Un esempio di differenza pratica.
Negli scacchi, ci sono grandi campioni passati alla storia per l'uso frequente di "metagame": tattiche per far perdere la concentrazione all'avversario, per esempio. Ora, a certi livelli (visto che ci girano anche dei soldi...) lo studio psicologico dell'avversario e altre tecniche di metagame sono onnipresenti, ma in genere il metagame viene considerato ancora "scorretto", e questo uso viene ancora visto come un po' una "macchia" nella carriera di questi campioni. Quelli che vincevano più "sulla scacchiera" sono considerati in genere migliori.
Vediamo l'equivalente ne gdr. Un giocatore, "A", gioca facendo larghissimo uso di mrtagame. Gioca in base al divertimento di tutti, per massimizzarlo, tenendo conto degli obiettivi e dei personaggi degli altri, giocando anche "di sponda" per farli entrare in gioco. Ha una conoscenza metagamica delle regole per costruire una bella storia (dal ritmo alla reincorporazione alle tecniche di approfondimento psicologico alla maniera per tenere alta la tensione) e le usa tutte. E non dice mai, mai e poi, dopo aver fatto una cazzata, "ma è in tono con il mio personaggio".
Il giocatore "B" invece ha la testa piena di discorsi fatti di fuffa sul "metagame=male", ascoltati per anni su forum di gdr tradizionale e persino su qualche manuale. Se ne sbatte degli altri giocatori, gioca senza tenere in alcun conto le regole e la scheda o qualunque altra considerazione metagamica. Se il suo personaggio vuole una cosa, la vuole anche lui e anche se un tiro dice che non può averla, la vuole lo stesso. E qualunque cosa fa, la giustifica con "e' in tono con il mio personaggio"
Ora, in un gdr, quale dei due è il giocatore considerato "migliore"? Quale gioca "meglio"?
E qual è il VERO gioco, il VERO "in game", quello che il giocatore B evita perché perchè è "metagame", o è dire "e' in tono con il mio personaggio"?