Autore Topic: "role-playing begins with Color"  (Letto 5372 volte)

Moreno Roncucci

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"role-playing begins with Color"
« il: 2010-08-30 03:55:23 »
A Ron non piace che si quotino i suoi post fuori contesto, quindi non andate a fare la spia, OK?  ;-)

Però questo brano tratto da questa risposta in un thread iniziato da Rocco_D (nuovo utente anche di gente che gioca da una decina di giorni) merita di essere quotato:

Citazione
Let's start with Color. I mean, nothing but Color, just the fun and image-rich description of some topic or genre or whatever that you'd like to play. In fact, try to forget anything you ever knew about what role-playing games are about. Never mind dungeons, vampires, or anything of the kind. Never mind any sort of subculture you share with others and the way you may dress or talk when you're with them. Think instead about books, movies, comics, history, biography, sex, politics, music, humor, cartoons, advertising ... anything you like to experience as media. What's a topic that turns you on? Or for that matter, pisses you off to the extent that you'd like to do something about it?

I ask this because role-playing begins with Color, and it is effective only insofar as the content deep within the Color - a highly personal thing - finds expression through the processes of play. The essence of Exploration, or if we talk in terms of process, Shared Imagined Space, is giving the primal and initial Color some kind of weight among as a group of people who are talking and listening to one another.


La parte significativa per me è quella che ho evidenziato in corsivo.

Commenti? Osservazioni? Actual play?
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Suna

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #1 il: 2010-08-30 13:49:05 »
Mi viene da pensare a Remember Tomorrow. Le meccaniche non dicono nulla di strabiliante, eppure fa presa per il fatto di voler riproporre il genere cyberpunk in un contesto di gioco di ruolo moderno (uso questo termine per evitare l'abusato NW).
L'abbiamo provato ieri, e sono emersi dei dubbi (non da parte mia) circa al legame che il sistema avrebbe con il color, ed in effetti, come sistema è abbastanza generico da chiedersi "che cos'ha di cyberpunk?". L'autore (Hutton) dichiara di aver voluto creare un sistema incentrato sui conflitti pg vs. pg, pg vs fazione, perché nel cyberpunk vede questa tematica. Sinceramente, io la vedrei in qualsiasi genere. Ergo il punto forte di Remember Tomorrow rimane, a mio avviso, il color. E' quello che attrae nell'acquisto, e lo trovo un campione significativo proprio perché è un gioco poco conosciuto. Cosa mi ha spinto a comprarlo non sapendone nulla? La descrizione, la parola cyberpunk.

"role-playing begins with Color"
« Risposta #2 il: 2010-08-30 14:21:19 »
Minchia, Moreno...
Questa è la FANMAIL più grande che ti do.

Citazione
[cite]Autore: Suna[/cite]E' quello che attrae nell'acquisto, e lo trovo un campione significativo proprio perché è un gioco poco conosciuto. Cosa mi ha spinto a comprarlo non sapendone nulla? La descrizione, la parola cyberpunk.

E questa è una verità colossale.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

rgrassi

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #3 il: 2010-08-30 14:36:45 »
E non solo role-playing "begins" with color, ma "ends" pure.
In effetti, credo che, pur di 'preservare' il Color, i giocatori siano disposti a far saltare per aria tutti gli altri elementi della exploration.
Rob
« Ultima modifica: 2010-08-30 14:37:13 da rgrassi »
Roberto Grassi Levity - www.levity-rpg.net

Leonardo

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #4 il: 2010-08-30 14:54:07 »
Sono profondamente convinto che quelle di Ron siano parole sacrosante e trovo che spesso si tenda un po' a sorvolare sull'aspetto Color tra i cinque componenti dell'Exploration, forse perché non è nel campo del Color che si è manifestata in tutta la sua potenza la reinvenzione forgita del gdr.

Personalmente ritengo anche che nel discorso di Ron sia nascosta quella che è un po' la spiegazione del motivo per cui un modello di business basato sulla produzione di supplementi di fiction ha potuto perdurare tanto a lungo nell'editoria legata ai giochi di ruolo. Non ho dubbio che il colore sia ciò che in primo luogo accende la fantasia di una persona e sono convinto con Ron che il colore sia "solo" il veicolo attraverso cui si esprime un interesse che ha origine più profonda e che spesso trova una sua manifestazione proprio in quella concretizzazione della fantasia che è il Colore di un'opera specifica. Ed è qui a mio avviso che si vede il limite di molti sistemi tradizionali: tali sistemi tendono ad abbandonare il giocatore a se stesso e la possibilità di alimentare quell'interesse personale profondo che sta sotto al Colore (e di cui la persona non ha necessariamente piena consapevolezza) viene lasciata interamente alle capacità del singolo individuo.

Al contrario, i più efficaci sistemi moderni tendono a mettere insieme una serie di procedure estremamente focalizzate che, da una parte, spronano i giocatori a continuare a produrre e aggiungere nuovo Colore durante la partita e, dall'altra, aiutano a fare in modo che l'interesse profondo che sta dietro il Colore venga condiviso tra i membri del gruppo e non venga disperso col rischio di trasformare la giocata in uno sterile esercizio privo di attrazione emotiva.
E' questo il modo in cui personalmente interpreto il passaggio in cui Ron dice giving the primal and initial Color some kind of weight among as a group of people who are talking and listening to one another.

