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[AP] Primissima sessione di Polaris

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Mauro:

--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]per discutere (di nuovo) dell'Autorità in Polaris (se proprio ci tenete, ma guardate che l'argomento è già esaurito... abbiamo delle certezze a riguardo) facciamolo su un altro thread
--- Termina citazione ---

Mi accodo; da parte mia in caso ci siano interessati continuerò qui, o se preferite in una nuova discussione. I punti fermi attuali sono quelli elencati nell'ultimo paragrafo di questo messaggio, e a quelli mi atterrò rispondendo qui.

Per tornare al tema, una domanda e una risposta; la domanda: nel compilare il Cosmo e nello scegliere gli Aspetti, i giocatori hanno scelto cose che interessavano a loro personalmente? Che veramente volevano vedere in gioco?

La risposta:
--- Citazione ---[cite]Autore: Marco Costantini[/cite]dal poco che abbiamo giocato il cavaliere non sa che quella donna sia un demone. E' lecito lasciarla nell'Errore?
--- Termina citazione ---

Quella donna agiva attivamente per danneggiare il Cavaliere? Se sí, è giusto che fosse nell'Errore.
Nota una cosa importante: agiva attivamente? Se agiva senza volerlo danneggiare, non andava nell'Errore, a prescindere dal fatto che le sue azioni gli causassero o meno danni (non so: parla in sua difesa davanti a un Consiglio, umiliandolo involontariamente).

Nota anche che l'Esperienza si tira "Ogni volta che un cavaliere compie un'azione che mostri odio per il popolo, empatia verso i Portatori dell'Errore, cinismo, insensibilità o apatia"; il dire "Sono io posso capirlo" non causa necessariamente un tiro d'Esperienza (al solito, decide l'Errore). Del resto, potrebbe essere vero.

Polpaccio:

--- Citazione ---[cite]Autore: Marco Costantini[/cite][p][p]. Alla fine mi butto e piazzo in scena la musa demoniaca che, invitatolo a casa (il demone è infatti in apparenza una nobile del Popolo) comunica al cavaliere che vuole che componga una musica per un canto che ha lei composto.
Il canto, però, risulta essere composto da alcune espressioni che l'occhio attento del cavaliere riconoscono per demoniaco.
A questo punto ci impalliamo un attimo perchè Emanuele, giocando il pg, non vuole fargli eseguire la musica, mentre il demone lo invita...sembrava che stessimo girando intorno al conflitto...decido di fare la cosa un po' più pesante, allora, dicendo che in realtà quei versi sono stati scritti dal maestro del cavaliere...ma ancora una volta ci impalliamo e sembra non si riesca a trovare il verso di conflittare.
Aumento ancora la posta, dicendo che il demone vorrebbe che lui eseguisse quel canto in pubblico, ad un concerto...il cavaliere dice no, io dico si...ci impalliamo.
A quel punto capisco che sto sbagliando, e che devo fare affermazioni, quindi dico una roba tipo "alla fine, con blandizie, baci, carezze e promesse, ti convince a suonare quella canzone al concerto".
Ecco, ora finalmente capiamo che scatta il Conflitto.[/p][/p]
--- Termina citazione ---


Questo.
Che tradotto significa: non devi metterti in posa e fargli capire che gli vuoi tirare un calcio, per vedere come reagisce.
Sparagliene uno nei genitali e se non si rialza subito continua con un altro nei denti. ;-)

Marco Costantini:
Grazie mille per le riposte ragazzi!
Riguardo il discorso sull'interiorità del Cavaliere sotto il controllo del Cuore, abbiao giocato così proprio dopo aver letto la Discussione citata anche qui in cui si riportava il parere di Lehman e per ora ci accordiamo a quella.
Concordo sulla fragilità dell'affermazione, che può essere "schivata" dal Cavaliere semplicemente cambiando idea.


--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]Marco, mi fai uno zoom in di questo passaggio?
--- Termina citazione ---

E' molto semplice: una volta descritto il fatto che la canzone contenga vocaboli demoniaci, il Cavaliere mette da parte lo spartito e si dice pronto a rinunciare a suonare. Il demone insite un po', dicendo che lui è l'unico a Polaris in grado di dare, con la sua musica, la giusta dignità a quel canto; il Cavaliere si ostina a non volerlo suonare.
Il demone allora si alza, e gli porta il libercolo dove pare abbia trovato quel canto: sulla copertina c'è scritto il nome del maestro cantore del Cavaliere (è un personaggio del suo Cosmo). Il demone, insomma, gli fa capire che il suo amato maestro si è evidentemente avvicinato ai demoni. Il cavaliere non sente ragioni e continua a rifiutarsi ancora di volerlo suonare.

A questo punto, per portare in scena il conflitto, decido di dire che, alla fine ammaliandolo e blandendolo, il demone convince il Cavaliere a suonarlo in pubblico.

