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[INC'10] Annalise, domenica (2 slot)
Moreno Roncucci:
--- Citazione ---[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite]Come limite di Claim a scena alla fine? 2 o 3?
--- Termina citazione ---
2. E c'è un ordine preciso, non si va a chi posta prima.
1) Scena di Marco, i 2 claim li prendono in ordine Hayden, Meme e Moreno.
2) Scena di Hayden, i 2 claim li prendono in ordine Meme, Moreno e Marco.
3) Scena di Meme, i 2 claim li prendono in ordine Moreno, Marco e Hayden
4) Scena di Moreno, i 2 claim li prendono in ordine Marco, Hayden e Meme.
5) assegnazione degli altri valori in scheda.
6) creazione dei segreti (che non vanno postati, portate i fogli alla INC)
Sono almeno 20 post (5 passi con 4 post ciascuno), e i primi 16 devono essere scaglionati e in ordine. Abbiamo solo una quindicina di giorni utili prima della INC, quindi l'ordine precedente è solo indicativo, se uno di noi non dichiara i suoi Claim entro 24 ore dal precedente, chi viene dopo può postare i suoi (tanto sceglierli per primo non è poi tutto stò vantaggio, ci sono sempre claim a sufficienza per tutti). Per lo stesso motivo direi di non attendere la fine del giro di Claim prima di postare il personaggio successivo.
Emanuele Borio:
Ottimo. Bravo Moreno che regolarizzi tutto nel migliore dei modi ^^
E comunque:
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]non è poi tutto stò vantaggio, ci sono sempre claim a sufficienza per tutti)
--- Termina citazione ---
Già XD
Però i valori non dovremmo assegnarli in base al segreto che ci arriva?
Cioè, in base al segreto che ho mi piacerebbe poter decidere cosa gonfiare di più o di meno, e sono cose che possiamo fare a INC, tanto sono 13 da dividere XD
Ottima idea quella di non aspettare la fine del giro di Claim per il personaggio successivo, tanto basta reclamare le cose nel P.S.: dei messaggi dopo ^^
P.S.: il materiale lo porti tu? Monete, ecc...?
Perchè ho cambiato 5 euro in monete da un centesimo e quindi ne ho, poi ho avanzato tipo una 40ina di foglietti per i Claim dalle ultime partite.
P.P.S.: Posto entro domani un ulteriore riassuntino di come potrebbe essere strutturato un accampamento celtico nelle foreste per presidiare una zona, e chi o cosa è più facile trovarci, così è più facile per tutti pensare al personaggio, e per fugare gli ultimi dubbi sul setting.
Moreno Roncucci:
--- Citazione ---[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite]Però i valori non dovremmo assegnarli in base al segreto che ci arriva?
--- Termina citazione ---
Giusto, ho scambiato fra loro due fasi. La fase 5 si fa alla INC, a segreto noto. Quindi via forum si fa questo:
1) Scena di Marco, i 2 claim li prendono in ordine Hayden, Meme e Moreno.
2) Scena di Hayden, i 2 claim li prendono in ordine Meme, Moreno e Marco.
3) Scena di Meme, i 2 claim li prendono in ordine Moreno, Marco e Hayden
4) Scena di Moreno, i 2 claim li prendono in ordine Marco, Hayden e Meme.
5) creazione dei segreti (che non vanno postati, portate i fogli alla INC)
--- Citazione ---[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite]P.S.: il materiale lo porti tu? Monete, ecc...?
Perchè ho cambiato 5 euro in monete da un centesimo e quindi ne ho, poi ho avanzato tipo una 40ina di foglietti per i Claim dalle ultime partite.
--- Termina citazione ---
Vedo se riesco a farmi prestare da Michele e Claudia le famose gemmine rosse, altrimenti portati il sacchetto con le 500 monetine che in caso d'emergenza andranno benissimo. I fogli per i claim dovrei averli ma per sicurezza portali...
