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"Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Fabio Succi Cimentini:
Parto da questa discussione e il confronto che ne è cominciato a uscire: come promesso apro questo thread per soffermarci sul 'caratterizzare' i personaggi specialmente attraverso la recitazione.
Quoto le parti più salienti dei discorsi di Moreno:
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]L'interpretazione (nel senso di "recitazione", immagino) è un falso problema. L'insistenza nel far "recitare" i giocatori, nel gioco "tradizionale", è un mettere il carro davanti i buoi. O meglio, un voler sopperire ad una mancata partecipazione con una partecipazione "finta", "recitata", di facciata.[/p][p]PRIMA ci si appassiona al gioco, ai personaggi, alle vicende, e poi si interpretano senza fatica e senza pensarci. Se qualcuno è timido e non ha voglia di recitare in prima persona, che problema è? Mica è un saggio teatrale. Parlerà in terza persona. L'importante è la partecipazione REALE, quella dentro di lei, non quella FINTA , di facciata. Non spingere per farle fare karaoke o fare saggi teatrali. Anzi, rassicurala sul fatto che non c'è nessun problema e che si può tranquillamente narrare in terza persona.[/p][p]Se non si sente "forzata" e spinta a farlo di forza, l'interpretazione sarà molto più sincera e soddisfacente, quando viene.[/p]
--- Termina citazione ---
--- Citazione ---Faccio un esempio tratto da un altra forma di attività sociale di gruppo: l'orgia.
In una cultura basata sulla frigidità e l'impotenza, nasce una scuola di pensiero secondo cui i "bravi scopatori" sono quelli che gridano più forte "oh come godo", e magari fanno l'espressione più "realistica" mentre lo dicono. Ovviamente la posizione (equivalente del "sistema") non conta, visto che l'orgasmo non è reale.
Se a questa situazione sociale sostituisci un orgia con posizioni che facciano godere tutti fino al raggiungimento dell'orgasmo, è ancora tanto importante essere bravi nel far finta?
Anche lì, se non fai mente locale sulla differenza, quando ti dico "il punto è che devi fare quello che ti piace, non andare in giro a preoccuparti che gli altri facciano le giuste espressioni" ("non sei il GM responsabile del divertimento degli altri") possa sembrare in contrasto con "non stare in un angolo a masturbarti da solo" ("ciascuno è responsabile anche del divertimento degli altri"), e "l'importante è l'orgasmo reale, non quello finto" possa sembrare appunto un invito alla masturbazione (il giocatore che si gioca il personaggio da solo nella sua testa). Notare che questi equivoci nascono dal dimenticarsi ogni volta del concetto di "rapporto sessuale finalizzato all'orgasmo" (la CA). Anche se magari lo si è provato, non è stato ancora "metabolizzato" nelle idee legate alle conseguenze sociali.
--- Termina citazione ---
Premettendo che le metafore mi stanno ancora indigeste, anche se questa devo ammettere che era suggestiva :)
Sono d'accordo che se andiamo a parlare di pretese, della ricerca di una perfezione recitativa anche calata nell'eterno errore "role vs. roll", magari anche del PX all'interpretazione, trattiamo di atteggiamenti che pure per me, oramai, sono sbagliati. Quasi lapalissiano oramai, almeno su questi lidi. Anche perchè forzare "devi interpretare! Parla col vocione!" al giocatore timido o poco convinto o chissà cosa finirà a portare a un risultato più ridicolo e fuori luogo che coinvolgente.
Però non vorrei che per dare contro a fossilizzazioni e luoghi comuni si arrivasse a sminuire l'apporto che per me può offire 'la' recitazione in se: o meglio una recitazione calata nel contesto, nelle finalità, nella CA. Chissenefrega dello sfoggio di bravura, parlo di esprimere quella partecipazione interiore in maniera più vivida, più coinvolgente per tutti. Credo che 'interpretare' in questo senso possa anche significare aggiungere ricchezza al contesto della situazione. Non solo a livelli di enfasi: un modo di parlare peculiare, o una battuta arguta 'per caratterizzazione', direi che possono aggiungere vitalità al gioco stesso. Del resto, tornando in AiPS da cui è partita la discussione, se si parla tanto in termini di elementi da serial come commento sonoro, inquadrature, movimenti di telecamera... perchè non mettere un bell'investimento anche nella resa dei personaggi?
Insomma, vorrei che partecipazione interiore ed esteriore non si escludessero proprio: proprio come ho trovato molto utile a suo tempo discutere sul framing aggressivo e sul non doverlo scindere da un'attenzione al dettaglio, alla costruzione vivida. Ecco, la intendo proprio in questi termini.
Davide Losito - ( Khana ):
Fan Mail.
Bravissimo.
Secondo me questo discorso va a braccetto con quello sulla Fiction e la CA GAM.
Si gioca "nella" Fiction e "per la" Fiction. Altrimenti non è Roleplay.
La recitazione -non- deve sostituire o sopperire a carenze di sistema, ma allo stesso tempo, non ci si deve limitare a invocare regole per giocare.
E' Gioco di Ruolo e i "Roll" si fanno quando il "Role" non risolve i nodi narrativi.
Mauro:
Il punto credo sia che la recitazione non è il Graal spacciato in passato, qualcosa di assoluto, senza il quale non si è Bravi Giocatori, anche ammesso che si stia giocando di ruolo; piú che demonizzarla, credo che il senso dell'intervento fosse toglierle l'aura "divina" che a volte le viene data (anche se io, giocando a On Stage, sono stato criticato perché recitavo...).
Fabio Succi Cimentini:
--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]
Si gioca "nella" Fiction e "per la" Fiction. Altrimenti non è Roleplay.
[/p]
--- Termina citazione ---
Ma infatti; personalmente credo giusto che siano esagerazioni da evitare, sia l'elitarismo della recitazione che un impulso di estrema sintesi ed essenzialità a rischio di aridità. E concordo sul togliere l'aura alla recitazione, Mauro (ossantocielo, mi sembra di essere tornato a studiare Walter Benjamin :°°°D), ma appunto credo che l'importante sia non passare da un estremo all'altro.
Antonio Caciolli:
io ho sentito dire "ma quelli non giocano... parlano solo in terza persona"
secondo me frasi del genere vanno sfatate. ma neanche evitare la parte recitativa. le voci dei pg di Tazio e di Suna io le adoro quando giochiamo
a me personalmente piace fare una commistione di stili tra terza e prima persona e magari usare la terza per spiegare alcune cose e la prima per caratterizzarle
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