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[Era Articoli sulla ludologia] Problemi sull'accreditamento accademico del BM
Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
Risponderò molto volentieri alle tue domande Daniele :-)
Intanto però, vorrei essere sicuro di essermi spiegato bene. Siamo quindi d'accordo su quello che ho definito come il punto 2? Che era poi, il mio iniziale discorso nell'altro thread?
Immagino di si, visto che mi chiedi del punto 3.
Vorrei sottolineare rapidamente una cosa però, non so se è chiara: il mondo accademico italiano non è il punto della discussione (io parlavo in generale, ma ho paura che non si sia capito). E comunque non è così nera come l'ha dipinta Khana (anche se non ci è andato lontano). Sebbene una grossa fetta di pubblicazioni non siano altro che +1 (cioè articoli scritti, o firmati, per aumentare il contatore delle pubblicazioni, che quindi difficilmente fanno ricorso a fonti non strettamente interne alla cerchia accademica... anche perchè, come sa chi è dell'ambiente, ogni pubblicazione che cita la "tua" aumenta il tuo prestigio), chi fa sul serio ricerca (io non conosco l'ambito umanistico così bene, ma non penso sia così "decadente" e conservatore in tutte le università) studia il nuovo e sperimenta anche strade insolite al fine di produrre nuova conoscenza, non un "rimescolone" della vecchia. Poi, vabbè.. parlare di ricerca in italia è un pò come sparare sulla croce rossa lol (visti anche i tagli continui all'università e il poco investimento sulla ricerca in generale). Ma comunque, come ho detto, non parlo della situazione italiana. Ma sarebbe anacronistico (per usare un eufemismo) anche in una situazione come quella italiana in campo umanistico, non prendere in considerazione il gdr forgita e le sue teorie... nemmeno come fenomeno da osservare (non dico che qualcuno debba scrivere... "è così perchè lo dicono su the forge").
Tornando alla domande:
--- Citazione ---[cite]Autore: fenna[/cite]Quello che mi preme sapere è: lo sviluppo della pratica e della successiva teorizzazione è passato dalla produzione di testi in ambito accademico o è stato trattato unicamente su internet fra la "cricca di esperti"?
--- Termina citazione ---
La seconda che hai detto: in sintesi (poi se ti interessa approfondiamo il discorso) l'argomento è stato trattato molto diffusamente in articoli e pubblicazioni di settore (non accademiche), conferenze, internet, ecc... In particolare lo stesso Beck ha pubblicato prima diversi articoli e poi dei libri (vedi bibliografia dopo).
--- Citazione ---[cite]Autore: fenna[/cite]In che maniera sono stati formalizzati i concetti? Cioé preso un dato tipo di programmazione e dati tipi di risultati propri della sperimentazione diretta di Beck si è riusciti a rendere prima metodo e poi teoria i concetti esposti?
--- Termina citazione ---
Il discorso qui è un pò lungo. Prima di tutto, l'extreme programming nasce essenzialmente come critica alle procedure del passato e per adattarsi alle esigenze on demand delle tecnologie moderne: è stato notato (non solo da Beck) che il software è un prodotto in continua evoluzione (per i non addetti ai lavori vorrei sottolineare, che la maggior parte delle produzioni software aziendali sono costituite da progetti e non prodotti; quindi essi evolvono e si trasformano in base alle mutevoli esigenze del cliente). Per far fronte a questo, Beck ha ipotizzato e definito metodi di sviluppo agile (discorso veramente troppo lungo per un solo post), e li ha provati inizialmente col suo team. Ma come accade per tutte le vere "scoperte dell'umanità", molti tipici e noti problemi avevano trovato parziali soluzioni accreditate (come lo sviluppo iterativo incrementale e lo sviluppo guidato dai test.. test driven), e molti contributi sono arrivati anche da altri lidi. Beck ha poi notato come alcune pratiche da sole non funzionassero, ma assieme costituivano una perfetta alchimia. Ad esempio, lo sviluppo a coppie, o il continuo refactoring del codice, potevano aver senso solo se l'intero processo fosse supportato da solidi e costanti test.. tanto che Beck iniziò a teorizzare che fosse necessario PRIMA di scrivere il software, scrivere i test.
