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Solipsist - Gioco
Fabio Succi Cimentini:
"Temo non sarà molto possibile. Almeno fin quando non sarò sicuro delle sue intenzioni. Ma grazie, papà: meglio di ogni investigatore." Sorride mentre va a dormire.
Questa Beatrice è un'incognita, ma finora Celeste non ha tanto su cui basarsi oltre l'impressione che sia qualcosa di inquietante. E il fatto che Diana non la conosca, nonostante dovrebbe fare parte della loro vita quotidiana quasi, è un'ulteriore stranezza.
Deve tenersi preparato però: per qualsiasi cosa.
* * *
Se appoggi framerei subito all'incontro Albert-popolo. Avevo pensato a un qualcosa con Diana prima ma non sono così sicuro :°
Marco Costantini:
--- Citazione ---[cite]Autore: Tozzie[/cite]Se appoggi framerei subito all'incontro Albert-popolo. Avevo pensato a un qualcosa con Diana prima ma non sono così sicuro :°
--- Termina citazione ---
Appoggio, ma con gustoso prologo.
"E quindi sei così convinto che quest'uomo voglia fare del bene da volerlo appoggiare fino a questo punto?" don Gabriele è davanti al grande portone della Chiesa e in qualche modo la posizione che assunto il suo copro ti suggerisce l'idea che quasi non voglia farti entrare.
Non è arrabbiato. Sembra, piuttosto, scontento.
Fabio Succi Cimentini:
C'è stupore nel trovarsi don Gabriele, la persona da cui più ha imparato, davanti come a bloccargli la strada - ma Celeste non può farsi trascinare da altri dubbi, da troppi dubbi. C'è un momento per agire.
"Ho provato a fidarmi che almeno non faccia del male", dice tranquillamente. "E a fare in modo che debba scendere in campo a viso scoperto, a vedere chi siamo noi... cerco di essere la sua ombra, tutto qui." Stanno giusto allestendo un palchetto davanti alla Cattedrale, con furgoni bianchi e rumorosi e altri operai edilizi. Celeste guarda un attimo verso di là.
"Del resto, per andare su un terreno comune, ora siamo Davide davanti a Golia; ma qui ci portiamo davanti al cuore del gigante. Per ogni caso." Quanto parla complicato, e quanto vorrebbe aprirsi e chiedere a don Gabriele di fidarsi, o di consigliarlo. Ma è qualcosa che deve prendersi sulle proprie spalle, e poi in mezzo a tutto c'è sempre Diana.
Trattiene il respiro.
Ho dovuto troncare per uscire di scatto, torno stasera tardi :°
Marco Costantini:
--- Citazione ---[cite]Autore: Tozzie[/cite]Ho dovuto troncare per uscire di scatto, torno stasera tardi :°
--- Termina citazione ---
E che problema c'è :)
Continua pure quando vuoi :)
Fabio Succi Cimentini:
Fatto, ho copiato aggiungendo il resto! Ho mandato appunto un po' avanti.
C'è stupore nel trovarsi don Gabriele, la persona da cui più ha imparato, davanti come a bloccargli la strada - ma Celeste non può farsi trascinare da altri dubbi, da troppi dubbi. C'è un momento per agire.
"Ho provato a fidarmi che almeno non faccia del male", dice tranquillamente. "E a fare in modo che debba scendere in campo a viso scoperto, a vedere chi siamo noi... cerco di essere la sua ombra, tutto qui." Stanno giusto allestendo un palchetto davanti alla Cattedrale, con furgoni bianchi e rumorosi e altri operai edilizi. Celeste guarda un attimo verso di là.
"Del resto, per andare su un terreno comune, ora siamo Davide davanti a Golia; ma qui ci portiamo davanti al cuore del gigante. Per ogni caso." Quanto parla complicato, e quanto vorrebbe aprirsi e chiedere a don Gabriele di fidarsi, o di consigliarlo. Ma è qualcosa che deve prendersi sulle proprie spalle, e poi in mezzo a tutto c'è sempre Diana.
Trattiene il respiro.
E' lei che gli viene incontro, come se fosse apparsa dal nulla, un minuto scarso dopo - don Gabriele è tornato dentro mormorando qualcosa - con un sorriso strano in volto.
"Ti stai mettendo in un guaio strano, lo sai?"
"Pare che sia il mio mestiere", risponde piano - mentre la sola cosa che fa è posarle una mano sul capo. Un arruffamento di capelli, mentre pensa che avrebbe bisogno di lei, tanto - anche solo di sentirsi abbracciato e trattenuto dal cadere - ma qui in mezzo alla piazza, alle telecamere che arrivano, sente un certo pudore. Come a sentirsi ricordare che non è un angelo, c'è ancora qualcosa che lo trattiene.
"...spero che lo sia anche uscirne sempre illeso", aggiunge lei con una sorta di risolino amaro - o nervoso? Si posizionano intanto su due sedie in prima fila - stanno posizionando quelle più in fondo, quasi in uno sfoggio entuasiasta e carismatico di ricchezza - e lei lo tiene a un fianco dopo essersi seduti, proprio mentre le macchine fotografiche sono pronte. Forse tutto sta per cominciare.
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