--- Citazione ---[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite]P.P.S.: Posto entro domani un ulteriore riassuntino di come potrebbe essere strutturato un accampamento celtico nelle foreste per presidiare una zona, e chi o cosa è più facile trovarci, così è più facile per tutti pensare al personaggio, e per fugare gli ultimi dubbi sul setting.
--- Termina citazione ---
OK.
Emanuele Borio:
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]
--- Citazione ---[p][/p]
--- Termina citazione ---
[p]Vedo se riesco a farmi prestare da Michele e Claudia le famose gemmine rosse, altrimenti portati il sacchetto con le 500 monetine che in caso d'emergenza andranno benissimo. I fogli per i claim dovrei averli ma per sicurezza portali...[/p]
--- Termina citazione ---
Bene. Porto il tutto.
Magari stampo anche il Topic delle errata e chiarimenti e lo plastifico, oltre a impararlo a memoria come un salmo XDDDDD
Intanto, vado a descrivere come poteva essere un accampamento Celtico.
ACCAMPAMENTO A NORD DEL VALLO
Un accampamento Celtico, che di solito veniva usato per tenere d'occhio una zona di frontiera e proteggerne i confini, era largamente utilizzato nell'epoca delle conquiste romane. La sua struttura era piuttosto semplice. L'intero esercito celtico(quindi fondamentalmente tutti i guerrieri addestrati del clan, uomini o donne che fossero) marciava fino all'ultima zona considerabile appartenente alla giurisdizione del Clan, dopo di che si accampava.
Un accampamento celtico è molto semplice nella sua struttra e uno dei più veloci a poter essere montato e smontato. In pratica tutti i membri dell'esercito portavano con se un giaciglio fatto di foglie intessute in una tela, ricoperto di grasso e altri componenti per renderlo impermeabile, una specie di antico sacco a pelo, ma era molto di più. Veniva usato come sacco, zaino, sacco a pelo e all'occorrenza anche come tenda(bastava appendere le estremità a due alberi e picchettare il resto con dei rametti) poichè erano di solito davvero grandi e estremamente elastici.
Quindi un accampamento celtico, da buoni nomadi quali erano, era in continuo movimento, e si posava al tramonto nella prima zona riparata, dove i soldati si scaglionavano con i loro giacigli e si preparavano per la notte.
Solitamente un avamposto di questo tipo, stanziava nelle foreste, dove il popolo era più a suo agio, conoscendone la geografia e sfruttandone il riparo, era possibile compiere rapide sortite e saccheggi, per poi tornare al sicuro nei boschi.
CHI POSSIAMO TROVARE
Contrariamente a quanto si pensa, la professione del soldato e quella del guerriero non erano caratterizzate da una leva di milizia, come quelle di altre culture, bensì erano propriamente mestieri a se stanti. Perciò dimentichiamoci l'idea del macellaio o del fornaio che partono per la guerra. Tra i Celti, quelli che decidevano di proteggere il proprio popolo venivano addestrati SOLO nell'arte della guerra, della ricognizione, e cosa più importante, nella caccia. Perciò, tutti i cacciatori erano guerrieri, e tutti i guerrieri erano cacciatori. Molto semplice, in effetti.
Perciò in un accampamento di questo tipo, oltre a soldati(uomini e donne, ricordiamolo), potevamo trovare soltanto capiclan, i quali davano gli ordini e organizzavano le truppe e, se la loro età glielo consentiva, combattevano con i propri soldati. Troveremo inoltre, quasi di sicuro, almeno un circolo di druidi, che oltre che ottimi strateghi e figure di potere, erano ottimi guaritori. Era considerato un enorme malaugurio andare in guerra senza i druidi o le sacerdotesse.
I SOLDATI
Che tipi di soldati viaggiavano per questa peculiare tattica di guerra? E in che proporzione?
