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[AP][Montsegur 1244] Risate (troppe) a Montsegur

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Matteo Suppo:

--- Citazione ---[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Mr. Mario[/cite][p]Perfetto. Mi fai un esempio sul morire per le cose in cui si crede qui ed ora, che non sia colorato di politica?[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Non occorre andare sul "qui e ora", si può usare un'ambientazione fantastica e lasciarla volutamente indefinita (vedi scenario di Nathan Hook in ambientazione fantascientifica che è proprio su questo tema).[/p]
--- Termina citazione ---


Boh, sei tu che parlavi di qui e ora...

Come ha detto Ezio Montsegur E' una ambientazione fantastica :S E anche abbastanza indefinita, visto che in una giocata Arsende sta nelle stalle e in un'altra ha una carrozza u_u

Crosspost con Moreno (leggete il suo post una seconda volta al posto del mio)

Michele Pupo:
Um, rispondo per. Lo dico perchè io non ho avuto la reazione comica degli altri, ma lo stesso varie difficoltà. A me è parso che abbiamo capito benissimo come giocarlo. Abbiamo cominciato veramente bene, io ed un altro giocatore avevamo cominciato a sviluppare i due ragazzini ed il loro difficile rapporto con la zia, e sul serio, stava venendo una figata, avevamo messo in campo un nascondiglio segreto per i due ragazzi, nascondiglio che gli adulti avevano scoperto e costretto loro ad abbandonare a causa dell'assedio. Sul serio, non ci siamo trovati per giocare "a chi vince" ma per vivere il dramma e la tragedia. Io almeno sicuramente. Tuttavia pur con questa forte motivazione, resa ancora più forte del fatto che il gioco l'ho comprato io e che ci tenevo molto a giocarlo, ho veramente trovato difficoltà. Forse per buona parte sono state aumentate dalle risate continue degli altri, ma ciò non toglie la sensazione che il setting era più un peso che un aiuto. Noi ci mettevamo del nostro, ma veramente diventava difficile farlo. Poi è vero, ad Andrea quel setting faceva ridere di continuo, più o meno ad ogni riga del foglio sulla Fede o dei Perfetti. Ma questo è un mistero che non ho capito nemmeno io ^_^

Moreno Roncucci:

--- Citazione ---[cite]Autore: robur[/cite]Um, rispondo per. Lo dico perchè io non ho avuto la reazione comica degli altri, ma lo stesso varie difficoltà. A me è parso che abbiamo capito benissimo come giocarlo. Abbiamo cominciato veramente bene, io ed un altro giocatore avevamo cominciato a sviluppare i due ragazzini ed il loro difficile rapporto con la zia, e sul serio, stava venendo una figata, avevamo messo in campo un nascondiglio segreto per i due ragazzi, nascondiglio che gli adulti avevano scoperto e costretto loro ad abbandonare a causa dell'assedio. Sul serio, non ci siamo trovati per giocare "a chi vince" ma per vivere il dramma e la tragedia. Io almeno sicuramente.
--- Termina citazione ---


Il "giocare per vincere" l'ho messo come caso possibile per completezza, ma l'ho scritto che vedo come molto più probabile nel vostro caso la seconda ipotesi.

E quello che scrivi mi conferma, almeno per come lo leggo io, la mia ipotesi. Tu eri quello che conosceva di che parlava il gioco, e quindi quello disposto a giocarlo come andava giocato.

Non fissarti sulle difficoltà: è normale trovare difficoltà alla prima partita. E non parlo di "prima partita di un gioco narrativista" (anche se quello è probabilmente lo scoglio più alto), parlo di OGNI SINGOLO GIOCO.  Questi sono DAVVERO giochi diversi.

Ma è normale: davvero, la cosa davvero "strana" è che nel mondo dei gdr sia visto come "normale" il fatto che imparare a giocare un gioco ti faccia imparare a giocare tutti gli altri, senza che ti venga il minimo sospetto sul fatto che sia sempre lo stesso gioco...  ;-)

Tornando a Montsegur: io adesso lo gioco sicuramente meglio delle prime volte in cui l'ho giocato.  Ho, semplicemente, imparato le sfumature del gioco (e non metto più Arsande che abita in una villetta con giardino, contento, Ezio?  ;-)
Le prima volte ero perso fra un sacco di dettagli di vita quotidiana che non sapevo o non ricordavo (oltretutto lo giocavo con l'edizione americana che non aveva nemmeno le note storiche di quella italiana), cose banali tipo come si mangiava a tavola lì e in quel momento (anche adesso se vedo qualcuno al tavolo che descrive i cavalieri che mangiano con coltello e forchetta lascio stare, chi se ne frega? Non è quello la cosa importante del gioco)

E da quello che descrivi, ci stavate riuscendo a giocarci. Vi siete concentrati all'inizio sul lato "umano" con i bambini e i rapporti familiari (e anche questo è normalissimo, le faccende "politiche" credo siano entrate nelle nostre partite a partire dalla terza: un aspetto molto bello del gioco è che, davvero, si può giocare su aspetti completamente diversi ogni volta). Come dici:


--- Citazione ---[cite]Autore: robur[/cite]e sul serio, stava venendo una figata
--- Termina citazione ---


E questo ha provocato una difesa istintiva da parte di altri (vedi il mio post precedente), che, impauriti dalla piega che aveva preso la partita, l'hanno "bloccata" con le risate.

Che in casi come questo (ci si trova, qualcuno fa una cosa, e l'altro interrompe sempre ridendo) sono un segno abbastanza universale di paura e nervosismo, no?

Simone Micucci:
insomma come ci insegna Donnie Darko ci si divide tra Paura e Amore.

Michele Pupo:

--- Citazione ---E questo ha provocato una difesa istintiva da parte di altri (vedi il mio post precedente), che, impauriti dalla piega che aveva preso la partita, l'hanno "bloccata" con le risate.
--- Termina citazione ---

Avrebbe senso.

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