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"Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi

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Massimo Baldan:
A mio giudizio ritengo che il Role Play venga con il tempo.

Interpretare non è facile, ed ogni gruppo ha un modo proprio di fare.
Ci sono gruppi dove si "recita", altri dove si "interpreta" altri dove si gioca.

L'abilità nel giocare viene con il tempo, si apprende dal resto del gruppo, ed una persona che si trova in un nuovo gruppo, od un gruppo di neo formazione difficilmente farà Role Play in modo adeguato.

Stà al gruppo trovare lo stile, non s'impone, non si obbliga nessuno, si pazienta.

Poi un giorno verrà da se che in una determinata situazione il Role Play prenderà talmente tanto corpo da compiere fisicamente quel salto sul tavolo gridando: "Moradin" mentre si gioca una rissa.

Marco Amicone:
Beh ma quello sicuramente, il punto è molto semplicemente che la "recitazione sentita" è un bell'extra, ma stop...
Probabilmente aiuta a sentirsi più coinvolti se piace a tutti (secondo me, se c'è un giocatore un po' più timido meglio evitare virtuosismi per non farlo sentire emarginato, basta aspettare si sciolga un po'!), ma come cosa da sola non serve ad un bel niente e soprattutto non può compensare tutto il resto!

Quindi prima bisogna pensare al resto, oliare gli ingranaggi e assicurarsi che nel gruppo siano tutti interessati e coinvolti, solo poi puoi pensare ad installare l'aria condizionata!

Niccolò:
Fang "got it right"

ci sono gruppi che trovano il loro equilibrio, e gruppi che si formano proprio per una serie di criteri estetici comuni, come ad esempio l'amore per la recitazione.

quello che va sfatato è la superiorità assoluta di un approccio su di un'altro, o la "giustezza intrinseca" di un approccio. ciascuno gioca come vuole, e quando il gioco e le superstizioni non si mettono in mezzo, arriverà a interagire con gli altri nel modo migliore per tutti.

Niccolò:
edit: con lo split il commento non ha più molto senso :D

Moreno Roncucci:
Cosa vuol dire "interpretare un personaggio?".

Non ho mai trovato una definizione semplice ed univoca che mi soddisfacesse, ma nella specifica attività chiamasta "role-playing" per me si può dire che è un qualcosa composto da due cose: il RISPETTO del personaggio (non considerarlo solo numeri su carta, insomma) e L'ESPRESSIONE del personaggio. Cioè, non basta immaginarsi un bel personaggio nella propria testa. Bisogna anche farlo "vedere" agli altri giocatori, quando lo interpreti.

Come tanti altri, ho creduto anch'io per anni che il "bel role-playing" fosse nell'interpretare il più possibile in character, anche se non sono mai stato un "talebano" che lo imponeva a tutti: però consideravo con un certo compatimento quelli che non ne erano capaci...

Poi, il tempo, l'esperienza con giochi diversi e la lettura di un sacco di osservazioni sull'argomento mi hanno fatto cambiare completamente idea. E ora vedo quella "mania dell'interpretazione in prima persona" come, nel caso migliore, una toppa sgangherata sopra la mancanza di vera partecipazione, e nel caso peggiore, una forma di dominio sociale da parte di alcuni giocatori su altri ("tutto quello cje dici lo dice il tuo personaggio".

Fact:  non siamo attori. Parlare in character spesso va contro la chiarezza espositiva. Il gioco con giochi dove la chiarezza è più importante dello sfoggio mi ha fatto vedere come spesso dire "mi volto verso di lui, addolorato, e gli dico di stare a suo posto" è molto meglio che non il provare a "recitarlo" (con l'interlocutore che magari capisce che lo dici da arrabbiato, non da addolorato)

Fact: come antidoto al "giocatore che considera il suo personaggio una somma di numeri", il dire "interpreta il personaggio" fa cagare. Non serve a nulla e anzi peggiora le cose. E se considera invece il suo personaggio come tale.. perchè mai dovrebbe dimostrarlo a te? Se non hai chiaro qualcosa chiedi, ma quello che puoi pretendere è una risposta, non un saggio teatrale...

Fact: se il gruppo arriva ad una CA comune, i problemi di "immedesimazione" spariscono. E nessuno, davvero, fa più caso a chi parla in prima persona e chi no. Sono pippe che ti fai quando ti annoi e stai a giudicare come giocano gli altri.

Fact: la partecipazione emotiva batte la recitazione, ogni singola volta, come intensità e sincerità.

Esempio: un viscido e laido NPC mette la mano sul culo della protagonista, in una taverna malfamata dove gli avventurieri sono in incognito.

Giocatrice A: (guarda con disprezzo il GM, in character) "altolà, messere! Mi ha forse scambiata per una comune servetta da taverna? Io sono la Duchessa Von Rotterbach, e nessun uomo può permettersi di mancarmi di rispetto! Se mi porgerà le sue più deferenti scuse, le risparmierò la vita, in caso contrario sarò costretta a sfidarla e assaggerà il filo della mia spada, Ernoth la Tenebrosa: a lei la scelta!"
Giocatrice B (guardando il GM sbalordita) "ha fatto COSA??? MA IO GLI SPACCO IL CULO!!! Gli volo addosso e gli spezzo tutte le ossa, e poi lo faccio volare fuori dalla finestra a pedate!"

Ecco, io preferisco la reazione B, anche se è più anacronistica e meno "recitata". E' più "vera"  :-)

E questa è una cosa generale: più si "recita", meno la giocata e' "vera". C'é' distanza dal personaggio, meno passione nel gioco.

Non voglio quindi discorsi in prima persona? Ovvio che no! Non ho detto che interpretare "bene" è  anche "comunicare bene"? Spesso il discorso diretto, in prima persona, è la maniera più chiara e diretta di comunicare. Spesso dire dritto sul naso "fatti da parte o muori" è meglio (più comunicativo...) del dire "lo minaccio di farlo fuori se non mi fa passare", e poi, quando c'è partecipazione, immedesimazione, etc, il discorso diretto ti scappa fuori, ti viene naturale, non dici "lo prende per il bavero" ma "lo prendO per il bavero". Ma si deve fare in ogni momento di gioco quello che ti viene naturale, spontaneo, divertente. Che può ANCHE essere composto da recitazione. Ma anche no. E andare a cercare più "recitazione" di quanta ti viene naturale per adeguarti ad un idea esterna di "come si gioca bene" è solo una distrazione inutile, se non dannosa.

Recita quanto ti piace e non di più. E' ben altro quello che conta, in un gdr.

Su queste cose c'è un vecchio thread, dedicato all"immedesimazione (immersion) che però è utile anche quando si parla di recitazione:
Beating a Dead Horse?

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