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Il "limite di Watchmen" [era Wish-fulfillment]

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Davide Losito - ( Khana ):
No, mi spiace ma non sono d'accordo con gli sviluppi del thread.
La realtà non è necessariamente migliore della fantasia, nemmeno sul piano artistico.
Non sono neanche d'accordo con la visione di Triex... Watchman parla di uomini in calzamaglia tanto quanto i Promessi Sposi parla di due popolani milanesi con difficoltà nuziali.
Esistono diversi livelli di lettura di un'opera. La capacità dell'autore sta nel saper attivare questa ricerca di profondità da parte del fruitore.
Se ci si ferma al primo livello, anche la Bibbia è abbastanza ridicola.

Watchman affronta i temi delle crisi esistenziali, della perdita degli ideali e del dimenticarsi di quando si era giovani e "liberi" perché non c'erano pensieri.
Il fatto che lo faccia con dei super-eroi è il lato "artistico", la capacità di Alan Moore di parlare di cose serie attraverso uno strumento che di norma parla di vendicatori mascherati duri e puri e col **** grosso.

Poi come sempre, è questione di gusti.
A me piace Ivanhoe, che di fatto da molti viene considerato il primo romanzo fantasy della storia e appartiene alla "letteratura per ragazzi", ma poi andando a scavare e a studiare anche la vita e il pensiero di Walter Scott si capisce che il romanzo parla dell'identità culturale, del sentimento di appartenenza ad un popolo, della lotta contro l'oppressione di un invasore e del ritenere questi, valori per cui valga la pena morire.
Eppure nel romanzo ci si trovano Robin Hood e altre figure.

Di contro, Dickens mi ha sempre tremendamente annoiato. Ma io personalmente non ho un grande senso della famiglia, quindi gli scritti di Dickens non sono in grado di smuovere molto. Per me quei temi non sono importanti.

Lo stesso discorso lo si può trasferire sui giochi.
Ci sono giochi per i quali mi colpiscono le tematiche, tipo NCaS, Ravendeath, Solipsist, Polaris o Cold City (giusto per non parlare sempre dei miei), e altri per i quali non mi si smuove nulla.

Mauro:
Credo ci sia un equivoco di fondo: nessuno dice che il fantasy non possa essere toccante ed emoziante; il punto è piuttosto che il sovrannaturale fa da valvola di sfogo: se muore un figlio e posso riportarlo in vita, il dramma è molto ridotto.
Il discorso credo sia questo: un'opera fantasy toccante, trasportata in un contesto piú vicino a noi sarebbe piú toccante? Se invece di leggere della distruzione di una città inesistente leggo della distruzione che ho vissuto sulla mia pelle (direttamente, perché ci è morto qualcuno che conosco, ecc.), è piú toccante?
Vedi l'esempio di robur:
--- Citazione ---[cite]Autore: robur[/cite]Leggiamo in una storia che l'esercito del bene stermina un villaggio di innocenti, magari per sbaglio, o magari perchè era necessario. Ci può dare fastidio, ma se si tratta di goblin probabilmente ci lascia indifferenti. Poi leggiamo della strage di Falluja e ne vediamo le immagini, magari anche sotto forma di fiction come potrebbe essere un fumetto di Joe Sacco e ne rimaniamo sconvolti
--- Termina citazione ---



--- Citazione ---[cite]Autore: Klaus[/cite]non riesco a concepirla come un sostantivo maschile
--- Termina citazione ---

Credo derivi da "il [genere] fantasy" e da "il fantastico".