"role-playing begins with Color"
« Risposta #5 il: 2010-08-30 15:02:54 »
Citazione
[cite]Autore: Leonardo[/cite]forse perché non è nel campo del Color che si è manifestata in tutta la sua potenza la reinvenzione forgita del gdr.

Per me invece, sì.
Nel senso che il "system does matter" è SEMPRE in funzione del COLOR.
La rivoluzione è quella del collegare in modo fattuale un color a delle specifiche meccaniche, personaggi, situazioni e ambientazioni che sappiano far esaltare il color.

Spesso invece ci si sofferma solo a valutare la singola tecnica o le singole efemere; certo, sicuramente dal lato "tecologico" (*) sono interessanti e nel corso degli anni sono state prodotte tantissime nuove tecniche di risoluzione, tecniche di creazione dei PG e via dicendo.
Ma la vera rivoluzione, ossia il vero "nuovo concetto" è quello che il System deve "spingere" verso un determinato e specifico Color.
Esiste un post di un anno fa di Ron in cui già aveva chiarito che anche la CA è definita da "above all, Color".

C'è prima il Color. Individuato quello, si cerca e si crea un System che sia in grado di far concentrare l'attenzione di gioco (quindi quella parte dell'attività che produce Statements) su quel Color specifico.

(*) tecnologico: inteso letteralmente come scienza del processo di produzione (del gioco).
« Ultima modifica: 2010-08-30 15:04:17 da khana »
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Niccolò

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #6 il: 2010-08-30 15:04:13 »
Citazione
[cite]Autore: Leonardo[/cite][p]Sono profondamente convinto che quelle di Ron siano parole sacrosante e trovo che spesso si tenda un po' a sorvolare sull'aspetto Color tra i cinque componenti dell'Exploration, forse perché non è nel campo del Color che si è manifestata in tutta la sua potenza la reinvenzione forgita del gdr.[/p]


credo sia anche perchè negli anni si è sempre più sottovalutata la capacità dei giocatori di "bring their own color" al tavolo, e si è concentrato nell'imboccarli di colore attraverso le pagine dei manuali. parte della rivoluzione forgita è stata anche "metteteci voi il colore! siete più bravi di quanto crediate!"

Iacopo Frigerio

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #7 il: 2010-08-30 15:23:50 »
Poco da dire... Ron ha davvero ragione... è una cosa nel piccolo che ho notato anche nella mia ricerca di playtest...
Ravendeath è un gioco che ha ben poco appeal legato al colore, o sempre avuto notevoli difficoltà a interessare persone a giocarlo.
Moonfolk ha un sacco di "poesia" dietro e davvero in poco ho avuto la possibilità di giocarlo reiterate volte.

Per il resto, devo dire che faccio mia la valutazione fatta da Leonardo, in ogni passaggio
"system does matter" è una espressione che non ha mai voluto sminuire il color, ma all'opposto amplificarne la portata.
L'amore è quel particolare rapporto nel quale una persona può mostrarsi perdente

Niccolò

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #8 il: 2010-08-30 15:54:37 »
Citazione
[cite]Autore: El Rethic[/cite]Ravendeath è un gioco che ha ben poco appeal legato al colore, o sempre avuto notevoli difficoltà a interessare persone a giocarlo.


in tal caso forse una fase di "input" condiviso prima di giocare potrebbe risolvere la cosa...

"role-playing begins with Color"
« Risposta #9 il: 2010-08-30 15:57:13 »
Actual Play:

come alcuni già sapranno, in questi mesi io e il mio "vecchio gruppo" stiamo riprendendo in mano la vecchia campagna di D&D 3a. Con il Solar System.

Il 75% del lavoro di conversione, è stato chiederci:

cosa ci piaceva della vecchia campagna?
A cosa non siamo disposti a rinunciare?
Cosa vorremmo esplorare con più attenzione?

E trovare delle risposte a questo.

La creazione del Crunch Landscape è stata guidata dalle risposte a queste domande, ma anche dal principio "Mantenere il più possibile il colore del D&D che abbiamo sempre giocato".
Per noi, significa che vogliamo mantenere tutte quelle "minuzie" che per noi "fanno tanto D&D": vogliamo vedere i nostri personaggi che, se devono inseguire un nemico, lanciano Scrutare su di lui per poi raggiungerlo con il Teletrasporto. Ma non prima di aver trovato alcuni oggetti appartenenti a lui - servono per lanciare la divinazione con successo.
Vogliamo vedere tanti immondi, che quando lanciano certe capacità magiche la descrizione visiva ormai la conoscono tutti quanti a memoria, e possono dire "Sì, questo è proprio quell'immondo li, come ce lo ricordavamo".
Vogliamo vedere il mago con il libro degli incantesimi, il paladino che individua il male a volontà, e gli gnomi che vengono sempre recitati in maniera fastidiosa, infantile e logorroica. E pure un po' inquietante.
Eccetera, eccetera, eccetera.