Possiamo identificare differenti reparti dell'esercito che potevano prendere parte alla protezione dei confini:
-Soldati semplici: armati di falcetti, coltelli, mazze e archi corti, erano la fanteria leggera celtica poer eccellenza. Erano numerosi, schermidori organizzati e addestrati. Tuttavia erano decisamente scoperti dal punto di vista delle armature, in quanto solo i più ricchi e di buona famiglia potevano permettersi una cotta di maglia(dimeticatevi le maglie medievali, queste erano decisamente peggio), e quindi puntavano sulla sorpresa e sull'agilità.
-Arcieri: Gli arcieri, nonostante fossero una specialità dei Celti, raramente scendevano in battaglia in campo aperto, poichè i loro corti ma pesanti archi erano più adatti alle imboscate, perciò stavano nelle retrovie, alcuni arrampicati sui rami più grandi degli alberi, per fornire fuoco di copertura e consentire la ritirata dei soldati dopo il proverbiale "Mordi e Fuggi".
-Druidi: La maggior parte dei druidi giovani e forti scendeva in guerra insieme ai soldati. La fanteria leggera druidica viaggiava armata di falci, e, per i più ricchi e nobili, addirittura una spada. Le sacerdotesse, invece, andavano armate di sciabole corte, coltelli e archi.
-Cavalieri: Quasi impossibili da trovare in questo tipo di strategie. I cavalli erano decisamente rari in britannia, e nonostante la cavalleria celtica non fosse del tutto in disuso, e anzi era famosa per la abilità nel cavalcare a pelo, nelle avanguardie di ricognizione era quasi impossibile vedere un combattente a cavallo, eccezzion fatta per Re e alcuni Capi-Clan(solo quelli più ricchi).
-Come dimenticare la fanteria pesante dei Celti? Questi druidi, addestrati fin da bambini al combattimento, scendevano in battaglia con falcetti, coltelli, asce, e i loro mortali archi da guerra pesanti. Erano inoltre soliti vestirsi di pellicce foderate di animali e vestire elmi caratteristici.
Come erano vestiti? I Celti, che erano una popolazione indoeuropea, in combattimento andavano vestiti di pellicce, alcuni abiti leggeri e null'altro. Solevano tatuarsi e dipingersi per aumentare la ferocia della propria apparizione e per mimetizzarsi nella foresta. Le armi più comuni erano le cosiddette armi povere, ovvero falcetti, coltellacci, archi leggeri, fionde e asce.
I più ricchi e fortunati possedevano una spada, una falce, un arco pesante e in alcuni rari casi un elmo.
TATTICHE DI GUERRIGLIA
Osservare, studiare, attaccare a sorpresa, saccheggiare, ritirarsi, aspettare.
La maggior parte degli scontri avveniva in questo modo. I soldati semplici attaccavano velocemente, cercando di uccidere, ferire e rubare quanto più possibile, per poi fuggire nei boschi, dove gli arcieri erano a attendere che il nemico cadesse in trappola inseguendo i soldati.
Battaglie campali. Quasi inesistenti. Tuttavia tra i Celti capitava di dover sostenere una battaglia degna di questo nome. In questo caso i ranghi di arcieri facevano fuoco su tutti i nemici, dopo di che i Druidi scelti caricavano i nemici frontalmente quasi in un atto suicida, mentre i Capi-Clan o in alcuni casi addirittura il Re guidava i soldati all'attacco. Questo secondo tipo di battaglia però, storicamente ha portato a quasi solo sconfitte per i Celti, poichè i Romani, con le loro falangi e i loro cavalieri, erano pressochè imbattibili in campo aperto. Tuttavia, per prendere tempo e permettere così l'evacuazione dei villaggi, poteva accadere che un contingente poco numeroso tentasse un'azione disperata di questo tipo.
FINE
ENJOY
Marco Costantini:
Ok, allora apro le danze.
Dovete perdonarmi: non so se ho scritto troppo o troppo poco, ma dovendo fare da solo, senza feedback, non ero sicuro di aver fornito materiale per claim a tutti.
