[cite]Autore: Aetius[/cite]SI
PUO'
FARE!!!!!!!!!!!
FanMAIL +1 !!!!!!
Ho letto con interesse il thread (non sono intervenuto perchè ho visto che Ezio e Renato dicevano le stesse cose che avrei detto io) però vorrei aggiungere una riflessione più generale:
D&D 4 offre un sistema bilanciato di combattimento skirmish, che porta inevitabilmente ad un distacco dalla fiction che va riconciliato mediante strumenti come la discrezionalità del DM o altre regole che vanno ad aggiungersi e incastrarsi in qualche modo (come le SkCh ad esempio). Questo perchè l'attenzione è inevitabilmente su tiles e miniature, movimenti tattici e uso del potere più opportuno (visto per la sua efficacia tattica e spesso ignorandone il colore), e così via. Tutto questo non è così immediatamente "mappabile" in fiction, o meglio.. lo potrebbe anche essere.. ma con un "overhead" che tenta di mediare l'astratto e la meccanica, con la definizione in SIS.
Questo non è necessariamente un male, per chi ama il combattimento tra miniature con elementi di gdr in mezzo, ma non è propriamente un gran matrimonio quello tra fiction e D&D 4.... diciamo un matrimonio con qualche problema di comunicazione. :-)
[cite]Autore: Mr. Mario[/cite]Quindi, dal mio punto di vista, non si possono dissociare le due cose. Colore e keyword sono gemelli siamesi. Non possiamo dire è venuta prima la keyword, e poi si sono inventati una descrizione apposita piuttosto che il contrario. Nella SIS però, non c'è la keyword, quello che avviene è quello che è descritto dal colore.
Sono d'accordo. :-)
Tale legame e tanto stretto che il colore diventa però superfluo, e sebbene nella SIS ci sia il colore... questo va definito in modo tale da non rischiare di avere alcun altro effetto che non sia già compreso dalle sue meccaniche. E questo non è sempre semplice e immediato.
Ad esempio posso descrivere un potere fuoco che fa una esplosione di 4 quadretti come una palla di fuoco, o come lingue che avviluppano tutto in quel raggio, o come piccoli ragni di fiamme che sciamano nella zona... ma .. ecco che in quest'ultimo caso potrei introdurre un colore con un effetto.
Supponiamo che il mio bersaglio sia aracnofobico... le prime due descrizioni non introducono nulla di rilevante, ma l'ultima ha un colore che può influire sulle reazioni del bersaglio (magari spaventandolo). In questo caso, non posso usare tale descrizione, perchè potrebbe produrre o un incongruenza (un aracnofobico impassibile davanti ad uno sciame di ragni crepitanti), o il master mette una pezza (tipo che il bersaglio è troppo preso dal combattimento, dal calore, ecc...) oppure si ignora la descrizione nella SIS... e questa compare come un generico e "sbiadito" danno da fuoco... cosa che in genere si fa ai tavoli, almeno quelli che ho visto io fino ad ora.
Questo per dire che è assolutamente perfetta la metafora del gemello siamese tra colore e meccanica del potere, ma tale fatto deve prevedere anche l'astratto concetto del non influire più del "necessario".
Questo per dire quanto possa essere non così scontato e semplice il matrimonio tra fiction e meccaniche, e che comprendo perfettamente le difficoltà di Paolo.
Ma credo che coloro che decidono di usare D&D 4, e si comprano miniature e tiles, non abbiano proprio tra le loro priorità la "qualità" e "quantità" della fiction. :-)