Insomma, parliamo di sperimentazione sul campo, continuamente supportata da casi reali e concreti in un processo iterativo di definizione della teoria stessa.
Questo in sintesi. Se vuoi approfondire possiamo parlarne. :-)
Però, per farti capire le similitudini con le teorie forgite, in particolare l'approccio di strutturazione formale dei concetti ti cito direttamente dalla prefazione del libro di Kent Beck scritta da Erich Gamma (un nome estremamente autorevole nel campo dell'informatica e mooolto accreditato.. chi è del settore sà bene di chi parlo): "L'XP descrive un approccio allo sviluppo del software che mette assieme le pratiche utilizzate da molti sviluppatori di successo".
Questa semplice frase, non vi ricorda qualcosa? ;-)
La teoria forgita ha il merito di aver formalizzato e descritto organicamente "le cose" che si facevano già in molti gruppi di gdr.
--- Citazione ---[cite]Autore: fenna[/cite]A che livello di conoscenza era il pubblico che ha partecipato alla costruzione della metodologia - uso un termine improprio e me ne scuso - sviluppata da Beck?
--- Termina citazione ---
Sostanzialmente addetti ai lavori, cioè coloro che usavano quotidianamente tali metodologie ingegneristiche. E qui il parallelo con la teoria forgita è evidente :-)
Sebbene si parli di professionisti (informatici e manager), e non di "semplici" appassionati (come nel caso del gdr, anche se tra loro ci sono anche i professionisti.. i designer), il parallelo è evidente se consideriamo l'attuazione sul campo delle teorie (l'extreme programming viene usata concreatamente e profittevolmente) e il feedback costruttivo
In altre parole coloro che la usano, sono coloro che la testano e ne dichiarano bontà e punti deboli ... ad esempio è stato notato da Beck come l'applicazione di questo processo debba essere completa e totale; se presi separatamente gli elementi costituenti l'extreme programming, non sono in grado di essere efficaci, ed anzi possono risultare dannosi: infatti certi team non adottavano integralmente tutti i punti, preferendone alcuni rispetto ad altri, andando così a rovinare l'intero processo di sviluppo.
--- Citazione ---[cite]Autore: fenna[/cite]Diresti che i due processi, sotto questo aspetto formale sono riconoscibili e riconducibili essenzialmente alla stessa creazione dal basso?
--- Termina citazione ---
Essenzialmene si, con le dovute proporzioni ovviamente.
--- Citazione ---[cite]Autore: fenna[/cite]Mi servirebbe un po' di bibliografia di Kent Beck, perché Wikipedia va benissimo, ma preferisco parlare con gli esperti.
--- Termina citazione ---
Uhm, prima di tutto, se vuoi approfondire il discorso ti consiglio il suo libro "originale": Programmazione Estrema
All'interno del libro, l'ultimo capitolo è dedicato ad una bibliografia commentata, veramente molto ben fatta.
Nello stesso sito (in inglese) ci sono molti testi più aggiornati e raccolte di pubblicazioni sull'XP.
Comunque, Beck è autore di un paio di libri (molto importanti) riguardo allo Smalltalk (dove si trovano molte idee embrionali che poi lo portarono all'elaborazione dell'XP).
Spero di aver risposto se non in modo esauriente almeno in modo soddisfacente alle tue domande Daniele. :-)
Moreno Roncucci:
Le pubblicazioni citabili ci sono. Ma non la teoria. Sono i giochi.
Per citare un esempio recentissimo, è "My Life With Master" che è diventato uno dei testi d'esame per un corso universitario, non certo dei post in un forum. (anche se i post nel forum dicono cose giustissime)
[crosspost: rispondevo a Grifone]
Davide Losito - ( Khana ):
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Per citare un esempio recentissimo, è "My Life With Master" che è diventato uno dei testi d'esame per un corso universitario, non certo dei post in un forum. (anche se i post nel forum dicono cose giustissime)
--- Termina citazione ---
Sì ma in USA. Purtroppo.
In Italia il corpus accademico del GdR è fatto da Beniamino Sidoti e da Luca Giuliano (che ritornano anche nelle pagine linkate da Daniele dove si trovano quegli articoli).
