Premessa 1: eviterò deliberatamente termini forgiti. Il messaggio non è particolarmente “tecnico” e vuole avere un taglio molto pratico e terra terra.
Premessa 2: qui non si parlerà di casi umani. Di deliberati tentativi di sabotaggio. Di persone con turbe psichiatriche. Si parlerà di persone che hanno la volontà di far funzionare il gioco e che mediamente hanno anche una discreta identità di vedute
Il system-0 classico parte dall’idea di ricreare un “modello fisico” del mondo. Ti dicono quanto Pippo salta in alto, quanto corre veloce, quanto è forte, quanto è intelligente. Poi danno qualche numero agli oggetti che lo circondano, e si illudono così di avere creato un palcoscenico, una realtà virtuale “esatta”, un second life Pen & paper in cui i giocatori abbiano un loro avatar ed il master possa controllare tutti gli altri.
In realtà, al di la dei numeri che danno l’illusione di avere 100-mila varianti, quando un giocatore guarda la situazione nella sua testa le categorie in cui classificarla si riducono sempre e solo a quattro:
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suicidal: mette a rischio la vita del personaggio (la sua permanenza nella storia), con poche speranze di vittoria
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hard: mette a rischio la vita del personaggio con ragionevoli speranze di vittoria
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doable: mette a forte rischio la riuscita di una azione, forse compromette un “piano” ma molto difficilmente la vita del personaggio
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easy, man: mette a rischio la riuscita di una azione, non compromette la riuscita ultima del “piano” e non mette in gioco la vita del personaggio
Semplice, no?
No.
Facciamo un esempio pratico. Una situazione capitata a CoC, ma che potete tranquillamente adattare a qualsiasi system-0. Qui si risponde alla domanda “quanto veloce si scende la collina?” ma ho visto scene simili (e sono sicuro che tutti le avete viste) con domande “quanto deve essere spesso un muro per fermare un carro armato?”, “Quanta pressione genera una palla di fuoco lanciata in un piccolo ambiente?”, “quanti sacchi di sabbia ci vogliono per fermare una pallottola?”, “quanto deve essere grossa una ragnatela perché un drago in volo, quando colpito, cada a piombo e non abbia la possibilità di planare?”, ecc.
La situazione: gruppo di persone chiuso in una casa isolata su una collina. Neve fuori, vento, poca luce, nessun riparo per una certa distanza, poi copertura fitta e costante. Un cecchino in agguato. Un ingombrante pacco (da un 20 kg) contenente un manufatto in metallo da portare in città e con una ragguardevole urgenza: se tarda più di tanto sarà “male” (nel senso
Ghostbusteristico del termine). Il mio personaggio si chiama Ed, è un ex-navy seal (perfettamente in forma), ora “accompagnatore” di un meno atletico professore. C’è una scheda piena di numeretti che dice quanto Ed salta in alto, quanto corre veloce, quanto è forte, ecc.
Problema 1: Nessuno ha fatto più caso di tanto a come il personaggio si è vestito la mattina. Si è presunto implicitamente che l’abbigliamento fosse decoroso e adeguato alle condizioni meteo, ma da “adeguato” a “tecnico” ne passa (fate una passeggiata in bici - anche non lunghissima: diciamo un 50 / 70km? – senza pantaloni imbottiti e poi mi saprete dire). Significa che cose irrilevanti prima possono diventare terribilmente rilevanti poi, e devono essere stabilite a posteriori.
Questo da solo introdurrebbe tutto quel genere di frizioni che metterebbe nel calcio il fatto che l’arbitro possa decidere a fine partita di convalidare o meno un gol.
O come minimo portano a creare un sacco di paranoia e diffidenza.
Problema 2: Quanto sarebbe effettivamente “difficile” il terreno dalla porta della casa al primo muretto ai piedi della collina? Nella realtà vera e reale? La risposta esatta è: vallo a sapere. Nessuno al tavolo ha una planimetria esatta della collina, un manometro per misurare il vento, un metro per misurare la coltre di neve, un sensitometro per misurarne la consistenza, alcune foto per valutare se il fondo fosse fatto di ciottoli scivolosi o ci fosse una confortevole stradina di asfalto. Non c’era neppure un termometro per stabilire se – e quanto – ghiaccio si potesse essere fatto sotto la neve. Non c’è neppure un navy seal perfettamente addestrato a dare almeno una opinione sensata.
Se poi uno si mette un lenzuolo (bianco) addosso, quanto esattamente guadagna di copertura e quanto perde in ingombro / impaccio? Si tratta di tutti fattori che, nella realtà vera, possono spostare la difficoltà dell’azione fra le quattro categorie. Ma misurare in maniera effettivamente giusta non è facile, e far sembrare che la misura sia giusta rimane comunque molto complicato. E non giusta nel senso “equa per le persona al tavolo” ma “giusta rispetto allo storico di decisioni simili prese in passato (che fanno giurisprudenza) e a quella che è ragionevolmente ‘plausibile nel setting scelto”
Sulla base di quello che io ho immaginato sulla base della prima descrizione del master, ho pensato:
Il mio personaggio è un atleta perfettamente addestrato, metto il pacco nello zaino e corro sicut capriolum fino al primo muretto. Dopo di quello ho sempre copertura, mostro il medio al cecchino e chi s’è visto s’è visto.