Sono sicuro che mi perdonerete :)
Il mio personaggio sarà Cullen, un ragazzo (ma credo già uomo nella cultura di quel periodo) sulla sedicina d'anni, tremendamente grosso per uno della sua età. E' il figlio primogenito di un capo Clan temuto e rispettato per la sua forza, la sua audacia e la sua risolutezza. Nascondendosi -anche inconsciamente- dietro alla figura di questo padre così autoritario e ben voluto, Cullen ha potuto occuparsi poco delle questioni della "famiglia" per dedicarsi a cose a lui più congeniali: è infatti un ragazzo semplice, con pochi desideri di gloria, che ama più di tutto dedicarsi alla caccia, agli animali e alla vita "nomade" nei boschi.
La Vulnerabilità la dichiaro subito così sappiamo subito dove dirigerci durante la scena.
Vulnerabilità: sono vulnerabile perchè il Clan mi vede come il degno erede di mio padre, forte ed impetuoso, quando invece odio la violenza.
Scena
Location: un piccolo forte romano poco oltre il vallo, che i celti hanno scelto di attaccare, avendo saputo che gli invasori intendono marciare con intenzioni piuttosto serie di lì a poco.
Immaginate che l’inquadratura sia in soggettiva. E’ notte, ma un’enorme luna piena irradia la sua luce argentata sulla scena; e c’è altro che fa luce. Sono fuochi. La camera segue lo sguardo di questa persona: si volta velocemente da una parte e dell’altra, evidentemente spaventata, preoccupata.
Questa persona comincia a muoversi, correndo, cercando di acquattarsi: è evidente che cerca di sfuggire da qualcosa o da qualcuno.
In “primo piano” si sente il suo respiro, affannoso, pesante. Ma in sottofondo quello che si sente sono rumori di battaglia, grida, urla, qualcosa che si infrange.
Immaginate che la camera inquadri, seguendo lo sguardo di questa persona, alcune strutture, baracche di legno e poco più. Mentre scappa si vedono due uomini armati di falce, due celti, prendere d’assalto un soldato romano: uno gli arriva da dietro e, con la falce, lo sgozza. Dalla visuale di questa persona si vede che impugna un’ascia –nulla di elaborato: solo un’ascia un po’ più grande di quelle che si usano per spaccare la legna.
Intorno è ancora confusione, battaglia.
Cullen sta cercando un posto dove nascondersi. Le urla straziate di chi sta morendo sembrano laceragli i timpani e non solo. Per ogni morto ammazzato che vede sente come una lama affondargli nelle viscere.
Sa che non vuole fare nulla del genere; lo trova odioso, sbagliato, inutile. Nessuno dovrebbe morire: non così, almeno. Allora cerca riparo dalla battaglia: si è già allontanato molto e ormai è praticamente a ridosso della palizzata che difendeva il castrum romano. Spera di potersi nascondere nello spazio che separa una delle baracche dalla palizzata. E così, quando penetra nel “viottolo” è assolutamente colto alla sprovvista.
Si ritrova a pochi passi da un romano e da una donna…una celta. Cullen è paralizzato dal terrore.
Il soldato sfodera una spada corta e tozza e si mette davanti alla donna, come a proteggerla.
La donna stringe al petto un fagottino: è suo figlio.
Il soldato fissa Cullen. E’ determinato, ma Cullen gli legge anche paura negli occhi; paura e tristezza.
La donna singhiozza disperata: “Ti prego, lasciaci vivere. Ti giuro che ce ne andremo da qui, che non diremo niente. Ce ne staremo per conto nostro. Ti prego!”
Il bambino intanto piange e i rumori della battaglia sembrano avvicinarsi.
Il soldato romano alza la spada verso Cullen.
La donna gli mette una mano sul braccio e guardando Cullen dice disperata “Ti prego, io amo quest’uomo. Lasciaci vivere”. Mentre la donna parla l’uomo si volta per un istante a guardarla, con gli occhi pieni di lacrime.