Daniele "fenna" Fenaroli:
Ciao a tutti,
vista la possibilità di reperire la mail di Fabio Paglieri ho mandato una mail per verificare l'eventuale disponibilità per partecipare al dibattito.
Credo che si sia iscritto al forum e che appena possibile interverrà, credo appena avrà confermato l'accesso al sito.
Per ora mi limito a riportare dei chiarimenti che ha avuto la premura di evidenziare rispondendomi, credo contribuiranno alla discussione, appena possibile, tempo permettendo credo che lo stesso Paglieri espliciterà in maniera estesa il suo punto di vista.
--- Citazione ---[cite]Autore: Fabio Paglieri[/cite](1) Non sono un docente universitario, bensì un ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, per la precisione in scienze cognitive. Temo che la cosa mi qualifichi comunque come accademico :-), ma posso garantire che gli atteggiamenti paludati che alcuni in lista attribuiscono all'accademia non mi appartengono (anche se non fatico a riconoscervi molti docenti, purtroppo).
(2) Il testo che state discutendo non è un articolo pubblicato su rivista o libro, bensì una tesina che avevo scritto per un esame durante il mio corso di laurea. Quindi (i) davvero non si fa reato di lesa maestà a criticarla come e quanto pare, e anzi (ii) spero perdonerete i numerosi peccati di gioventù che contiene - ero *davvero* alle prime armi quando la scrivevo!
(3) Il fatto che il sito a cui si fa riferimento nella discussione non sia attivo in effetti testimonia che il Centro Interdipartimentale per la Ricerca sul Gioco, di cui ero stato fondatore, ha chiuso le sue attività nel 2007, dopo una breve ma onorata (e divertente) carriera in quel di Siena.
(4) La principale ragione per cui il CIRG ha chiuso è stata che io ho iniziato a dedicarmi ad altri temi di ricerca diversi dal gioco, pur rimanendo (tempo permettendo) un affezionato giocatore, di ruolo e non.
(5) La ragione per cui nel mio lavoro non cito il Big Model non ha *nulla* a che fare con l'affidabilità o meno della fonte (The Forge), e anzi sono d'accordo con Lord Zero quando afferma che "una qualsiasi ricerca degna di questo nome non può estraniarsi dal resto del mondo e considerare come uniche fonti quelle delle pubblicazioni accademiche". Molto più semplicemente, ignoravo questi (interessanti) materiali, e comunque, come detto sopra, scrivevo con ambizioni molto precise (dare un esame) e vincoli di tempo piuttosto severi - anche perché in quel periodo felice giocavo parecchio di ruolo e non potevo perdere troppo tempo a scrivere articoli! :-)
(6) Fermo restando che tutto il dibattito sull'accademia e sulla qualità della ricerca, per quanto sacrosanto, è un po' fuori bersaglio rispetto alla tesina universitaria di un 20enne, dico la mia giusto a scanso di equivoci: certo che c'è differenza fra una ricerca seria e una bischerata, e uno dei problemi degli studi sul gioco è che, a mio avviso, ci sono un bel po' di bischerate e meno cose serie. Ma la "serietà" non dipende dall'aderenza a vincoli borbonici su chi cita cosa e come, bensì da fattori un po' più oggettivi: la correttezza e cogenza degli argomenti, la presenza di dati sulla realtà che si sta discutendo (siano essi ottenuti sperimentalmente o per osservazione diretta/partecipata), una ragionevole cautela nel formulare interpretazioni, unita al coraggio intellettuale di avanzare ipotesi comprensibili e quindi falsificabili, e infine trasparenza nel distinguere fra opinioni personali e dati di fatto. Naturalmente mi sto dimenticando un sacco di cose, e naturalmente anche i migliori ricercatori possono solo sforzarsi di approssimare questa "idea regolativa". Ma, dal mio punto di vista, è qualcosa del genere che dovrebbe determinare la bontà di un lavoro, non le ritualità un po' bizantine di certa accademia italica. Dico "certa" perché (e con ciò mi taccio) fare di tutta l'erba un fascio non è mai una grande idea...
--- Termina citazione ---
Sempre più interessante sta discussione.
Davide Losito - ( Khana ):
Io invito Massimo Paglieri alla INC'10 :D Sono serio!
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