allora? Non è un gioco di ruolo, appunto); una volta che il discorso "Nell'improvvisazione non c'è advocacy" è stato portato, stavo solo cercando di spiegare perché per me è normale che non ci sia come intesa nel GdR, che di fatto è un altro media.
Nell'esempoi Romeo/Tebaldo, ipotizzavo che l'interesse del secondo fosse non venire ucciso.
Moreno Roncucci:
Alcune osservazioni su Advocacy e questo thread:
1) L'advocacy è necessaria per i protagonisti. Nei giochi dove puoi giocare una comparsa, una vittima, un figurante, non è necessaria alcuna advocacy per questi personaggi. Ma se vuoi che il tuo personaggio sia protagonista di una storia, devi "rispettarlo". Direi "provare empatia per lui", ma anche questo non è preciso. Puoi anche considerarlo un imbecille, un verme, uno che meriterebbe di finire sottoterra, ma per essere protagonista di una storia devi poter "entrare nei suoi panni" abbastanza da considerarlo un altro essere umano, e cercare di capirlo. Come un buon autore riesce a fare con il protagonista di un romanzo, anche se è un protagonista che il lettore disprezza. Se non lo "vedi", se non lo "capisci", non è un altro essere umano, è una macchietta, non un protagonista (mi sono spiegato da schifo, spero si capisca lo stesso)
2) L'advocacy può essere sospesa in certe fasi di gioco. In Spione in una delle due fasi tutti i giocatori contribuiscono a mettere nei guai i personaggi, e l'unica advocacy riguarda l'integrità e la coerenza del character, ma tutti contribuiscono a mettrli nei guai. E' nell'altra fase (flashpoint) che ci si divide in "pro" e "contro" il personaggio. E notare che a quel punto, non hai scelta: se c'è la tua carta, DEVI narrare qualcosa di positivo per lui.
Ne Il Gusto del Delitto la fase in cui si "vota per il morto" è una di queste. Si sospende l'advocacy. Puoi votare perchè muoia il tuo personaggio. Ma prima, e dopo, viene ristabilita (il gioco prevede che se vinci il tiro quando cercano di fargli dire o fare qualcosa, non la dici o non la fai. Non prevede che puoi decidere di fallire dicendolo o facendolo in ogni caso)
In pratica, l'Advocacy è necessaria nei conflitti, ma può essere sospesa al di fuori di essi (dare fan mail per far vincere un conflitto ad un avversario del tuo personaggio quando il tuo personaggio non è presente in scena non è una violazione della Advocacy)
3) L'advocacy si applica anche alla rappresentazione del personaggio, non solo ai tiri di dado.
Riccardo Rossi:
Mi scuso sinceramente con tutti, speravo di riuscire a trovare piu' tempo da dedicare a delle mie risposte.
Dunque, precedentemente ho scritto "ho capito anche alcune cose", ebbene, ho capito di non essermi spiegato bene. ;)
Il mio esempio sul maratoneta non e' adatto, cerchero' di spiegarmi meglio.
Il mio semplice punto di vista e', SE un improvvisatore comprende "pienamente" le regole del gioco "x" e le "rispetta" non lo posso considerare come un totale principiante.
Viceversa "se" un improvvisatore "non comprende o ignora" le regole e utilizza solo il suo bagaglio di conoscenze di improvvisazione per giocare ad "x" e' equiparabile ad un giocatore di bocce che per nuotare i 100 metri stile libero come prima cosa lancia il boccino nella piscina.
Naturalmente questo e' solo il mio soggettivo punto di vista.
Il mio problema maggiore per potermi spiegare correttamente e' quello di riuscire a seguire il linguaggio tecnico e totalmente univoco che utilizzate.
Prometto di fare i compiti a casa, ho praticamente il 90% della sezione wiki in pdf adesso :)
Come definizione di quello che puo' essere utile dell'improvvisazione posso dire che gli interventi di Claudia sono praticamente uguali ai miei pensieri interni ^__^'
Quello che posso dire come mia esperienza personale e' che solitamente nell'improvvisazione c'e' un tentativo di racconto corale.
Nell'esempio dei tue attori che vogliono far vincere il loro personaggio non si ha un racconto corale, l'obbiettivo standard e' quello di "mettere in scena x o y" e non "il mio personaggio vuole raggiungere questo o quello".