Allora Cullen si avvicina a loro.
Il soldato alza la daga.
“Vi aiuterò, ma dovete fare in fretta!”. La donna sembra incredula, ma il ragazzo guadagna la sua fiducia gettando l’ascia dietro di se. Il soldato lo punta ancora con la spada, ma la donna, parlandogli nella sua lingua, evidentemente lo convince. Insieme spingono prima la donna oltre la palizzata e poi calano giù il neonato.
Resta solo il romano e Cullen è pronto, con tutta la sua prestanza fisica, ad aiutarlo a scavalcare.
I rumori della battaglia sembrano ancora più vicini ed il ragazzo vuole sbrigarsi, terrorizzato non solo dal fatto che la sua gente possa trovarlo lì, intento ad aiutare un nemico, ma dal pensiero di quello che potrebbero fare al romano.
Ed è proprio in questo clima di ansia che due occhi gialli, animaleschi, si accendono alle spalle del soldato. Se ne accorge solo Cullen.
Un lupo grigio avanza verso di loro, a passo sicuro, assolutamente non intimorito dalla confusione della battaglia. I due si fissano in un istante che sembra interminabile e nell’instante stesso in cui la bestia comincia ad accelerare il passo verso di loro, Cullen spinge l’uomo dietro di se. Cullen ha solo il tempo di girarsi per vedere il lupo balzare verso di lui, scavalcandolo ed atterrando poco distante dal soldato, che sta cercando di rialzarsi sui gomiti ancora intontito dalla spinta di Cullen, quando l’animale gli si avventa contro, puntando direttamente alla gola.
Cullen sa che può fare molto poco: preso dalla disperazione si volta in cerca dell’ascia che ha abbandonato, la brandisce e si rivolge subito verso i due. Il lupo ha agguantato il collo scoperto del soldato. “E’ strano” pensa il giovane cacciatore, che ha già avuto brutte esperienze coi lupi “non emette nemmeno un suono; non ringhia; non ha paura di tutto questo rumore”. Ma questo pensiero è un istante. Alza l’arma sopra la testa e la cala sull’animale, ma questo fa appena in tempo a scartare e resta ferito solo di striscio sulla schiena.
Gli occhi di Cullen sono fissi sulla gola squarciata dell’uomo, che gorgoglia e zampilla sangue scuro e denso, mentre muove le lebbra come cercando di mordere l’aria.
La voce della donna si sente appena oltre la palizzata: sta chiamando il soldato, preoccupata.
Cullen, ancora sconvolto, fissa gli occhi gialli del lupo, convinto di essere la prossima vittima. E in un soffio, rapito dal chiarore di quegli occhi ha la certezza di sentire una voce nella sua testa. Gli sembra la voce cupa e severa del padre, ma è diversa…non potrebbe dire che sia veramente la stessa.
“E’ questo il tuo dovere” gli dice secco.
Il lupo resta a fissarlo ancora per un attimo, poi si volta e se ne va.
Nello stesso momento dietro di lui si sentono delle voci, voci che Cullen riconosce. Sono i suoi. Non si volta nemmeno. Quelli si avvicinano, uno gli cinge le spalle con un braccio, stringendo vigorosamente.
“Bravo cugino! Non sei stato con le mani in mano vedo!”.
Un altro nel frattempo si è avvicinato al corpo del soldato e lo sta muovendo con la punta di uno stivale.
“Bella mossa quella di controllare che nessuno di questi maiali potesse scappare per avvertire gli altri! Non sei solo grosso e forte, allora; c’è anche un po’ di saggezza in te. Sei proprio il degno figlio di tuo padre”.
Gli altri ridono di gusto, soddisfatti per la vittoria, ma nessuno si accorge del fatto che Cullen, privo di qualsiasi sorriso, tenga l’ascia inerte contro il fianco e che una lacrima gli stia solcando una guancia.
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