Perché è sempre stato così il Colore della nostra campagna - non siamo disposti a rinunciarci.

(MA, ovviamente, volevamo un sistema che permettesse di esplorare la crescita interiore dei personaggi, di pensare alla loro storia e natura e non soltanto a quanti mostri mancano al prossimo livello; volevamo che, nonostante il cosmo avesse tirato una linea per dividere il Buono dal Malvagio, per i personaggi nella pratica non fosse così scontato; volevamo un sistema in cui le azioni, reazioni e conseguenze rispetto ai gesti dei pg CONTASSE davvero e avesse un peso. E lo volevamo già dalla vecchia campagna - urlava Solar System in tutte le lingue)

Temevo che potesse non piacere - si sente in continuazione di vecchi gruppi che cercano di passare da Parpuzio ad un gioco coerente, e che puntualmente dicono "Ma non è la stessa cosa", e tutto salta per aria.

Invece stavolta, ho capito che ce l'avevamo fatta, o almeno che eravamo sulla strada giusta, quando alla fine della prima sessione ho chiesto ai giocatori "Cosa ne pensate?" e mi hanno risposto "E' proprio come la vecchia campagna; solo più efficiente e funzionale". E tutti erano soddisfatti della partita.
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Rocco Duchi

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #10 il: 2010-08-31 17:13:19 »
Ciao a tutti

innanzitutto se vi va di leggervi la mia discussione sul forum di the forge ne sarei ben contento. Lì spiego in parte i motivi che mi hanno spinto a cercare qualcosa di nuovo ed è tramite quel thread che mi sono poi iscritto a Gente che Gioca.
Premettendo che la mia esperienza nel campo delle teorie forgite è praticamente nulla, penso che il Colore sia fondamentale, visto come quell'insieme di "apparenze" che rendono una esperienza di gioco "soggettiva" estremamente gratificante. Personalmente in tutte le belle esperienze di gioco il fattore comune è la realizzazione di quella "aspettativa di gioco" generata dall'immaginare una determinata azione o insieme di azioni in un contesto ben specifico.
Credo che il Colore sia una delle basi della costituzione di un gruppo di giocatori, operando a livello di accordo tra giocatori prima ancora di entrare a far parte dell'esperienza di gioco in senso stretto.

Rafu

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #11 il: 2010-09-01 00:02:06 »
Citazione
[cite]Autore: rgrassi[/cite]In effetti, credo che, pur di 'preservare' il Color, i giocatori siano disposti a far saltare per aria tutti gli altri elementi della exploration.


Eh, no... A farli "saltare in aria", poi non avresti più alcun oggetto da "colorare".  ^_^;;

Nella mia esperienza, in effetti, quando un gioco sta funzionando bene ma il tavolo soffre uno stress per ragioni esterne (per esempio, il tempo a disposizione stringe e bisogna "accelerare" per "chiudere" la partita al più presto), la prima cosa che si perde è il "dettaglio", la "profondità" del Color. Perché tutti sentono istintivamente che gli altri elementi non si possono toccare senza fare un danno. Ma in realtà è comunque un danno: e infatti l'esperienza di gioco diventa immediatamente meno gratificante.

Moreno Roncucci

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #12 il: 2010-09-07 10:43:54 »
Avete seguito fino alla fine la discussione su The Forge?  Ci sono stati diversi altri post molto interessanti.

Cito giusto una cosa perchè cade a pennello su discorsi recenti, ma è solo una fra tante:
"the classic role-playing tautology: if the GM is good, then everyone has fun; and if everyone had fun, then it must be because the GM is good. This is a cycle of beautiful nothing. If you want to state something substantive instead, you must describe what  this alleged GM does which is so good, and causally, how that results consistently in others having fun, and if it's supposed to be independent of the system in question, explain that independence. All of which is possible and viable, but you might discover that your definition of "good," or anyone's, is not universal"
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Suna

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"role-playing begins with Color"
« Risposta #13 il: 2010-09-07 12:50:48 »
Questa frase merita di essere adottata come firma in un forum, cavolo! E' davvero splendida.

"role-playing begins with Color"
« Risposta #14 il: 2010-09-07 14:20:34 »
Citazione
[cite]Autore: Rafu[/cite]Eh, no... A farli "saltare in aria", poi non avresti più alcun oggetto da "colorare".  ^_^;;

Roleplay BEGINS with Color.
C'è prima il Color. Dopo "l'oggetto da colorare".
Ad Esempio... "giochiamo un gioco con gli zombie?"
"ok, ma lo voglio cupo, intimista, tendente al tragico; qualcosa tipo L'Alba di Morti Viventi, quello del 2004" < Color.
Da questo derivi eventuali premises, prendi spunto per conflittualità varie tra i PG, definisci anche archetipi di PG e PNG.
In questo senso la frase di Rob non è sbagliata. La frase. E' sbagliato far saltare tutto il resto, ma la frase in sé, che ci siano persone disposte a far saltare tutto in funzione del Color, non è sbagliata.
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