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Solipsist - Gioco

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Fabio Succi Cimentini:
Damn :°D

Celeste stringe la mano della ragazza con forza; sa che per lei è un momento d'imbarazzo - quali saranno i suoi sentimenti verso il ragazzo? E verso Beatrice, che sembra gestire ogni situazione qua dentro? - e soprattutto che non può lasciar correre. Qui tutto rischia di precipitare, e poi va considerata una cosa: Celeste non ha mai visto il giovane di cui si parla, non ne sa nulla se non per i racconti di altre persone. Allora cosa prova lui? Forse soffre davvero perchè vuole qualcosa che gli altri non capiscono, come ora la dissonanza tra don Gabriele, che ancora non si fida, e gli adulti della casa. Forse questo ragazzo ha bisogno del suo aiuto.

Allora deve rischiare. Si morde un labbro, guarda per un momento Diana sapendo che potrebbe non piacerle - ma è necessario - e alza la voce. "Signor Krall, perchè... non lo fa venire per un attimo qua? Credo che tante altre persone, anche giovani... possano farlo stare un po' meglio. E scacciare i fraintendimenti." Cerca di non guardare verso don Gabriele, sa che non può disapprovarlo - vorrebbe soltanto che lui avesse fiducia in quello che sta facendo, invece ormai teme di essere visto come un nemico.
Ma no, non è così. Guarda un attimo verso Chiara, come per chiedere la sua complicità se tutto dovesse peggiorare.

Emanuele Borio:
Chiara era seduta al tavolo, più lontano possibile dal padre, che ogni tanto le lanciava strane occhiate non poco inquietanti, aveva appena preso in mano un bicchiere di succo di frutta, quando rimane di stucco col bicchiere sollevato vedendo Don Gabriele che si alza e dà il via allo SHow. Lo ascolta tutto di un fiato, poi appoggia il bicchiere sul tavolo, ingoia con un GLOMP, che con suo grande dispiacere viene udito da tutta la tavola nel silenzio imbarazzante che si è venuto a creare dopo l'ultima predica dell'uomo. A salvarla dalla morte per imbarazzo arriva prontamente Celeste, che oltre ogni sua possibile previsione, fa un discorso molto interessante, anche se probabilmente inopportuno, al signor Krall.

Chiara se prima era di stucco ora è marmorea, si sente come se fosse un'imbucata in una foto di classe, il suo sguardo corre dall'uno all'altro ospite convulsamente, non muovendo un muscolo, quando incrocia lo sguardo di Celeste. La cosa la aiuta a sciogliersi l'inadeguatezza di dosso e gli fa un cenno di assenso con la testa, con uno sguardo allarmato.
Si schiarisce la gola con fare molto educato, e con una bellissima voce melodiosa e innocente commenta:. Poi sorride a tutto il tavolo, guardando intensamente, prima Beatrice, poi Don Gabriele, poi il signor Krall, e infine Diana:. Stranamente la sua ultima dichiarazione porta un senso di calo di pressione sulla scena, che rischiava di esplodere come una polveriera.

Marco Costantini:
"Sì" dice Beatrice mentre si avvicina alla tavola. "Credo che sarebbe felice di avere un po' di compagnia...a parte me e suo padre non vede praticamente nessuno" e sofferma lo sguardo su don Gabriele e su Diana.
Si avvicina ad Albert che gli porge la mano e la fa accomodare in un posto accanto a lui...un posto che, siete sicuri, prima non c'era; ma sembra che nessun altro se ne renda conto.
Diana guarda Beatrice con un misto di odio e imbarazzo, lascia la mano di Celeste e comincia a tagliare convulsamente la carne.
Beatrice alza il calice sorridendo a Chiara.
"Ai nostri angeli della musica. E alla dea che ha proposto questo bel brindisi. Complimenti, ragazzi, voi siete davvero l'immagine del futuro".
Tutti levano i calici. La sicurezza di Beatrice, la sfacciataggine di Chiara e il sorriso caldo da vero padrone di casa di Albert sciolgono l'imbarazzo.

La cena procede tranquillamente. Don Gabriele parla molto poco, mentre Krall invece accenna con gioia al suo progetto, parlandone con il padre di Chiara, ma cercando palesemente di comunicare con il prete.
Dopo il dolce ed il classico amaro siete tutti più rilassati. Beatrice prende per mano Albert -provocando un'occhiataccia di Diana- e si alza.
"Andiamo a dare il bacio della buona notte a Ludovico" dice, e sposta lo sguardo da Albert a tutti voi.
In breve siete tutti in piedi e venite guidati più da Beatrice che da Krall su per la casa.
Diana sembra essere sprofondata in un silenzio piuttosto triste. Quando evidentemente siete in dirittura d'arrivo prende ancora Celeste per mano e gli si stringe vicino. Guarda Celeste con gli occhi spaventati di un cerbiatto...e non è affatto da lei, sempre così spavalda e sicura di sé.
Beatrice vi conduce in una stanza. E' piuttosto buia e già dopo aver messo un piede dentro vi rendete conto che è molto grande. Inoltre sentite subito un BIP...BIP...
Su un grande lettone matrimoniale giace un ragazzone che sembra dormire.
E' intubato e collegato ad alcune macchine: è da lì che veniva quel suono.
Ha gli stessi capelli di Krall, è evidente, ma i tratti del viso lo identificano subito come affetto dalla sindrome di down.
"Non è importante che non facciate rumore; purtroppo non credo si sveglierà" dice Beatrice un po' amaramente.
"Anche se tutti continuiamo a sperare in un miracolo" e così dicendo punta gli occhi su Chiara, sorridendo dolcemente.

Emanuele Borio:
Oh Fuck!

Bene, datemi il tempo di pensarci, ma qui ci sta proprio un bel cambio di realtà da scrocchiarsi le nocche. Devo solo più decidere quanto radicale...
Fabio? Consigli? Aiuti? Proposte? Cambio in duetto?

Fabio Succi Cimentini:
Allora, ammetto che anch'io temo la trappola di Beatrice (non si sono ancora capite le sue intenzioni... ma il Cambio fatto sulla sedia è una chicca, devo ammettere :°D) ma dobbiamo sicuramente Cambiare qualcosa.
Io sono privo di Infestazione, e vorrei evitare l'overshoot in questo caso; quindi sicuramente ti aiuto - credo sia tu a condurre meglio anche perchè la Visione di Chiara in questo caso mi sembra più pertinente (Sconfigge morte e sofferenza, piallare gli errori, tutti felici, siamo già a 5 - io mettendo Angelo e Sconfiggere il rumore sarei invece a 4) e cerchiamo di volgere il conto di Ossessioni e Limitazioni dalla nostra parte.
Credo che possiamo agire almeno su quello che rende Ludovico debole, liberarlo dai macchinari, fare in modo che sia vitale e possa vivere con un minimo di normalità. Altro non farei, men che mano eviterei di cancellarlo.

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