Il tenere in considerazione ed interpretare i desideri del personaggio e' naturalmente ottimo, solamente nella testa dell'attore c'e' anche un cricetino che gira la ruota "racconto corale".
Gli interessi li faccio si, del personaggio, certo, ma in primo luogo della storia.
Come esempio mi viene in mente il giocare agli indiani, perche' dei bambini decidono che la freccia li ha colpiti?
Naturalmente ci sono mille punti di vista ma di solito se una scena non e' piaciuta a chi l'ha eseguita si cerca di capire cos'era fuori luogo o bloccante, se si portano spunti non vengono considerati giusti o sbagliati ma solo in funzione di come hanno fatto evolvere la storia.
Logicamente ci sono anche delle convenzioni di base, come quella di non rifiutare quello che ti offre l'altro, per fare un esempio spicciolo se alla domanda "dove hai messo l'assegno per pagare l'affitto che ti ho dato" rispondessi "non mi hai dato nessun assegno" e tenessi questa mia risposta come vera e immutabile bloccherei la storia.
Il discorso sarebbe diverso se il tutto fosse "non mi hai dato nessun assegno" con di sottofondo il senso "non sto rifiutando la tua proposta, cosa ci inventiamo sopra con questo nuovo spunto?".
Non e' "sbagliato" quello che porta di nuovo, puo' esserlo il modo piu' che altro.
Ad esempio, la tecnica dello spiazzamento si puo' ricondurre al discorso "ma come fai a buttarti che sei al pianterreno".
Tendo ad evitarla perche' dal mio punto di vista e' come rimescolare il mazzo di un altro ma puo' essere molto interessante.
La tecnica dello spiazzamento e' perfetta per il comico ma cigola e mostra il fianco se si intende fare altro.
Di base l'improvvisazione che si vede e' comica, ma questo non significa che sia solo comica, anzi, sinceramente spesso vorrei fare anche qualcosa di serio.
Quando ho letto un trafiletto su Dubbio mi e' aumentata la salivazione :)
Per maggiori spiegazioni corrette sull'improvvisazione credo che la cosa migliore sia ascoltare Pabu, io al massimo posso dare il mio punto di vista.
Volevo aggiungere altre cose ma il tempo vola, altre due righe e poi via.
Riguardo al Brain Damage, no, non mi sono offesso, avevo un'idea abbastanza chiara (spero) del senso.
La mia personale e precendete definizione era "cervello fossilizzato", quello che l'improvvisazione mi ha aiutato a sciogliere e liberare.
E' da questa mia esperienza che vedo come positivo aver fatto improvvisazione.
Riguardo alla Pirandello che dire, era una Pirandello :)
Non era contaminata da battutine o da atmosfera demenziale che troppo spesso ho visto.
Che senso ha chiedermi di fare una Brecht se poi non piace perche' non ha fatto ridere a crepapelle questo lo devo ancora capire :(
Come al solito volevo scrivere dure righe, non ho nemmneo tempo di rileggere tutto. :P
Paolo Busi:
Vediamodi risolvere alcuni punti poco chiari.
Ribadisco, perché in 46 post qualcosa si perde, che nelle mie affermazioni non parlo dei LARP, perché non ne ho esperienza.
--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite][p]Aspettavo il tuo intervento :D[/p]
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite][p]Nel GdR questo è differente: le emozioni le narro, non le vivo[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Capisco il tuo discorso sulla rappresentazione delle emozioni, ma la differenza vivere/narrare mi pare approssimativa, perché nel GdR le emozioni si possono anche vivere (non dico "Sono incazzato", lo faccio vedere con quello che dico, magari con le movenze. O magari dico "Sono incazzato", ma, vivendo l'emozione del personaggio, nel dirlo si sente che lo sono).[/p]
--- Termina citazione ---
Il punto qui è che nell'improvvisazione le emozioni le debbo "fare arrivare" a un pubblico attraverso una tecnica attoriale, in certi casi narro una storia (che so, un monologo, o una storia infinita), ma essenzialmente recito. Anche quando narro recito la parte dell'attore che narra. Nel GdR il veicolo principale è la narrazione, poi se impersono il personaggio, se narro in prima o terza persona sono scelte mie: non ho un pubblico che non siano gli altri giocatori. Anzi una delle peculiarità del GdR è la possibiltà di passare in una delle tre modalità, anche all'interno della stessa scena e questo penso renda il GdR un'espressione artistica unica.
