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Battezzare i personaggi

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Fabio Succi Cimentini:
Interessante, soprattutto la conclusione che la svogliatezza sul nome denoti poco attaccamento e quindi poca voglia di mettersi in gioco (poi vabbè, quest'ultima direi che va sulle giocate dove si cerca l'unsafe). Più la svogliatezza che non il tempo, che può dipendere anche dai metodi delle singole persone: a me per esempio piace trovare un equilibrio tra la sonorità e il significato, per questo faccio largo uso di Behind the Name e m'è capitato di trovare il nome giusto non al primo colpo, altre volte invece di averlo quasi sulla punta della lingua.

Però mi piacerebbe approfondire questi momenti di Actual Play di apatia e indifferenza.

EDIT: Mi divoro intanto i link di Max - Onomastikon messo giàò nei segnalibri - e gli occhi mi sbrilluccicano a vedere Biasola Files, da interessato a UA me lo leggerò con molta gola *_*

Massimo Baldan:
In tutta sincerità molte volte il nome mi viene in mente con l'idea del personaggio.

Il mio primo PG fu un guerriero di D&D della mitica edizione della scatola rossa, si chiamava Zoul, in celebrazione al film del momento, Ghost Busters.

Poi con gli anni i nomi sono stati molteplici, a volte è successo che prima veniva l'idea, e poi il nome, ma raramente ho giocato pg "anonimi".

Attualmente poi in base all'idea del personaggio che ho tendo ad utilizzare alcuni nomi standard, ma in realtà quando immagino un Personaggio, immagino anche un nome, e nel peggior dei casi se non me ne viene in mente uno mi guardo attorno, gli oggetti di una stanza più di una volta mi hanno salvato...

In ogni caso spesso la mancanza di nome deriva dalla mancanza di epicità, ovvero si tende a voler un nome unico e rappresentativo del proprio personaggio, e spesso e volentieri non ne viene in mente uno idoneo.

Tempo addietro imparai, come Master, che prima di cominciare serviva un nome, si perdeva una seduta solo per le schede, ma tutti i PG dovevano avere un nome, poi se non piaceva la seduta sucessiva lo si poteva cambiare, ma fondamentalmente prima di cominciare a giocare il nome doveva esserci, e spesso per trovarlo si discuteva molto assieme, cosa che sinceramente per me cementa ulteriormente il gruppo.

Mauro:

--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]Ieri Rafu mi raccontava di come, giocando a Trollbabe, un catalogo Ikea trovato per caso si sia rivelato uno strumento prezioso per nominare i PNG vichinghi. Se ti serve un nome africano l'elenco telefonico di Milano dovrebbe essere una miniera. Se ti serve un nome fantasy prendi da tutto quello che vuoi, e da lì parti (di solito le marche di elettrodomestici sono preziose)
--- Termina citazione ---

C'è anche da dire che non sempre ci sono strumenti simili (all'arCONate, per dire, c'era un elenco telefonico in cui cercare nomi africani?); comunque, in generale non sto dicendo che il non saper dare nome indica poco interesse nel personaggio (anche se sotto certi aspetti forse lo indica di piú l'opposto: il dare un nome a caso, fregandosene di quale sia). Semplicemente, non sono sicuro che ci sia un legame cosí forte come mi pare di capire tu sostenga.
Poi, certo: si può andare sulle marche degli elettrodomestici e simili; personalmente però è una strada che, le poche volte che l'ho vista applicata, non mi ha di solito convinto piú di tanto (mi viene in mente la sola eccezione di "Grobut" per un Nano, che altro non è se non "tuborg" al contrario; "Arib" - "bir[r]a" al contrario - già mi convince meno). Non sto dicendo non sia percorribile, "Grobut" stesso indica il contrario; ma non la vedo necessariamente semplice.
Il discorso si complica ulteriormente se ci si mette di mezzo il cognome; ma ci tengo a sottolineare che io sto parlando di difficoltà senza liste: il catalogo dell'Ikea è una lista; Names è una lista; la lista di Polaris è... una lista (no!); e cosí via. Se anche in quelle situazioni non si decide, allora il fenomeno che descrivi può già essere piú probabile; ma se non ci sono liste, lo vedo già meno sicuro.
Io per esempio mi sono trovato in difficoltà quando ho dovuto decidere non solo il nome di una ragazza nordica (finlandese? Non ricordo per certo), ma pure inventare quello dell'arte marziale che praticava; Domon non ha avuto difficoltà a inventarsi il secondo. Questo significa che lui era piú coinvolto di me in un personaggio che nemmeno conosceva?

Niccolò:
no, solo che domon è più figo...

Mauro:
Ma se anche io sono Domon, sei piú figo di te stesso. E meno figo di te stesso contemporaneamente.

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