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[AP][Montsegur 1244] Risate (troppe) a Montsegur

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Ezio:

--- Citazione ---[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite]Se vuoi giocare delle persone e non un'ambientazione, non metterci nessuna ambientazione. Punto.
--- Termina citazione ---


E far muovere le persone in un vuoto? No, grazie.
L'ambientazione è lì perché SERVE, perché dà una base su cui iniziare a farsi domande, per far partire "a freddo" la riflessione su una scelta che, per ora, non ci appartiene.
FATTO: Persone che avrebbero potuto scegliere altrimenti sono bruciate "per la loro fede".
DOMANDA: Perché? Cosa le ha indotte a farle? La Fede? O alto? Se la Fede non è sufficiente, che altro può essere stato?


--- Citazione ---[cite]Autore: robur[/cite]Con questo approccio ho trovato molto difficile giocare i catari, proprio perchè ho dovuto cercare di calarmi, anche forzatamente, in un contesto di cui non so nulla e che non so come rendere. Quello che abbiamo trovato difficile infatti è stato come rendere la teologia, sopratutto nel momento in cui agivano i personaggi più religiosi
--- Termina citazione ---


Hai mai trovato le stesse difficoltà giocando un Chierico di Moradim o un Sacerdote del Grande Demone Skifafterun? Credo di no, e allora perché ci facciamo tante pippe mentali sui Catari e i Perfetti? Non vi interessa la religione? NON GIOCATELA. Non è minimamente necessaria al gioco. È, al meglio, uno sfondo. Volete rendere la religione? FATELO, inventando di sana pianta! Il resto è lì per ispirarvi. C'è scritto sul manuale: lasciate che il materiale presentato ispiri il vostro gioco.

A GnoccoCON ho giocato un Perfetto che celebrava una sorta di Eucarestia con l'acqua di un torrente. Sapevo benissimo che "storicamente" una cosa del genere non stava né in cielo né in terra ma... chissenefrega. Serviva allo scopo, serviva a indagare le premesse del gioco.
Una volta ho giocato con una ragazzina che teneva alto il Graal scintillante di luce divina mentre i Templari (che storicamente non hanno combattutto a Montsegur) si inginocchiavano attorno a lei, nelle loro possenti armature da cerimonia quattrocentesche.
Nel giocare queste scene non ho violato uno solo dei presupposti del gioco: ho usato lo scenario come fonte di ispirazione, come base, e da lì mi sono evoluto.

Il fatto che si parli di Storia e non di un mondo inventato vi spaventa tanto? Non dovrebbe. Entrambi hanno lo stesso grado di realismo.

Se non riuscite ad accettare questo, se non riuscite a prendere seriamente il fatto che Cecille abbia aderito volontariamente a questa strana fede allora non volete giocare a Montsegur.
Scusatemi, ma se, spiegando Cani nella Vigna qualcuno si mette a ridere: "Ragazzini che impongono una fede del cazzo?! AHAHAHA, che stronzata!" vi sembra l'ambiente giusto per giocare a Cani? Sul manuale stesso è suggerito di non giocare in queste condizioni.
Giochereste Gray Ranks con un neonazista interessato solo a glorificare l'occupazione della Polonia?
A Poison'd con qualcuno che al solo parlare di incesto sta male?
A InSpectres con qualcuno che dice: "Che palle i Ghostbuster!"

Non credo proprio.
Perché, allora, Montsegur dovrebbe essere diverso?
Non siete obbligati a farvelo piacere, ma non scambiate per un difetto del gioco la mancanza di disponiblità (legittima, tra l'altro) ad accettarne le premesse, di giocare a quel gioco, non ad altri. Se le premesse di Montsegur vi fanno ridere Montsegur non è il gioco che volete fare e non c'è nulla di male in questo.

EDIT: Crosspost con Mr Maurio ^^

Mauro:
Parentesi:
--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]Sapevo benissimo che "storicamente" una cosa del genere non stava né in cielo né in terra ma... chissenefrega
--- Termina citazione ---

Questo è il motivo per cui, in simili giochi, se c'è qualcosa di antistorico lo sottolineo sempre; Thou Art But a Warrior? "Questo non è un gioco storico, fregatevene dell'aderenza; voglio dire: i Cavalieri non sono nemmeno esistiti, quindi la partita non può avere aderenza storica".