Ora, il mio parere su questo passaggio e sulla scena in generale è che stessimo tutti andando di fretta senza sapere dove volevamo andare.
Mancava poco tempo alla fine (perchè Emanuele voleva andare via), ma volevamo far vedere una scena ed un conflitto a Chiara, tanto che abbiamo deciso che la scena avremmo dovuta farla o io o Emanuele (per coinvolgere Chiara solo indirettamente). Io e Manu siamo stati un po' a guardare le rispettive schede e alla fine ho deciso di proporre io la scena, anche se in effetti non avevo una brillante idea in mente.
Lo stesso vale per il conflitto: quando ho iniziato la scena mi sono concentrato tutto sul fato che dovevo raggiungere subito un conflitto per far vedere a Chiara come funzionava.
Questo però mi ha fatto perdere un po' la calma nel gestire la scena.

Ezio:

--- Citazione ---[cite]Autore: Marco Costantini[/cite]Ora, il mio parere su questo passaggio e sulla scena in generale è che stessimo tutti andando di fretta senza sapere dove volevamo andare.
--- Termina citazione ---


Facile che questa sia la causa e che a causa della fretta abbiate sbagliato, ma l'errore è evidente e Simone l'ha già individuato ^^

È il solito problema: giravate effettivamente intorno ad un potenziale conflitto perché nessuno stava facendo affermazioni definitive.
Tu, Marco, volevi un Conflitto, chiaramente, ma ti limitavi a fare affermazioni deboli, che non comportavano alcuna conseguenza per il Cavaliere e quindi il Cuore non aveva nulla a cui opporsi.
Non dite mai, in Polaris, "tento di decapitarlo" o "Provo a convincerlo a suonare". Dovete dire "lo decapito!".
Oppure: "Il demone ti blandisce, facendo appello al tuo onore e al tuo orgoglio di cantore. Cedi e le prime note del canto affiorano alle tue labbra". Ecco un'affermazione definitiva, a cui il Cuore risponderà senz'altro con la frase rituale "No, col cazzo che lo fai, stronzo!" ed entrerà in un Conflitto.

Non è necessario cercare il conflitto subito e comunque. Il freeplay può essere altrettanto soddisfacente, ma, dimmi, come si fa in Polaris ad entrare in un Conflitto su dei tentativi? Su cose che non hanno davvero importanza?
"Tento di colpirti" è fiacco. Si troverà come risposta un: "Ma solo se ti scivola la spada"... yawn. Se invece piazzo un "E fu così che Algol si avventò sul Principe Dexemintzli, decapitandolo con un colpo di spada lucente" il mio avversario dovrà a sua volta rispondere con qualcosa di altrettanto forte.

Quando giocate state sempre attenti a fare affermazioni definitive. A dire quello che il vostro personaggio fa e subito dopo le conseguenze delle sue azioni. Non abbiate paura: non solo ne avete il diritto (non dovete aspettare alcun master o sistema di risoluzione), ma ne avete il dovere.

PS: Per inciso e sul foglio bianco: "E fu così che Algol si avventò sul Principe Dexemintzli, decapitandolo con un colpo di spada lucente" è il mio esempio classico di scena quando non si sa come iniziare. Se sei il Cuore uccidi il demone scritto nel Cosmo dell'Errore, se sei l'Errore corrompi il personaggio delle Lune a cui il Cavaliere è più legato. Vedrai che così il gioco parte.

Mr. Mario:
Inoltre come Errore, paga moltissimo andare a caccia delle cose che al cuore fanno più male. Portare il cuore a sbilanciarsi, in modo da sapere dove colpirlo, e in modo che le sue cadute siano le sue decisioni, e non le tue trappole. I cavalieri cadono perché scelgono cosa salvare e cosa no.

Il cuore sembra irremovibile dal suo proposito di non eseguire il canto?

"Peccato, nobile cavaliere. Speravo lei potesse aiutarmi, perché il suo talento è l'unico che potrebbe rendere giustizia ad un'opera così complessa. Musici troppo orgogliosi per ammettere i propri limiti hanno provato e... hanno perso il senno, la desusione e la frustrazione sono stati loro fatali. Spero che il suo anziano maestro possa essere all'altezza. Lui lo farà, sa, vuole dimostrare di essere ancora l'interprete eccelso di un tempo. Ma non si preoccupi, si dice che la solitudine e la propria arte siano le migliori compagne. Arrivederci."

A questo punto il demone non ha più bisogno di insistere, perché ha messo il cavaliere in una situazione in cui o cede, ed esegue il canto, venendone corrotto, o abbandona il suo maestro ad un triste destino, un comportamento molto poco cavalleresco. Senza fretta, questa è esperienza assicurata, e la strada che lo porterà alla caduta sarà scelta dal cavaliere stesso.

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