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[AP][Montsegur 1244] Risate (troppe) a Montsegur
Mauro:
Ieri ho giocato con altre tre persone; ho giocato, per la prima volta, Esclarmonde: una ragazza che sperava nell'arrivo di rinforzi, combattuta tra la sua fede, che trovava simbolo nella fermezza di Cecille, e le attenzioni di Garnier. Invidiava sua sorella perché, a differenza sua, era riuscita a scegliere tra la fede e chi amava.
La storia si è incentrata su Garnier, con una scena finale con Cecille per vagliare il lato della fede, ed è finita con una tentennante abiura; ma non è per questo che scrivo questo AP.
Claudia diceva come le battute possano essere utili, anche durante un gioco estremamente sentito; da parte mia sono totalmente d'accordo, e diverse volte mi è capitato, anche a questo stesso gioco, di vedere la tensione spezzata da una risata, senza che la forza del gioco ne risentisse.
I motivi sono tanti: la consapevolezza del gioco, la volontà di affrontarlo comunque seriamente, l'aspetto (temporale e d'importanza) secondario della cosa, la capacità di chiudere la parentesi senza trasformarla in dieci minuti di teatrino comico, la capacità di riallacciarsi alla serietà e alla tensione che, per un attimo, si erano messe da parte, ecc.
Questa volta, non è andata cosí: fin dalla spiegazione delle regole è iniziata una serie di battute che, di fatto, ha toccato tutte o quasi le scene, la lettura delle varie schede, la lettura delle carte, ecc. Tutto il gioco, insomma, dentro e fuori le scene indistintamente.
Ci sono state diverse uscite divertenti, ma nel complesso la giocata è stata rovinata; non è stata pessima: alla fine è uscita interessante, la storia di Esclarmonde mi è piaciuta, sono riuscito a esplorare quello che mi interessava. Ma al terzo atto mi stavo chiedendo se avesse senso continuare, e la voglia di farlo era a zero (per fortuna cosa passeggera); per quanto riguarda mio fratello, lo riproverà solo perché io e altri gliene abbiamo parlato bene, dandogliene una figura migliore di quella che è uscita questa volta.
In definitiva, la giocata alla fin fine non è stata da buttare, ma con un po' piú di serietà credo che avrebbe potuto venire molto migliore (ha influenzato anche che per inquadrare la prima scena del terzo atto sono serviti tipo venticinque minuti; ma credo sia, almeno in parte, dovuto all'atmosfera generale).
Ezio:
Due domande:
Agli altri è piaciuta?
Gli altri volevano DAVVERO giocare a Montsegur?
In generale sto notando che la comicità fine a sé stessa, a partire dall'ormai leggendario Perfetto nel letamaio, salti fuori quando non si è davvero interessati a quello scenario e a quelle tematiche. In questo caso sembra esserci la tendenza a sdrammatizzare la durezza comunque presente nella Fede e lo sbilanciamento emotivo iniziale dei personaggi buttandola sul ridere.
Simone Micucci:
--- Citazione ---...sto notando che la comicità fine a sé stessa...salti fuori quando non si è davvero interessati a quello scenario e a quelle tematiche....
--- Termina citazione ---
senza scomodare Montsegur questo succede con tutti i giochi, sopratutto quando a presentarteli è una persona con la quale hai un rapporto di amicizia da cazzeggio. Con gli estranei succede molto molto raramente (e tendi a giocare in modo più simile a come ti è stato presentato), mentre con gli amici con i quali non hai un rapporto da cazzeggio tende proprio a non succedere.
Se la giocata ti va in vacca per le risate è per me controproducente impuntarsi, rischi solo di rimetterci la faccia e rompere i maroni. Vedi se nel gruppo c'è qualcuno con il quale puoi giocare come piace a te e punta su quelli, mentre con gli altri giocaci cose più in linea con il rapporto che hai con loro.
Mauro tu ti riconosci nella descrizione del rapporto di amicizia da cazzeggio?
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]Agli altri è piaciuta?