--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite][p]L'advocacy non bisogna portarla in uno spettacolo: c'è già, bisogna solo tirarla fuori. Tutti e due i personaggi agivano e reagivano in maniera coerente, non erano mai macchiette e tra loro si percepiva l'ammirazione che Ramirez provava per Juan, il cameratismo, la progressiva disillusione di Ramirez e la sua disperata ricerca di una prova che i suoi sacrifici fossero serviti a qualcosa. Era una storia che ci parlava di illusioni, di gioventù, di pragmatismo[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Attento a una cosa: non ho mai detto che nell'improvvisazione non c'èadvocacy; semplicemente, credo sia inseribile in maniera meno generica, per i motivi detti. Esempio a caso: se inFiascovoglio convincere il tuo personaggio che no, al bar dietro l'angolo proprio non ci sono andato, applico il sistema e tu puoi opporti con tutto ciò che hai; nell'improvvisazione, ti convinco solo se tu lo accetti, andando contro gli interessi del tuo personaggio (ovviamente ipotizzando che sia nel suo interesse scoprire che sono andato al bar). Il senso del mio discorso è questo: quando c'è un elemento esterno che forza sul mio personaggio eventi per lui negativi, io posso concentrarmi totalmente sull'evitarli.[/p][p]Nota cheadvocacynon significa (solo) far agire e reagire i personaggi in maniera coerente, ma, cito Moreno, che «devi "rappresentare" (nel senso di un avvocato in tribunale, non nel senso di un attore... anche se nel farlo "interpreti") i desideri e le passioni del tuo personaggio. Cerchi insomma sia di far avvenire in gioco QUELLO CHE LUI DESIDERA (usando le regole), sia di "raccontarlo", "mostrarlo" agli altri giocatori, facendo sì che la sua storia sia ascoltata»; sel'attorein una scena accetta che al suo personaggio capiti qualcosa di contrario agli interessi del personaggio stesso, invece di cercare di evitarlo, non ha fattoadvocacy.
Prendendo l'esempio che hai fatto: se in uno spettacolo d'improvvisazione Romeo cerca di uccidere Tebaldo, non c'è qualcosa di esterno che dica se è morto o no; se l'attore di Tebaldo difende gli interessi del personaggio, allora il personaggio non morirà. Se invece lo fa morire, non difendendo i suoi interessi, non ha fattoadvocacy.[/p]
--- Termina citazione ---
Sull'advocacy direi che Moreno ha chiarito molti punti dubbi. Aggiungo un paio di cose: se nel GdR c'è l'advocacy, nell'improvvisazione ci deve essere autenticità. Autenticità nei comportamenti dei personaggi e nelle emozioni che l'attore porta al pubblico, per ottenere la sospensione dell'incredulità del pubblico. I personaggi hanno, all'inizio della storia, un obbiettivo e lo perseguono implacabilmente. Magari nel corso della storia l'obbiettivo si evolve o combia, ma quale che sia l'obbiettivo, i personaggi ci punteranno diritto. Quando qualcosa si frappone tra loro e l'obbiettivo c'è il conflitto. Bene: il Dramma riguarda il conflitto stesso, non il suo esito, o almeno in misura inferiore. Tre Sorelle di Chekov non parla di tre sorelle che non riescono ad andare a Mosca, ma di tre sorelle che disperatamente cercano di andare a Mosca. Ciò che inchioda il pubblico non è se alla fine riescono o non riescono, ma i loro tentativi. Questa logica - facendo parallelismi con le dovute cautele - è quella di NCAS e di Shock: il mio personaggio fissa il suo obbiettivo prima ancora che inizi la partita e quindi ci punta. Se riesce o fallisce può darci un senso alla storia o un'altro, ma la partita è sul tentativo del personaggio di raggiungere lo scopo che si è prefissato.
Con l'esempio che ho fatto sul passaggio Manovre-Crisi di Spione intendevo proprio questo concetto, mostrando come ci sia, nel sistema di risoluzione dei conflitti di quel gioco, questo istante magico dove tutto può accadere, proprio perché è importante non solo l'esito della Crisi, ma la Crisi stessa.
--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite][p]Se voglio mostrare il difficile rapporto tra lui (o lei) e il capo inizio la scena facendo il capo. Se non l'ho fatto allora la scena non riguarda lui[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Attento: ho detto "Magari,la storiaparla del difficile rapporto tra lui (o lei) e il capo", non "Magari,la scena"; la scena parla del rapporto tra loro due, ma la storia può parlare d'altro appoggiandosi a quel rapporto.