Andrea Castellani:
Ma invece di giocare i catari storpiati, non è meglio giocare "qui e ora" (come la stragrande maggioranza dei jeepform) oppure una non-ambientazione (come "La verità vi farà liberi")?
Lo dico perché sarà impossibile che tutti i partecipanti al gioco abbiano la stessa conoscenza (o non conoscenza) dell'eresia catara, e quindi ci sarà immancabilmente qualcosa messo in gioco da Tizio che Caio troverà stridente. Forse a molti non dà fastidio, ma io conosco diverse persone che non sono in grado di guardare "Il gladiatore" fino in fondo perché a un certo punto sono sopraffatti dalle cantonate storiche. Vogliamo far giocare anche queste persone, o le vogliamo escludere? Tantopiù che sia "Il gladiatore" che "Montsegur 1244" si rivolgono inevitabilmente, vista l'ambientazione, a un pubblico a cui della storia (e quindi della correttezza storica) tendenzialmente importa un tantino.
A me sembra che i temi di Montsegur si possano tirare in ballo benissimo senza nessun bisogno dei catari, e allora mi chiedo il perché di questa scelta. Il mio timore è che si cercasse l'ambientazione fica, e quando si cerca l'ambientazione fica in un gioco di approfondimento psicologico si cade sempre in uno di questi due baratri:
1) l'ambientazione è fica solo secondo l'autore, e nessuno ci gioca (e chi si trova per caso a giocarci si annoia o prende in giro l'ambientazione, perché la trova rispettivamente noiosa o ridicola);
2) l'ambientazione è effettivamente fica anche secondo le masse, e allora le masse ci cercheranno innanzitutto la correttezza rispetto all'ambientazione. Questo problema è un bel po' grandino, e temo che Frederik non se ne sia accorto perché nonostante il successo il gioco in fondo finora è stato in mano a un pubblico molto particolare come quello del Fastaval e quello pre-, post- e para-forgita. Poi può darsi benissimo che a lui non interessi uscire da questo pubblico, e allora bene così, l'ambientazione rimane inutile ma almeno non è dannosa.

Ezio:
Si, io solitamente mi prendo la pausa a metà partita per andare a piangere in bagno stringendo forte un qualche volume di Lefebvre, lo sapete XD

Michele Pupo:

--- Citazione ---Nel giocare queste scene non ho violato uno solo dei presupposti del gioco: ho usato lo scenario come fonte di ispirazione, come base, e da lì mi sono evoluto.
--- Termina citazione ---

Um, a me la lettura del manuale però non mi ha dato l'impressione che si potesse prendere lo scenario e inventare avanti di sana pianta. Posso sbagliarmi, lo ammetto, ma la mia sensazione era proprio che si dovesse giocare quel setting.
Ma se si potesse mi andrebbe benissimo, davvero, lascerei da parte tutte le cose che non riesco a rendere e improvviseri come mi pare.


--- Citazione ---Scusatemi, ma se, spiegando Cani nella Vigna qualcuno si mette a ridere: "Ragazzini che impongono una fede del cazzo?! AHAHAHA, che stronzata!" vi sembra l'ambiente giusto per giocare a Cani? Sul manuale stesso è suggerito di non giocare in queste condizioni.
--- Termina citazione ---

Effettivamente ho avuto enormi problemi anche col setting di CnV, parlo dal punto di vista degli altri giocatori. Sono riuscito a contenerli solo perchè erano qualcosa di molto più vicino a ciò che per noi è abituale, e anche così alla fine quello che c'è stato a mio giudizio c'entrava poco con l'ambientazione originaria.
Tutti gli altri giochi non ho ancora avuto modo di provarli quindi non mi esprimo.

In ogni caso, trovo troppo giuste le parole di Andrea. O si giocano i personaggi o si gioca il setting. Si possono farli entrambi, ma bisogna essere veramente molto motivati, e di sicuro non è adatta come opzione per un gioco commerciale.
Questo non vuol dire giocare senza setting, ma solo lasciarlo come contorno, e in tale caso deve essere qualcosa di facilmente metabolizzabile dai giocatori. Oppure si esplora il setting, ma si tralasciano i personaggi... Non sto parlando in teoria, ho visto così in molte partite, sopratutto live. L'esperienza di Andrea lo conferma, vista che lui stesso si è intestardito a far giocare setting che incorrono in questo problema, vedi il caso della passione di cristo giocato in nord europa.

EDIT: crosspost con Mauro, Andrea, Ezio

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