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Improvvisazione e GdR [iniziata su "Giocatori alla prima esperienza"]
Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
--- Citazione ---[cite]Autore: Cyrik[/cite]Il mio semplice punto di vista e', SE un improvvisatore comprende "pienamente" le regole del gioco "x" e le "rispetta" non lo posso considerare come un totale principiante.
--- Termina citazione ---
Io credo invece che, fermo restando i punti di contatto che ci sono fra le due tipologie di attività, quando si inizia una attività nuova, la parola principiante sia la più adeguata (magari un principiante dotato, talentuoso o con capacità facilmente impiegabili, o anche qualcuno che imparerà più in fretta di altri .. ma sempre principiante). Conoscere le regole della boxe non fa di una persona un pugile anche se ha praticato sport agonistico per anni (magari era appunto un maratoneta): quando questa persona inizierà il percorso per diventare pugile dovrà cominciare dall'inizio come tutti i principianti... anche se lavorare sulla resistenza, o imporsi un regime alimentare, sarà per lui sicuramente più facile. :-)
Inoltre, come improvvisatore, una persona partirà in svantaggio rispetto ad un wargamer se il gdr che prendiamo in esame è D&D4 :-)
Se giochi a Universalis dove l'Actor Stance non è nemmeno incentivata più di tanto (in particolare all'inizio è inesistente), le capacità di comunicare le emozioni "in character", mediante la mimica facciale, serviranno a ben poco.
Se giochi a 1001 Notte fare le cose per il "bene della storia" sarà la tua rovina! ;-)
Insomma, bisogna vedere prima di tutto di quale specifico gdr stiamo parlando (perché conta tantissimo.. altrimenti sarebbe come parlare di sport in generale) e solo allora si potrà valutare l'utilità di specifiche skill apprese ed allenate in altri ambiti. Se persino un giocatore di AiPS si deve considerare principiante di CnV se non ci ha mai giocato.. figuriamoci qualcuno che viene da un altro mondo (per quanto vicino possa essere). I punti di contatto ci sono, e sicuramente determinate skill possono essere utilissime.. la prima delle quali è sicuramente la capacità di creare una intesa creativa con i vari interlocutori, ascoltando ed usando i contributi di tutti in modo profittevole, andando così verso una armonica sinfonia (per usare la metafora degli strumenti musicali tanto cara a Ron Edwards): in altre parole la capacità di ascoltare gli altri veramente (come detto all'inizio da Claudia).
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite]Voi sull'improvvisazione dite la vostra liberamente: io ho l'esperienza e una mia visione di come le cose si fanno, ma voi avete la freschezza e l'entusiasmo di chi si è affacciato da poco a questo mondo. Anche se cominciate a vedere la polvere sotto il tappeto, non lasciate che questo vi guasti l'esperienza; però lottate per la vostra visione, come fate per i GdR.
Poi, se e quando vorrete prendere la pillola rossa, ditemelo e vi mando il mio curriculum per uno stage.
--- Termina citazione ---
Ah beh .. di pillole rosse, almeno per quanto riguarda il mondo dei gdr, qui puoi trovarne quintali. ;-)
Emanuele Borio:
Io sono semplicemente dell'idea che l'esperienza per giocare ai GdR direttamente non serva. Semmai serve giocare realmente mettendo se stessi in gioco e niente altro.
Non esiste qualcosa come giocare male o giocare bene se ti immedesimi nel personaggio. Alla fine è come dire che ci va esperienza per godere di un film, leggere un libro o scherzare con gli amici.
Ovviamente questa cosa cambia se il gioco in questione è gamista, però IMHO se uno è più sciolto a parlare o più preparato dal punto di vista dell'improvvisazione non parte "Avvantaggiato" rispetto a un principiante totale, anche perchè in effetti non c'è nulla in cui avvantaggiarsi.
Se poi applichiamo questi ragionamenti ai giochi nuovi, che sono tutti diversi, richiedono tutti un approccio differente e per cadauno servono tecniche di gioco opposte, allora il cosiddetto vantaggio che verrebbe guadagnato dall'interpretazione svanisce letteralmente.
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite]Mi puoi chiarire qui la differenza tra la Scena e la Storia? Non trattandosi di un long form o di un qualche schema a quattro o a sei fatico a capirlo. O meglio, penso di averlo capito, ma prima di partire con un'altro sproloquio vorrei esserne sicuro
--- Termina citazione ---
La storia può consistere in un'unica scena, ma può anche essere formata da più di una; anche senza andare in rappresentazioni particolarmente lunghe, due o tre scene di fila si possono mettere facilmente. Nel dire che magari la storia si incentrava sul rapporto col capo, mi riferivo all'insieme di tutte le scene che la formeranno.
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite]se e quando vorrete prendere la pillola rossa, ditemelo e vi mando il mio curriculum per uno stage
--- Termina citazione ---
Questo volentieri, anche se per quanto detto finora mi sembra che nel mio piccolo mi siano sempre state spiegate le cose di cui parli.
Davide Losito - ( Khana ):
Non ho capito dove stiamo andando a parare...
Andrea Castellani:
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite][p]Nel GdR questo è differente: le emozioni le narro, non le vivo[/p]
--- Termina citazione ---
[p]EMike Pohjolasi rivolta nella sua bara da vampiro. ^_^[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Sta' bene lì. Anzi, passami il paletto di frassino![/p]
--- Termina citazione ---
Sapessi quante volte l'ho impalettato io... Sempre la solita storia: sembra definitivamente andato, e poi quando meno te lo aspetti risorge come se nulla fosse. Lo cacci dalla porta, e lui rientra dalla finestra. Pensi di averlo finalmente incamerato, assimilato, digerito, rielaborato e sorpassato, lo metti in soffitta, e dopo un po' tira fuori un colpo dei suoi per ricordarti ancora una volta chi è il maestro e chi è l'allievo.
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