Gli altri volevano DAVVERO giocare a Montsegur?
--- Termina citazione ---
Gli è piaciuta (basandomi su quanto detto nella breve discussione a seguire), ma credo sia indicativo che mio fratello e io siamo quelli con piú esperienza in giochi che non siano D&D e similari (gli altri due... un Grey Ranks uno, ed esperienze sparse e parziali l'altro); lo reputo indicativo perché penso che quello che cambiava fosse, almeno in parte, le aspettative e, forse, l'abitudine a rapportarsi un po' piú seriamente col gioco (non da bacchettoni, comunque ci si trova per giocare; ma senza il cazzeggio continuo che, nella mia esperienza, ha caratterizzato ogni sessione di D&D).
Per esempio: io ho giocato con te, con Claudia, con Frederik... partite dove, anche magari in presenza di una battuta, lo spirito del gioco non ne è stato rovinato. Sono abbastanza convinto che quest'esperienza mi abbia fatto pesare maggiormente la tendenza al continuo scherzo.
Per l'altra domanda... credo che sí, volessero seriamente (vedi dopo per una specificazione su questo "seriamente") giocarlo; ma penso che l'abitudine prevalente su D&D e simili (ossia: tanto cazzeggio, poco gioco, spesso emotivamente non significativo) abbia influenzato, portando l'attitudine alla battuta continua anche in questo gioco (cosa che in parte si è sentita anche in Grey Ranks, anche se, almeno per quanto mi riguarda, in maniera meno pervasiva).
Con "seriamente" intendo "Senza l'intenzione di rovinarlo, di sfidare il sistema o simili", non mi riferisco all'esposizione emotiva: almeno uno dei due (quello delle esperienze sparse e parziali) però mette sempre dei filtri tra sé e il personaggio, isolandosi emotivamente (almeno, a suo dire; cosa possibile, ma avendolo visto prevalentemente in D&D ed MdG non so quanto dipenda dai giochi e quanto veramente dal volersi isolare); cosa che facilmente ha avuto il suo peso, ma non è cosí rilevante (nelle due città che abbiamo fatto di Cani a memoria non c'è stato un simile tasso di cazzate, per esempio).
--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]leggendario Perfetto nel letamaio
--- Termina citazione ---
Questa mi manca.
--- Citazione ---[cite]Autore: -Spiegel-[/cite]ti riconosci nella descrizione del rapporto di amicizia da cazzeggio?
--- Termina citazione ---
Sí e no: si cazzeggia, ma si sono affrontati anche argomenti piú seri; la mia impressione, vedi sopra, è che sia un trasporto dell'attitudine cui è abituato dai giochi che usa di piú.
Simone Micucci:
--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]io ho giocato con te, con Claudia, con Frederik... partite dove, anche magari in presenza di una battuta, lo spirito del gioco non ne è stato rovinato. Sono abbastanza convinto che quest'esperienza mi abbia fatto pesare maggiormente la tendenza al continuo scherzo.
--- Termina citazione ---
Diavolo, quella vostra giocata a Montsegur ha resistito persino all'assedio dei lupi mannari. XD
a parte gli scherzi credo sia abbastanza probabile che esperienze un pò più intense di portino a volerle ricercare più spesso in gioco, col risultato di sentirsi un pò frustrati quando si sbatte il muso con giocatori che cercano solo grasse risate e cazzeggio, non necessariamente dal gioco. ^_^ È successo anche a me e mi ci è voluto un pò per ricordarmi che una volta giocavo in quel modo ^^ per quello dico che imputarsi è controproducente, rompi semplicemente i maroni a chi ha come unica esperienza di GdR quella continua ricerca della risata a tutti i costi. Il guaio è che se con te, con quel gruppo normalmente c'è quel clima non sarà provando un gioco diverso che quel clima cambierà, cambierà soltanto quando cambieranno le condizioni sociali, quindi se c'è un master sconosciuto, o se non si conoscono diverse persone al tavolo o roba del genere.
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