Let’s do the math: Mi è capitata una cosa simile, a fine di un massacrante allenamento, con il coach che mi urlava addosso (che è una ottima approssimazione di un cecchino) e il cronometro in moto. Rispetto a Snellingher (il ponderoso defensive end che avevo sulle spalle) 20kg sono un soffio. Un muscoloso navy seal con “correre” a 7 ci metterà infinitamente meno. Diciamo Y secondi, ma a sfondare. Secondo il manuale il cecchino può fare al massimo K colpi al secondo, quindi mi espongo, male che vada, a X colpi. Magari prendo qualche precauzione sensata, per mettere qualche bonus, tipo che mi lego addosso un lenzuolo per diventare una macchia bianca che su muove sulla neve.
Fatti due conti, male che vada, ho un 15% di venire incapacitato ed un 5% di lasciarci le penne. OK, categoria hard. Corro un rischio, ma il gioco vale la candela.
Sulla base di quello che il master riteneva di avere descritto, il master ha pensato:
La collina è ripida, la neve alta, il vento forte. Non sono stato abbastanza chiaro quando ho detto che c’era una fottuta bufera? L’ultima volta che ho camminato nella neve alta molto meno di quella che c’è adesso sulla collina mi sembrava di avere un incudine legato sotto i piedi. Tre passi e mi è esploso un polmone. E questo ha anche 20kg nello zaino! Si muoverà con l’agilità di un bradipo zoppo.
Lets’ do the math: Il cecchino potrà farsi una tazza di caffè fra una fucilata e l’altra e sparare più infinito colpi. Comunque non meno di J volte. Mettiamo pure che prendano qualche precauzione sensata – e non questa puttanata del lenzuolo – e siamo larghi con i bonus, che stasera non ho voglia di discutere … bene che gli vada, ha un 60% di essere incapacitato ed un 20% di lasciarci la buccia per direttissima. Se si vuole suicidare, fatti suoi.
Come è proseguita la serata?
La situazione, per i giocatori, sembrava non avere altri sbocchi che il tentativo di fuga.
Per cui è stato un interminabile tira e molla di reciproche pressioni sociali per fare sì che alcuni elementi avessero più o meno peso nel calcolo effettivo dei tempi di percorrenza e quindi del numero di volte che il cacchino avrebbe sparato. Con le persone più “atletiche” (nb: chiamarmi “atleta” è un insulto per gli atleti, ma diciamo che facevo media con chi, di fianco a me, era quasi un pugile pronto per il ring) che premevano per una soluzione che a loro sembrava sensata ed il master che difendeva la sua esperienza personale.
Tutti hanno difeso la loro visione, non perché vittime di deliri di powerplaying, ma perché sinceramente convinti di avere vissuto sulla propria pelle una situazione paragonabile, e nessuno voleva stabilire in game cose che gli sembravano assurde come vedere gli asini volare. Avrebbe demolito la credibilità della fiction.
Ci sono state anche scene patetiche in cui persone (in cui mi metto in mezzo anche io) che non hanno mai tenuto un fucile in mano in vita loro hanno discusso di quanto e se il manto nevoso potesse essere effettivamente utilizzato come copertura, e quanto detta copertura potesse essere valutata in termini di bonus.
Alla fine, dopo non meno di un’ora di interminabili discussioni, esempi, prove pratiche di sollevamento persone, ecc. si è arrivati ad un compromesso (che ha scontentato tutti) solo perché la gente non coinvolta aveva sulla faccia una espressione “che due mastodontici maroni” che non poteva più essere ignorata. Se tutto il gruppo fosse stato coinvolto, probabilmente per l’intera sessione non si sarebbe fatto altro.
Qual è la fiction che abbiamo creato? “facciamo fuoco di copertura”, “sbattiamo porte e finestre”, “creiamo movimenti svianti in casa”, “facciamo un ‘burattino’ con abiti pieni di cuscini, lo leghiamo ad una scopa e diamo l’impressione di uno alla porta pronto a scattare, per attirare il fuoco del cecchino su un’altra uscita”, “mettiamo addosso ad Ed un lenzuolo per fare una macchia di bianco che corre sulla neve”
Non sono esattamente stato contento di come il master ha gestito la situazione.
Come avrei risolto io a parti invertite?
Nel gruppo del martedì, in cui io e Claudia eravamo stati inseriti da poco, non c’era ancora una struttura sociale assestata (anzi, c’erano due ego abbastanza ingombranti che cercavano sistemazione stabile), per cui non lo so. Forse (anzi, probabilmente) avrei fatto un macello anche io.
In quello del venerdì, averi ceduto con pochissime discussioni per mantenere vivo il ritmo dell’azione, MA poi avrei pilotato sottilmente la situazione (fruttando la R0 o uno qualsiasi dei suoi fratellini minori: probabilmente avrei chiesto qualche test in più piuttosto che qualcuno in meno, magari usando una lastra di ghiaccio o asperità nascosta dalla neve) in modo che o rimediavano un gran culo con i dadi (che comunque avrebbe creato una situazione pimpante al tavolo), o Ed sarebbe stato colpito ed immobilizzato a metà strada, in modo da stanare anche gli altri e poi, magnanimamente, concedere una rocambolesca via di fuga. Avrei deciso in corsa, per come si svolgeva l’azione, se l’artefatto rimaneva sulla collina o no. Che non vuole dire railroading, ma comunque usare tanto – ma tanto - GM fiat per decidere quale contributo dei giocatori tenere e quale no. Che è una cosa che mi potevo permettere nel gruppo del venerdì perché c’era una struttura sociale
scolpita nel granito e una sostanziale identità di vedute sull’estetica complessiva delle storie. E anche qui episodi come quello sopra sono successi (per quanto un numero di volte infinitamente inferiore).