Risolto il "casus belli" che ha dato vita a questo spreco di tempo e di sdegno, un paio di parole sul perchè c'è tanta gente che si offende se prendi le distanze da loro nei gdr vorrei dirle.
Non vi è mai capitato, a voi o a persone che conoscete, di parlare di "giocatori" e "non giocatori" come se il mondo fosse diviso in PG e NPG? Come se il fatto di giocare ai gdr fosse una caratteristica che distingue una precisa categoria di persone? Con gli altri, "fuori", i "babbani", che "non ci capiscono"?
Beh, vi pare normale?
A quanto pare sì. La cosa pare normalissima. Credo di aver visto praticamente tutte le persone che conosco che giocano ai gdr usare queste locuzioni. Spesso le ho usate anch'io.
Eppure, non è normale. Nessuno dividerebbe la gente fra "giocatori di Risiko" e "non giocatori di Risiko", come se il fatto di giocare a Risiko caratterizzasse la loro vita. Magari se il Risiko fosse uno sport che praticano a livello agonistico. Come per i calciatori: "calciatori" sono quelli che lo fanno di mestiere, ma quelli che fanno ogni tanto una scapoli-ammogliati non è che da quel momento entrano per sempre in un mondo "magico" che i "babbani" non capiscono...
Perchè i gdr devono fare eccezione? Perchè devono essere visti (se va bene) come l'ingresso in un "nuovo mondo" che ti fa vedere cose che gli altri non vedono e a cui apparterrai per sempre (a meno che tu smetta, e sarai visto dai vecchi membri del tuo gruppo come un tristissimo e compatito "ex giocatore"), oppure come l'ingresso in una setta dove c'è "gente che non ci sta con la testa"?
Un po' è l'idea "tradizionale" del gdr. Campagne eterne, ritrovarsi un giorno alla settimana in uno scantinato a giocare in un mondo alternativo, facendo finta di non esistere e di essere veramente un altra persona, un impegno eterno (come se dovessi andare tutte le domeniche in chiesa) senno' "esci dal gruppo" (coè, decadi dalla Grazia...).
Non "pare" un comportamento da setta. E' un comportamento da setta!
O meglio, lo è il richiederlo per giocare. "devi essere ammesso nel gruppo, e poi potrai partecipare al rito settimanale...". Anche chi gioca a pallavolo può essere tanto appassionato da dedicare un tempo fisso alla settimana a partite regolari di campionato o di allenamento, ma li' si capisce che questo è un comportamento da iperappassonati o da professionisti, ma che niente impedisce di "giocarci e basta".
"giocarci e basta". Pensateci. I gdr come giochi normali, come tutti gli altri. Gente "normale" che in libreria ha le scatole del monopoli, del Risiko e un paio di snelli manuali di gdr, semplici da leggere e imparare. Che li gioca ogni tanto quando ha tempo, giocando storie (o sfide) che porta a compimento in un tempo finito, senza impegnarsi per mesi.
"i gdr non si possono giocare cosi?". E chi l'ha detto? I gdr TRADIZIONALI spesso non si possono giocare così (e non è nemmeno vero per tutti, Call of Cthulhu può benissimo essere giocato in una one-shot di una singola sera. Cosa che ritengo importante per il suo successo), ma ormai diversi autori indie hanno dimostrato che si può benissimo creare gdr giocabili così.
Nè CnV nè AiPS sono giocabili in una sola serata (ma chissà, una delle prossime uscite Narrattiva potrebbe esserlo... :wink: ), ma sono comunque giochi con (utilizzando il termine usasto su The Forge), "una impronta sociale piccola". Non calpestano come dinosauri la tua vita imponendoti di non uscire più con la tua ragazza di lunedì vita natural durante. No, basta che ti trovi con gli amici almeno 5 volte (AiPS - e con qualche piccola variante si può gocare in 2 volte), o per un numero comunque piccolo di volte, di solito non più di 5-6 volte (CnV) e hai una storia soddisfacente e completa, da ricordare come una "storia" e non come un epica in 342 puntate (e la struttura episodica fa sì che ogni serata di gioco sia un unità autoconclusiva con un inizio e una fina, all'interno della storia principale)
Ora, cosa intendiamo quando diciamo di "far conoscere i gdr", di "farli uscire dall'ombra", di "aumentarne la diffusione"? Beh, troppo spesso, anche in questo thread, sento parlare di "creare nuove giocatori". Vale a dire "troviamo nuovi adepti alla nostra setta, serve sangue nuovo", e mi metto le mani nei capelli e mi viene voglia di picchiare il monitor.
"trovare nuovi adepti", "trovare nuovi giocatori"... "facciamo entrare altre persone con noi al buio dello scantinato".... in cosa sarebbe utile, visto che alla fine il gdr rimane comunque nello scantinato?
Si è già visto che non funziona. I giocatori, passata la ventata di novità, sono in calo continuo da sempre. Pochi vogliono impegnarsi un settimo della vita in uno scantinato. Preferiscono giocare ai giochi per PC, che giochi quando vuoi. Così ci si estingue e basta, dentro lo scantinato.
L'unica maniera per diffondere veramente i gdr, e farli USCIRE dallo scantinato. Farli diventare giocabili anche da chi non e' disposto a dedicarci un settimo della vita. Anche a chi non e' un super-appassionato.
E questo NON significa far venire gente a Lucca e fargli venire voglia di mettersi l'armatura. Significa invece pubblicare giochi che puoi presentare ai tuoi amici e dire "proviamo? E' per una sola sera", o giochi che puoi giocare al bar, o in un pub. Giochi che non richiedano di studiarsi duecento pagine di tabelle.
Utopia? No, questi giochi esistono già. In gran numero. E man mano ne escono sempre di nuovi che si avvicinano ancora di piu' a questi obiettivi ideali.
Tutto questo, però, dà problemi a chi gioca nello scantinato? Ovviamente no. Nessuno gli impedisce di giocare come prima. Nessuno gli impedisce di giocare ogni settimana (io personalmente ho intenzione di giocare tutte le settimane ancora per un bel po', ma sono un iper-appassionato. E lo farò giocando a giochi sempre diversi, non più per anni allo stesso)
Allora, perchè tutte le reazioni rabbiose, furiose, oltraggiate, ad ogni minimo accenno a questo "uscire dallo scantinato", ma anche pure a qualunque maniera di giocare diversa?
Inspiegabile, se pensiamo ad un gioco. Spiegabilissima, se vediamo le analogie con le sette religiose. Nel momento in cui l'appartenenza ad un gruppo diventa parte della propria identità personale, qualunque "scisma ideologico" viene visto come una minaccia. Da combattere, per dimostrare la propria "fedeltà all'ideale".