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Il "limite di Watchmen" [era Wish-fulfillment]

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Trevor Devalle:

--- Citazione ---[cite]Autore: MikeT[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: 3evil[/cite][p]Appunto, un contesto fantasy "tocca", ma spesso e volentieri non approfondisce.[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Ma questo è un problema di chi il fantasy lo fa, non di chi lo vive...[/p][p]-MikeT[/p]
--- Termina citazione ---

Nel momento che con un incantesimo posso cambiare quello che ho fatto, posso far rinascere gli amici che "hanno preso un altra strada", posso far innamorare chi voglio di me, ecco che va a farsi benedire il contatto con la realtà e nasce il sense of wonderful.

Il che non è un male capiamoci, è solo qualcosa di diverso.

Edit:

--- Citazione ---[cite]Autore: Mark[/cite]Cioè demoni terrificanti e draghi ma allo stesso tempo sapere se il tipo riuscirà a dichiararsi alla ragazza o a salvare l'amico? Perché no? (anzi diciamo è quasi sempre così, visto che aiuta ad empatizzare con i protagonisti e a sentirli più vicini, a prescindere dal genere)
--- Termina citazione ---

Certo che posso convivere, forse non sono stato chiaro nel mio post
Ho detto che le scene dove ci saranno draghi e demoni, ti divertiranno, ma non susciteranno mai la tua empatia, non potrai mai sentirti vicino a situazioni del genere.
Alla fine della grande strage, non te ne fregerà nulla, sarà mero colore, quello di cui t'importerà saranno le piccole e umane vicende dei protagonisti.

Francesco Berni:
una risosta per te trevor, la mia vita col padrone in ambientazione classica, gotica e fatasy

Matteo Suppo:

--- Citazione ---[cite]Autore: Fra[/cite][p]una risosta per te trevor, la mia vita col padrone in ambientazione classica, gotica e[span style=text-decoration:underline;]fatasy[/span][/p]
--- Termina citazione ---


Tenevi l'anti-typo nel pizzetto?

Trevor Devalle:

--- Citazione ---[cite]Autore: Fra[/cite][p]una risosta per te trevor, la mia vita col padrone in ambientazione classica, gotica e fantasy[/p]
--- Termina citazione ---

Mi provo a rispiegare.
Evidentemente ho scritto davvero male.

Quello che volevo dire, NON è che nel fantasy non ci possano essere scene che suscitano la tua empatia.
Dico che le tematiche tipiche del fantasy: Draghi, Demoni, Super Magie e viaggi nel tempo non ti saranno mai vicine e famigliari.
Ad un personaggi fantasy ti senti vicino solo quando affronta drammi reali, che potresti vedere nella vita di tutti i giorni.

Sacrificare la tua vita per il multiuniverso è banalità, non eroismo. Un normale ragazzo di 17 anni che supera il dolore della perdita dei genitori per aiutare i nonni malati è eroismo. Scegliere sacrificare la tua cariera per stare vicino a chi vuoi bene è eroismo.

Poi, oh, tutto in my opinion.

Ernesto Pavan:
Vorrei segnalare un fatto inerente la fantasy (perdonatemi, ma non riesco a concepirla come un sostantivo maschile ^_^): il suo vero tratto saliente consiste nella possibilità di inserire elementi altamente simbolici come "oggetti" concreti all'interno di una trama. L'esempio per eccellenza è Earthsea (seguono due megaspolierissimi):

L'ombra evocata da Ged nel primo romanzo è Ged. Lui se ne accorge solo dopo esserle fuggito per molto, molto tempo e averla inseguita per altrettanto. Solo chiamandola col proprio nome e riassorbendola (perché non veniva affatto dall'aldilà) riesce a salvarsi. Il significato è: "non esiste l'Inferno, il male è dentro di noi: siamo responsabili per le nostre azioni."
Nel terzo romanzo, dopo che il "cattivo" è morto, Ged e il giovane principe sono bloccati nel regno della mote. Ged ha perso i propri poteri e non può riportarli indietro. Il ragazzo si carica il vecchio mago sulle spalle e, assieme a lui, cammina verso le montagne del Dolore, le oltrepassa e ritorna nel mondo della vita. Il significato è: "nella vita, non importa a che punto sei, puoi solo andare avanti."

Cos'hanno di particolare questi elementi? Che sono fatti della fiction. L'ombra non è una metafora o un simbolo, è qualcosa di vero e reale che sfregia il giovane mago per tutta la vita. Le montagne del Dolore non sono un simbolo, ma sono realmente difficili da oltrepassare. La concretezza delle immagini rende più forte il messaggio: anche noi possiamo riconoscere l'ombra, anche noi dobbiamo oltrepassare le montagne del Dolore. In questi casi, la fantasy non è un modo di raccontare "safe", ma un modo di raccontare forte, diretto, che rimane impresso. E sottolineo in questi casi, non quando si tratta di robaccia come i romanzi di Drizzt o chissà che cosa, dove la trama è banale, la morale bigotta e tutto quanto è solo una scusa per mostrare l'equivalente scritto di una coreografia da film-tv italiano ambientato nel passato (avevo scritto "da wuxiapian", poi mi sono reso conto dell'orrenda boiata e ho cancellato); oppure di orrori pieni di sesso lesbico e teste che volano, dove il fantastico è lì solo per inserire il libro in una di quelle collane fantasy che vendono tanto.
Detto questo, certamente la fantasy non ha lo stesso tipo di forza emotiva della fiction "unsafe" realistica. Non è il suo settore.

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