--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Poi come sempre, è questione di gusti.
A me piace Ivanhoe, che di fatto da molti viene considerato il primo romanzo fantasy della storia e appartiene alla "letteratura per ragazzi", ma poi andando a scavare e a studiare anche la vita e il pensiero di Walter Scott si capisce che il romanzo parla dell'identità culturale, del sentimento di appartenenza ad un popolo, della lotta contro l'oppressione di un invasore e del ritenere questi, valori per cui valga la pena morire.
Eppure nel romanzo ci si trovano Robin Hood e altre figure
--- Termina citazione ---

Che io sappia Ivanhoe è considerato il primo esempio di genere storico... quanto ha di fantasy? Attenzione a non confondere una storia inventata con una storia fantasy: in Ivanhoe quanto sovrannaturale appare? Quante creature fatate? Quanta magia (nota: "magia", non "qualcosa considerato dai personaggi come magia": che Tizio sia accusato di stregoneria non lo rende uno stregone)?
Il fatto che ci sia un personaggio inventato, come può essere Robin Hood, non significa che sia una storia fantasy, né che ci sia sovrannaturale.

Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: 3evil[/cite]Dico che le tematiche tipiche del fantasy: Draghi, Demoni, Super Magie e viaggi nel tempo non ti saranno mai vicine e famigliari.
--- Termina citazione ---

Queste non sono le "tematiche" del fantasy. Questi sono "oggetti di scena".
La tematica del fantasy è la scelta tra bene e male, contrapposta ai sacrifici che la presa di posizione necessita e di norma ad una super-lunghissima quest per trovare un oggetto o una persona che aiuterà il protagonista a risolvere tutto, ma per risolvere la quale l'eroe "perderà" qualcosa (amici, identità, regno, amori, vita o anche la ragione).

Per la cronaca sono le stesse tematiche dell'Orlando Furioso e della Gerusalemme Liberata. E di Ivanhoe...
Il "fantasy" (e non il fantasy italiano della Troisi) è una deriva dell'epica e del romanzo storico, nel quale vengono inseriti elementi fantastici e super-terreni per rifarsi a mitologie del passato.
Dato che il genere è nato in contesto anglosassone, si è canonizzato l'uso della mitologia nordica e norreana perché gli autori degli inizi hanno preferito attingere dalla "loro" tradizione, piuttosto che da quella classica omerica.

Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]Che io sappiaIvanhoeè considerato il primo esempio di genere storico... quanto ha di fantasy?
--- Termina citazione ---

Fantasy ante-litteram...

Marco Amicone:

--- Citazione ---[cite]Autore: 3evil[/cite][p]Dico che le tematiche tipiche del fantasy: Draghi, Demoni, Super Magie e viaggi nel tempo non ti saranno mai vicine e famigliari.
Ad un personaggi fantasy ti senti vicino, solo quando affronta drammi reali, che potresti vedere nella vita di tutti i giorni, quando deve fare scelte vere.[/p][p]Sacrificare la tua vita per il multiuniverso è banalità, non eroismo. Un normale ragazzo di 17 anni che supera il dolore della perdita dei genitori per aiutare i nonni malati è eroismo. Scegliere sacrificare la tua cariera per stare vicino a chi vuoi bene è eroismo.[/p][p][/p]
--- Termina citazione ---


Boh! Dipende... Prima di tutto perché il genere fantastico è fin troppo ampio per essere generalizzato in quel modo, non tutto il fantasy è high fantasy (e non tutto il fantasy è D&D)!

Poi eroismo... Dipende anche quello! Sono momenti eroici quelli che dici tu di sicuro, ma sacrificare la propria vita per l'umanità può essere un momento pregno ed emozionante, dipende da come viene trattato (mi viene in mente Gurren Lagann, ad esempio, che è tutto meno che serio, ma ha i suoi momenti).

Ovvio, se passo nella stessa situazione di un personaggio lo sento più vicino (ed è difficile mi trovi nella situazione di dover sacrificare la mia vita per l'universo), ma non credo che situazioni in cui mi sono ritrovato siano migliori, sono solo diverse.
Vivere eventi "impossibili" anche per interposta persona è importante, perché mi da modo di riflettere e giudicare qualcosa che probabilmente non avrei potuto sperimentare altrimenti.
Le tragedie greche le facevano anche per questo motivo, in fondo!

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