Quello che volevo dire, lo sottolineo in caso non fosse chiaro, è che "Nella prima scena ci sono Tizio e Caio" non significa automaticamente chela storiasarà su Tizio e Caio; magari sì, magari nella sua evoluzione sul momento i protagonisti diventeranno altri.[/p]
--- Termina citazione ---
Mi puoi chiarire qui la differenza tra la Scena e la Storia? Non trattandosi di un long form o di un qualche schema a quattro o a sei fatico a capirlo. O meglio, penso di averlo capito, ma prima di partire con un'altro sproloquio vorrei esserne sicuro.
--- Citazione ---[cite]Autore: Cyrik[/cite][p]Il tenere in considerazione ed interpretare i desideri del personaggio e' naturalmente ottimo, solamente nella testa dell'attore c'e' anche un cricetino che gira la ruota "racconto corale".
Gli interessi li faccio si, del personaggio, certo, ma in primo luogo della storia.
Come esempio mi viene in mente il giocare agli indiani, perche' dei bambini decidono che la freccia li ha colpiti?
Naturalmente ci sono mille punti di vista ma di solito se una scena non e' piaciuta a chi l'ha eseguita si cerca di capire cos'era fuori luogo o bloccante, se si portano spunti non vengono considerati giusti o sbagliati ma solo in funzione di come hanno fatto evolvere la storia.
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Ad esempio, la tecnica dello spiazzamento si puo' ricondurre al discorso "ma come fai a buttarti che sei al pianterreno".
Tendo ad evitarla perche' dal mio punto di vista e' come rimescolare il mazzo di un altro ma puo' essere molto interessante.
La tecnica dello spiazzamento e' perfetta per il comico ma cigola e mostra il fianco se si intende fare altro.
Di base l'improvvisazione che si vede e' comica, ma questo non significa che sia solo comica, anzi, sinceramente spesso vorrei fare anche qualcosa di serio.
Quando ho letto un trafiletto su Dubbio mi e' aumentata la salivazione :)
Per maggiori spiegazioni corrette sull'improvvisazione credo che la cosa migliore sia ascoltare Pabu, io al massimo posso dare il mio punto di vista.[/p][p]Volevo aggiungere altre cose ma il tempo vola, altre due righe e poi via.
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Che senso ha chiedermi di fare una Brecht se poi non piace perche' non ha fatto ridere a crepapelle questo lo devo ancora capire :([/p][p]Come al solito volevo scrivere dure righe, non ho nemmneo tempo di rileggere tutto. :P[/p]
--- Termina citazione ---
E a proposito di miei sproloqui, faccio un po' di tagli all'intervento di Cyrik, perché se rispondo punto su punto alla fine impallo il server.
Cyrik, bisogna invertire i fattori dell'equazione: se tutti i personaggi puntano a fare i propri interessi (cioé a perseguire gli obbiettivi implacabilmente) la storia si fa da sè. Il problema nasce perché si è pensato alla storia.
La tecnica dello spiazzamento non è che sia sbagliata, ma è di corto respiro: passate mezza improvvisazione a chiarirvi cosa ci fanno nello stesso posto un astronauta e una massaia che tira la sfoglia, poi l'altra metà a cercare di uscire dalla palude nella quale visiete infilati. Piuttosto mettete un bel rilancio che vi coinvolga entrambi.
Quello delle categorie è un problema atavico: quanti improvvisatori sono andati a vedersi Brecht a teatro? Quanto romanzi russi dell'800 si sono studiati? Quanto De Filippo? In quanti sanno cantare? Non avrebbe più senso concentrare le energie per imparare a fare meno categorie, ma bene? Per non parlare delle Libere, che sono sempre un rischio.
Voi sull'improvvisazione dite la vostra liberamente: io ho l'esperienza e una mia visione di come le cose si fanno, ma voi avete la freschezza e l'entusiasmo di chi si è affacciato da poco a questo mondo. Anche se cominciate a vedere la polvere sotto il tappeto, non lasciate che questo vi guasti l'esperienza; però lottate per la vostra visione, come fate per i GdR.
Poi, se e quando vorrete prendere la pillola rossa, ditemelo e vi mando il mio curriculum per uno stage.
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